Obiezione, rotto il patto tra dc e psi

Obiezione, rotto il patto tra dc e psi Colpo di scena a Montecitorio: quasi tutti presenti i democristiani, assenti i socialisti Obiezione, rotto il patto tra dc e psi E' la legge respinta da Cossiga ROMA. Risultato clamoroso ieri sera alla Camera durante le votazioni sull'obiezione di coscienza: con 164 no, 127 sì e 3 astenuti l'assemblea di Montecitorio ha respinto l'emendamento più importante tra quelli presentati dal governo, che stabiliva il periodo di validità delle nuove norme sull'obiezione. Uno scivolone che ha visto votare a favore dell'emendamento in pratica la sola democrazia cristiana. Socialisti, socialdemocratici e liberali erano quasi tutti assenti dall'aula al momento del voto. Contro si sono espresse le opposizioni di sinistra, i missini e l'unico esponente del pli presente, Pietro Serrentino. Gli emendamenti, come si sa, erano stati presentati dal governo in seguito alle pressanti insistenze di Andreotti: il presidente del Consiglio era stato impegnato in un lungo braccio di ferro con il capo dello Stato, Francesco Cossiga, che aveva rinviato la legge senza firmarla. Ma la questione dell'obiezione aveva aperto ampie brecce nella stessa compagine di governo, come hanno poi dimostrato le vistose assenze di ieri in aula, che hanno determinato la bocciatura del primo emendamento. Questo prevedeva che il servizio civile sostitutivo del servizio militare si sarebbe svolto secondo le modalità indicate dalla legge in discussio¬ ne alla Camera «in attesa dell'entrata in vigore della disciplina organica del reclutamento in attuazione del nuovo modello di difesa nazionale». Dopo il voto molti deputati hanno esternato la loro soddisfazione con un applauso. La presidente della Camera, Nilde lotti, ha successivamente sospeso la seduta che riprenderà questa mattina. La nuova situazione che si è venuta a creare è stata commentata dal ministro della Difesa, Virginio Rognoni: «Non si può pretendere di fare un'intesa senza poi venire in aula. Era sotto gli occhi di tutti che i banchi socialisti e socialdemocratici erano vuoti». Il vicepresidente della Camera, il liberale Alfredo Biondi, ha fatto sapere «di essersi astenuto dal voto perché contrario ai contenuti dell'emendamento». Polemico il democristiano Nino Carrus, che ha invece votato a favore: «Solo tre democristiani hanno votato contro - ha dichiarato - il governo è andato sotto perché in aula c'erano soltanto due socialisti: Andò e Raffaelli». A quanto risulta, come già all'epoca del voto sulla guerra nel Golfo, nel gruppo de si sono manifestati «casi di coscienza», con voti contrari all'emendamento del governo. I quattro deputati de che hanno espresso il loro dissenso sono: Renzo Lusetti, Daniela Maz- zucconi, Maria Eletta Martini e Pinuccio Serra. «Si trattava di' un emendamento del governo e quindi attendiamo una presa di posizione del governo su quanto accaduto questa sera alla Camera». Lo ha affermato il capogruppo socialista Salvo Andò, secondo il quale l'esito della votazione alla Camera «era prevedibile sulla base delle presenze in aula: sarebbe stato meglio votare domani, allertando ulteriormente i gruppi della maggioranza e anche quello socialista». Il segretario del pds Achille Occhetto ha espresso «piena soddisfazione» per il voto, defi- nendolo «un colpo al cuore all'accordo dc-psi» ed ha auspicato «che a questo punto non si verifichino i soliti giochi tra le forze politicha governative». Il segretario del pds ha rivolto un appello alla de «affinché si comporti in modo tale da permettere alle Camere di svolgere fino in fondo la loro funzione, poiché un'interruzione dell'iter legislativo sarebbe estremamente grave» e si è augurato che il Capo dello Stato «non interferisca nel momento in cui il Parlamento sta lavorando». Secondo il calendario prefissato originariamente, l'esame del provvedimento doveva continuare fino a domani, con vo- tazione conclusiva nel pomeriggio. . Il testo presentato dal governo consiste in 16 proposte di modifica del testo, la più importante delle quali riguarda appunto il periodo in cui resterà in vigore la nuova disciplina sull'obiezione. Nel pomeriggio la lega obiettori di coscienza aveva definito «inaccettabili» gli emendamenti che erano stati proposti dal governo: «Risultano tali - aveva detto Massimo Paolicelli, della segreteria nazionale della Loc - perché daranno luogo ad una legge a termine, e per di più gestita ancora dal ministero della Difesa». [r. i.) Nuovo scontro tra Quirinale e governo. Cossiga aveva rinviato al Parlamento la legge sull'obiezione, ma la maggioranza è stata battuta: siamo al punto di prima Il presidente del Consiglio Giulio Andreotti si trova di fronte ad un ennesimo scoglio dopo il clamoroso voto di ìera sera alla Camera

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