Sul lettino 400 mila italiani

Gli esperti: solo bugie Gli esperti: solo bugie «La ricerca Ispes non è affidabile» ROMA. Allibiti. Ascoltano in silenzio i dispacci d'agenzia che sintetizzano il rapporto dell'Ispes sugli «strizzacervelli» e sui loro pazienti, poi ci pensano un attimo: «Ma che vuol dire? Sono parole senza senso, un'accozzaglia di luoghi comuni. Per arrivare a queste conclusioni mica serviva uno studio...». Così gli esperti, psicologi e psichiatri in testa, commentano la ricerca «il mercato della psiche». E una volta tanto sembrano d'accordo, anche se sono stati allevati a scuole diverse e i loro maestri sostenevano teorie antitetiche. Ecco Francesco Alberoni: «Quel che mi stupisce - spiega di getto - sono innanzitutto i numeri. Gli psicoterapeuti in Italia sarebbero trentaduemila? Mi sembrano un po' troppi. Ho impressione che gli autori della ricerca abbiano semplicemente calcolato il numero dei laureati in psicologia e basta. Anche il numero dei pazienti non è verificabile: quattrocentomila. Ma lo sanno che anche molti medici generici praticano terapie di questo genere? Il loro numero non è calcolabile. E poi la pretesa di spiegarci com'è il paziente italiano mi sembra assurda e senza senso: questo è un arcipelago che non si può sondare con i metodi delle ricerche tradizionali. Dicono che la nuova malattia sarebbe il "disturbo narcisistico della personalità" : a me questo non dice assolutamente nulla. Ma aspettiamo prima di vedere il rapporto completo». E' dello stesso parere, ma è ancora più severo, il professor Aldo Carotenuto, che preferisce però sfidare gli esperti dell'Ispes sul piano dell'ironia: «Ho letto alcuni stralci del loro rapporto. Direi che è infarcito di parole piene di buon senso. E ne traggo una conclusione: se per ribadire delle cose così banali, che ciascuno di noi sarebbe in grado di dire senza sentire nessuno, occorre una ricerca, non era meglio non farla?». E poi alcuni esempi: «Affermano che il paziente sceglie il proprio analista secondo un criterio culturale. Tutte balle. Teorie studiate a tavolino da qualcuno che non avendo altro da fare, si è preso la soddisfazione di calare su una realtà complessa come quella su cui noi operiamo delle tipologie». Ancora: ((Anche i dati mi sembrano inventati: trentaduemila psicoterapeuti, e chi li ha censiti? In realtà la gente che fa psicanalisi in Italia è molta di più, perché ci sono anche tutti i laureati che non hanno trovato spazio e per questo lavorano "di nascosto" e non esiste un albo professionale. E infine neppure la presunta tipologia del paziente mi sembra credibile: io tratto molti casi, nessuno dei quali è assimilabile ad un altro». Ma quale sarebbe, allora, il «male degli Anni 90?». «La risposta sarebbe troppo banale - conclude il professor Carotenuto potrei dire la perdita della voglia di vivere, ma è ridicolo pretendere di spiegare il nostro lavoro in questo modo». Non è meno tenero il professor Luigi Ravizza, direttore della clinica psichiatrica dell'Università di Torino: «Quella dell'Ispes mi sembra una ricerca superficiale, e d'altronde la pretesa di fare un rapporto su questo campo è strana. Parlano di "disturbo narcisistico della personalità", e vi assicuro che questo non vuol dire nulla. Se fosse così bisognerebbe pensare a incidenze biologiche nel fisico dei pazienti, ma se ciò fosse vero la psicoterapia non avrebbe senso di esistere». Ma allora, come si può definire correttamente il disagio psicologico? «Non facendo di ogni erba un fascio. Non esistono modelli di riferimento, ogni paziente è un caso a sé, la patologia psichica è molteplice e si presenta sotto le forme più impensate». Ma non è eccessivo dire che una statistica è impossibile? «Io posso solo affermare una considerazione di fondo, che vale per tutti i casi: l'uomo di oggi è più debole di un tempo. Un recente studio dice che il 57% dei giovani sostiene che le istituzioni pubbliche dovrebbero farsi carico anche delle responsabilità che un tempo attribuivamo ai singoli individui, e che l'ambizione più alta è un posto di lavoro statale, perché sicuro. Questo rivela grande insicurezza e la perdita di valori. Quindi le personalità che si formano sono meno solide e mature di un tempo. Ma poi, in quest'ambito, ogni caso presenta caratteristiche differenti, e allora torniamo al punto di partenza: di statistiche manco a parlarne». Flavio Corazza Il professor Aldo Carotenuto e lo scrittore Francesco Alberoni: entrambi ritengono poco credibile lo studio dell'Ispes sul «mercato della psiche»

Persone citate: Aldo Carotenuto, Carotenuto, Flavio Corazza, Francesco Alberoni, Luigi Ravizza

Luoghi citati: Italia, Roma