Son tornari i Level 42 Ma perché? di G. Fer.
Son tornari i Level 42 Ma perché? Show per 400 Son tornari i Level 42 Ma perché? TORINO. Succedono cose strane. Prendete i Level 42, gruppo inglese di discreto successo negli Anni Ottanta. All'alba del '92 ce li ritroviamo in pista, disco nuovo e nuovo tour. E non si capisce perché. Ci siamo sforzati, l'altra sera al Colosseo, smarriti in una platea semivuota (meno di 400 persone) ma non siamo venuti a capo di nulla. Perché lo fanno? Quali importanti messaggi devono trasmetterci? Quali spinte artistiche li inducono a tornare in scena? Mistero. Sì, sì, il bassista e cantante Mark King è bravo, bravi i superstiti compagni Mike Lindup, tastierista e seconda voce, e Gary Husband, batterista con una marcia sola, epperò non infame. I sessionmen non demeritano, neppure i fiati - tromba e sax - che in queste formazioni di solito hanno un ruolo del tutto ornamentale. E suonano pure una musichetta accettabile, un rock-dance venato di soul bianco che ha fatto disastri ben maggiori con i Simply Red. Divertono, ovvia. Ciò detto, continuiamo a non capire. Ascoltando i brani di «Guaranteed», l'album, e gli antichi successi assai ballabili, non si intuisce l'utilità dei Level 42. Vale ancora la pena di importare dall'Inghilterra gruppi di questo tipo? Si presume che spostare una simile ciurma - sette sul palco, più tecnici, manager e portaborse costi danari. E sospettiamo che i Level 42 conservino l'abitudine di farsi pagare. Aggiungete le spese del teatro, i manifesti, la Siae. Sono soldoni, mica ceci. Il tutto per tirar su meno di 400 biglietti? Quando - siamo pronti a scommettere - son ben più numerosi i kids che scalpitano per ascoltare i Pitura Freska? Non c'è neppure la giustificazione dello spettacolo nobile, della cultura: i Level 42 sono un prodotto ben confezionato, ma di puro - e a tratti banale intrattenimento. Suonano un'ora e mezzo risicata, compresa la solita pantomima dei bis - andiamo via, no no tornate, va bene torniamo, ancora una e poi basta - che serve a guadagnar tempo, come certe squadre di calcio che fanno i passaggetti a centrocampo. Mark King mastica infaticabile il suo chewing gum e intanto percuote il basso con la nota tecnica «slap» che tanta gioia arreca ai fans. Tutto perfetto. Ma era necessario? [g. fer.]
Persone citate: Gary Husband, Mark King
Luoghi citati: Inghilterra, Torino
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