«Tragedia di Zurigo, l'aereo era difettoso»

«Tragedia di Zurigo, l'aereo era difettoso » Una rivista svizzera anticipa la perizia del ministero: accuse anche ai piloti, assolta la torre di controllo «Tragedia di Zurigo, l'aereo era difettoso » «Sul Dc9 da Milano strumentazione carente e non controllata» ZURIGO NOSTRO SERVIZIO Il ministero svizzero dei Trasporti ha indetto, per martedì prossimo a Zurigo, un dibattimento pubblico durante il quale la Commissione federale d'inchiesta sugli infortuni aeronautici (Efuk) informerà in merito all'incidente del volo Az 404 Milano-Zurigo, avvenuto il 14 novembre del 1990. Quella sera, poco dopo le ore 20, a circa 10 chilometri dalla pista di atterraggio, il Dc9-32 dell'Alitalia, andò a schiantarsi contro una collina, lo Stadler Berg: tutti i 40 passeggeri e 6 membri dell'equipaggio perirono nell'incidente. I risultati dell'inchiesta sono stati anticipati dal settimanale «Die Weltwoche» che ha dedicato alla vicenda un ampio e dettagliato articolo. Vengono rivolte pesanti accuse all'Alitalia e ai due piloti Raffaele Li¬ berti e Massimo De Fraia. Ma soprattutto, secondo il settimanale, si sta cercando un capro espiatorio al fine di distogliere l'attenzione dalle vere responsabilità. Non sarebbe difatti semplicemente «capitato un incidente», bensì sarebbe stato provocato da tutta una serie di negligenze ed errori. Nel suo lungo articolo la Weltwoche afferma innanzitutto che l'aereo non era dotato di una strumentazione elettronica moderna. Uno degli strumenti per l'atterraggio addirittura era difettoso ed indicava una quota superiore rispetto a quella effettiva di volo. Nonostante i ripetuti inviti delle case costruttrici delle apparecchiature e della McDonnel Douglas, negli ultimi 17 anni l'Alitalia non avrebbe mai ritenuto opportuno di apportare le modifiche consigliate. Lo stesso discorso vale per l'altimetro in dotazione su tutti i Dc9 dell'Alitalia che data la sua ergonomia, nonostante sia tecnicamente affidabile, porta frequentemente ad una lettura erronea. Il problema è noto da decenni se non altro per l'incidente di un altro Dc9 dell'Alitalia, quello caduto il 23 dicembre 1978 nei pressi di Palermo, ma, rivela la Weltwoche: «A Roma nessuno ha mai ritenuto opportuno installare altimetri più moderni». Malgrado tutte le carenze e difetti tecnici del velivolo, secondo il settimanale sarebbe stato possibile evitare l'incidente se i due piloti «avessero fatto quello che hanno appreso (si spera) durante la loro istruzione. Essere scettici nei confronti delle indicazioni degli strumenti è una delle virtù principali di ogni pilota». Quando De Fraia si accorge dell'errore e manda al massimo i motori dicendo: ((Aspetta proviamo a rim...», è ormai troppo tardi. C'è inoltre il sospetto che entrambi, come ha rilevato l'autopsia, fossero sotto leggero influsso dell'alcol. Nei confronti della torre di controllo sono state accertate venti infrazioni, che però sarebbero in gran parte di nessun rilievo. In particolare non avrebbe notato che il DC-9 dell'Alitalia volava troppo basso perché nel frattempo aveva concentrato la propria attenzione sull'aereo che lo seguiva. Il settimanale sospetta che i tentativi da parte italiana di sottolineare gli errori del controllore di volo non siano altro che una manovra per distogliere l'attenzione dalle vere responsabilità. Se riconosciuta colpevole, l'Alitalia, e rispettivamente le Generali che l'assicura, rischiano di venir chiamate a rispondere illimitatamente dei danni. Raniero Fratini

Persone citate: Berg, De Fraia, Mcdonnel Douglas, Raniero Fratini, Stadler

Luoghi citati: Milano, Roma, Zurigo