Petruzzelli, resurrezione a ostacoli di Franco Giliberto

Petruzzelli, resurrezione a ostacoli Oltre 4 mesi fa l'incendio, ma i periti non ne hanno ancora stabilito le cause Petruzzelli, resurrezione a ostacoli Difficoltà nell'indagine frenano la ricostruzione UN MITO IN CENERE BARI DAL NOSTRO INVIATO Splende il sole sul Teatro Petruzzelli, si va verso la buona stagione. L'edificio scoperchiato dall'incendio del 27 ottobre scorso è un guscio vuoto, ma nel clima dolce di Puglia non sembra verosimile l'ipotesi che sia in arrivo una fase di maltempo tale da aggiungere danno al danno. Tetto e cupola del teatro sono stati divorati dalle fiamme, la platea e i vari ordini di palchi sono a cielo aperto da più di quattro mesi. Pur tuttavia non c'è una goccia d'acqua fra i cumuli di macerie e i residui carbonizzati di porte, travi, colonnine, poltrone, palcoscenico, tendaggi. Insomma, a breve termine non esiste il pericolo che quel che rimane in piedi del Petruzzelli marcisca. I muri perimetrali non sono stati assolutamente «cotti» dalle fiamme, gli stessi solai dei palchi non avrebbero subito danni rilevanti. Appare lodevole, ma non drammaticamente urgente dunque, il pubblico appello lanciato qualche settimana fa da sessantacinque intellettuali baresi: «Si copra il teatro senza indugi, prima che sia troppo tardi». Costerebbe un sacco di soldi la provvisoria copertura del Petruzzelli con plastiche rigide, che dovrebbero essere sorrette da un fitto intreccio di tubi di 34 metri piantati in platea: la spesa sfiorerebbe il miliardo e mezzo di lire, secondo un serio preventivo. Non sarebbe meglio che quei quattrini fossero incanalati nel fondo per la ricostruzione vera e propria? Ma di ricostruzione si potrà concretamente cominciare a parlare soltanto sul finire di questo mese, quando il magistrato che conduce l'inchiesta avrà tolto i sigilli dall'immobile. Dice il sostituto procuratore Vincenzo Maria Bisceglia: «Ho concesso una proroga ai periti, perché approfondiscano alcuni aspetti non marginali dello sviluppo dell'incendio e dei sistemi di sicurezza che esistevano nel teatro. Ecco perché il dissequestro tarda un po', in attesa del deposito delle perizia tecnica». Il giudice è avaro di dettagli sui risultati fin qui raggiunti. Si limita a ricordare che le indagini sono condotte in modo coordinato da carabinieri, guardia di finanza e polizia. «Ma sono indagini di eccezionale complessità», aggiunge, facendo intendere che non soltanto si cerca di individuare chi materialmente ha appiccato il fuoco al teatro, ma si stanno vagliando varie ipotesi sul possibile mandante e sul movente. Per far ciò, il ma¬ gistrato ha avviato una colossale serie di accertamenti: moltissimi controlli telefonici, perquisizioni, sequestri di documenti sul tipo di gestione che ha avuto il Petruzzelli negli ultimi anni, ricognizione sui contributi e sussidi statali, regionali e municipali, loro utilizzazione, acquisizione di verbali, critiche e diffide delle varie commissioni di vigilanza, e conteggi sui debiti accumulati che ammonterebbero a mezza dozzina di miliardi almeno (c'è chi dice a quattordici miliardi). Tra le più clamorose evidenze, nelle ultime settimane il magistrato si è trovato tra le mani una sorta di polizza fantasma che avrebbe dovuto coprire totalmente i danni subiti dal teatro in caso di incidenti di qualsiasi tipo. In realtà quella poliz- za, che Ferdinando Pinto - gestore e presidente dell'Ente artistico Teatro Petruzzelli avrebbe dovuto sottoscrivere a beneficio dei proprietari dell'immobile, è un documento che non sembra poter garantire alcun danno. Tanto che il direttore dell'ufficio sinistri della «Minerva», compagnia assicuratrice di Milano, in una lettera che fa riferimento all'incendio annota: «Non esistono presso la nostra compagnia polizze inerenti l'attività teatrale del Petruzzelli». Il magistrato ha accertato che in passato era stata accesa in effetti una polizza con la «Minerva» a copertura totale dei danni, ma che nell'ultima fase della gestione del teatro il rinnovo dell'impegno non era avvenuto secondo il contratto preteso e fir¬ mato dai proprietari dell'immobile con Pinto. La nuova polizza era stata infatti sottoscritta per conto della «Clan cinematografica», società diretta dalla moglie di Ferdinando Pinto. Quel documento prevedeva un eventuale indennizzo non superiore ai quattro miliardi e mezzo di lire, e probabilmente la «Minerva» oggi lo intende riferibile ai soli spettacoli cinematografici, rarissimi nel cartellone del Petruzzelli. Poche ore prima del rogo, nell'ottobre scorso, non era stato proiettato un film ma era andata in scena un'opera lirica. Dunque c'è da aspettarsi che l'assicurazione non voglia pagare nemmeno quei quattro miliardi e mezzo? E' l'acuto timore dei proprietari del Petruzzelli, la famiglia Messeni-Nemagna, che con una piccola schiera di avvocati si appresta a una dura battaglia legale su più fronti: ha già annunciato una citazione nei confronti di Ferdinando Pinto per inadempienza contrattuale e gravi danni conseguenti. E come prima e logica soluzione della vicenda giudiziaria, la famiglia attende la restituzione del teatro (con totale esclusione del gestore considerato quanto meno improvvido) non appena il magistrato ordinerà il dissequestro dell'edificio. Nel frattempo, è difficile raccapezzarsi nel groviglio di torbide illazioni che aleggiano sul Petruzzelli. A chi poteva far comodo che andasse a fuoco? Gli inquirenti paiono orientati a escludere la vendetta, il racket, l'atto di un folle piromane, tanto meno il fatale corto circuito. Se l'inchiesta del magistrato chiarirà almeno in parte i possibili moventi, anche l'opera di ricostruzione potrà avvenire con la limpidezza che i baresi invocano. Franco Giliberto Polizza fantasma sull'impianto barese Era valida solo per danni prodotti durante la proiezione di film, un evento straordinario Ferdinando Pinto il gestore del Petruzzelli teatro barese bruciato il 27 ottobre '91

Luoghi citati: Milano, Puglia