Casagrande-Vazquez c'è il futuro in ballo

Casagrande-Vazquez c'è il futuro in ballo Casagrande-Vazquez c'è il futuro in ballo COPENAGHEN DAL NOSTRO INVIATO Si spegne una stella, che è la più piccina, quella di Bresciani. Ma il Torino alla danese cerca anche una risposta su altri due fuoriclasse potenziali, magari per decidere che farne a fine stagione. Casagrande e Martin Vazquez sanno di giocarsi molto in questa Coppa che è come una sequenza di fotografie: un gol o una giocata decisiva rimangono nella memoria collettiva come un'istantanea. E ci si campa per dei mesi. Il brasiliano e lo spagnolo sono quelli che rischiano di più. Borsano la scorsa settimana ha chiarito che ranno prossimo avrà sotto contratto 5 stranieri: Scifo, l'africano Gargo, un attaccante che potrebbe essere Aguilera, ma ha lasciato in sospeso l'identikit degli altri due per concedere spazio ai ripensa¬ menti e alle manovre di mercato che porterebbero al Toro nomi nuovi. Molte cose dipendono dal finale di stagione. Certamente, i due covano perplessità sul proprio ruolo nella squadra. Casagrande patisce la sindrome del trombato. «Fin dal primo giorno mi sono sentito messo in dubbio o per le condizioni fisiche o per la qualità racconta -. Ora si dice che è colpa mia e di Bresciani se il Toro segna poco, invece non è solo colpa nostra. A noi si chiede anche di difendere». Una pretesa che angustia pure Vazquez. Secondo Mondonico lo spagnolo ha trovato finalmente la collocazione giusta, anche se non è quella che vorrebbe. «Per me non è un problema stare a sinistra e lo facevo già nel Real Madrid - puntualizza Rafa -, la cosa che mi danneggia è occuparmi degli avversari: fa- re in pratica l'ala pura. Se mi si limita la libertà perdo moltissimo, se devo pensare a difendere più che ad attaccare non sono io. Non è il momento per creare polemiche e io accetto qualsiasi scelta di Mondonico». L'accomuna a Casagrande la voglia di non lasciarsi scivolare addosso certi giudizi. Vazquez e il brasiliano sono tipi da prendere posizione. «Entro al posto di Bresciani - dice Walter - però in assoluto preferisco giocare insieme a lui. Così come vedo che lui è in difficoltà quando non ci sono io: da solo sarebbe un massacro se si pretendesse che inseguissi gli avversari quando attaccano. Insomma con una punta o con due per me c'è una certa differenza. Lo stesso vale per Policano: credo che lui sia più pericoloso quando parte nella solita posizione di terzino. Adesso gli si chiede di giocare come Berti. Per me era meglio il vecchio sistema, con le cinque stelle», Si parla molto del Toro, pochissimo di questi danesi che si nascondono dietro una sigla e un numero, come gli aerei e i carcerati. Casagrande e Vazquez ammettono di saperne poco. E solo per sentito dire. «Le preoccupazioni nascono dal vento, dal freddo e dal terreno molle - avverte il centravanti -. Bisogna fare attenzione a non lasciarci la salute. Io venni qui molti armi fa con il Porto, in Coppa dei Campioni contro il Broendby e ci rimisi i legamenti della caviglia. Dovettero operarmi. Tutto per colpa del campo: ci si affonda e basta una torsione per farsi male». Vazquez immagina invece una partita condizionata dal vento: «E noi non siamo abituati. Dovremo rinunciare ai lanci lunghi e giocare molto la palla a terra. Sono ottimista. In Europa ci comportiamo meglio che in Italia e anch'io mi sento di poter dare di più, senza i tatticismi che impantanano le partite di campionato. Per ora penso al BK, sarebbe ingiusto trascurarlo. Ma spero di potermi dedicare fin da domani all'idea di incontrare il Real Madrid in semifinale o in finale. E' infatti un sogno giocare contro la squadra in cui sei nato». Sulla strada verso quel sogno ci sono soltanto i danesi e un tempo da lupi, che nel Paese delle favole hanno una loro giustificazione. In più c'è il vecchio incubo del Tirai, che eliminò i granata alla maniera che sappiamo nella loro ultima partecipazione alla Coppa. Le date sono le stesse di allora, il 4 e il 18 marzo, ma allora si cominciò a Torino e soprattutto hanno pensionato l'arbitro Fredriksson. Insomma si può sperare. Marco Ansaldo » J^tfH| I ' H |k - ^Jjjfl WifmÈÈLìé WHKBEmmM ™Élfe; asaaaaV:t * Scifo (a fianco) e Martin Vazquez (a sinistra): questa sera a Copenaghen non saranno sacrificate le loro qualità; il tecnico ha intenzione di affidar loro compiti più offensivi

Luoghi citati: Copenaghen, Europa, Italia, Madrid, Torino