Quant'è brutta Milano... di Camilla Cederna
Quant'è brutta Milano... Camilla Cederna continua a mordere: e pubblica «Il lato forte» Quant'è brutta Milano... Gli imprenditori onesti ci sono ma chi li capisce quando parlano! DMILANO 0P0 migliaia di articoli sui giornali e diciotto libri scritti, la signora Ca milla Cederna è ancora capace di «indignarsi». Leggere, per credere, il suo ultimo II lato forte (Mondadori) e ascoltare quello che dice: «Oggi quasi tutto mi fa schifo. I politici, per primi. Ma che ci volete fare? Anche la mia Milano è diventata terribile: puzze disgustose, motociclette omicide, rumori orrendi, siringhe assassine, macchine in quinta fila, la città più brutta d'Europa». Cose e uomini: Camilla Cederna li guarda con lo stesso occhio critico. «La Milano degli imprenditori onesti, quella di Alberto Falck e Piero Bassetti? Ci sarà pure: ma chi li capisce quando parlano? L'altro Falck, Giorgio, quello che va in barca, lui è meglio che stia zitto. La Milano della mafia? C'è ed è arrivata persino in Comune. Il sindaco? A quello nuovo, Piero Borghini, non ci credo mica tanto. Sì che è un uomo di sinistra, ma ha messo insieme gente di tutti i colori, persino quell'orribile Piergianni Prosperini che prima era un uomo della Lega lombarda». Lega uguale Umberto Bossi, Bossi uguale «uno che non voglio nemmeno vederlo, perché quando parla fa le bolle di saliva: la sua volgarità politica corrisponde alla sua volgarità fisica». La Cederna di oggi, quella del «lato forte», delle inchieste sui malanni di Napoli e Trapani, della denuncia di misfatti e malefatte, in una cosa almeno assomiglia alla Camilla di ieri, quella del «lato debole», delle «scioccaggini mondane che scrivevo»: comincia a leggere dentro le persone da un tratto fisico. Così diffida «della faccia enorme di Craxi che assomiglia tanto al duce» e del figlio Bobo che «non dovrebbe parlare perché dice tante cose sbagliate». Così detesta il «pericoloso Andreotti che ha come dote principale la furbizia denunciata dalla mancanza di labbra». Nel salot- tino di casa Cederna, tra un gatto di Buzzati e una piramide di libri che se devi prendere l'ultimo vien giù tutto, c'è ben esposto un bigliettino in cui Giulio Andreotti si lamenta con la «gentile signora Cederna» di certe «non-benevole parole». C'è un passato ricco di passioni politiche e civili nei ricordi di Camilla Cederna: il bombardamento che le fa crollare attorno la casa, i fascisti che l'arrestano, il Sessantotto, piazza Fontana, Pinelli e Valpreda, Calabresi, Feltrinelli. Sempre dalla stessa parte: a sinistra, anche quando è diventato fuori moda. «Mai avuto tessere, io. Sempre rifiutato seggi in Parlamento. Comunque sì, sono di sinistra». Signora Cederna, perdoni, ma facciamo un po' di «lato debole»: visto il festival di Sanremo? «Non ce la faccio a resistere ascoltando canzoni così lunghe. Quando vedo in tv tutti quegli sponsor... Ha presente Mike Bongiorno? A proposito, avrà un altro figlio, ho letto: ma non potrà assomigliare alla madre: s'è rifatta tutta...». Altra frivolezza: nel suo libro c'è descritta una sfida a un inquisitore fascista: la sua richiesta di una sigaretta, dati i tempi e le circostanze era una trasgressione... «Ho fumato sigarette, sigaretti e una volta, in macchina, anche marijuana: me la offrì un uomo politico, non faccio il nome sennò qualcuno potrebbe importunarlo per questo. Ora non sento più la mancanza delle sigarette. M'è capitato di vedere l'Oriana Fallaci in tv: fuma sempre e io la detesto da sempre». Che altro detesta? «La pubblicità di Benetton e tutte le cose crudeli che fanno vedere in tv. E poi questo mostro qui davanti». Il «mostro» è il nuovo Piccolo teatro di Giorgio Strehler eternamente in costruzione davanti a casa Cederna: «Una cosa megalomane che costa sempre più di quanto dovrebbe e non finisce mai. Dovrebbe dar lustro a Milano e, invece, provoca soltanto sporcizia e polveroni». Proviamo a parlar bene di qualcuno: le butto lì un nome, Enzo Biagi. «E' una persona molto gentile, un uomo straordinario. Non mi piace il suo monsignor Tonini, quello che si porta in tv. Ma l'altra sera ho seguito la sua intervista a Renzo Arbore: un capolavoro di divertimento». Indro Montanelli? «Quante idee non abbiamo condiviso... Pinelli, Valpreda... Ma che sia un grande giornalista è vero». Giorgio Bocca? «Mi è tanto simpatico. E trovo che Cossiga sia stato molto villano con lui quando, l'altra sera in tv, ha detto che Bocca può scrivere tutto e il contrario di tutto. Non è vero». Un altro simpatico? «Quel Franco Morganti, industriale impegnato per le battaglie civili e i referendum, che ho conosciuto a casa di Giuba Maria Crespi. Vivace, intelligente, brillante. Meglio lui di Mario Segni». I salotti milanesi? «Si aprono per festeggiare dei libri, non delle frivolezze». I salotti urbani delle vie eleganti di Milano? «Una volta c'era il salumaio che teneva da parte i sacchetti per i poveri, oggi sono pieni di rivendite di orologi Swatch. Ho un po' di nostalgia». E l'«impegno», che fine ha fatto? «Qualcosa di serio c'è ancora. «Società civile» di Nando Dalla Chiesa, per esempio». Lei per chi voterà? «Non ho ancora deciso. Prima di farlo dovrò parlare con alcuni amici fidati. Confrontare le idee, discutere e ragionare un po'». Una decisione, intanto, Camilla Cederna l'ha già presa: dopo tante querele subite, per la prima volta in quarant'anni di giornalismo si prenderà una rivincita: i due avvocati che mille volte l'hanno difesa stanno preparando un atto d'accusa contro qualcuno che l'ha diffamata. Chi? «Concedetemi il gusto di una piccola sorpresa, tra qualche giorno». Scoprire il colpevole? E' il gioco di società che va a cominciare... Francesco Cevasco Giorgio Falck? «Meglio se tace» Bossi? «Orribile, fa le bollicine» Enzo Biagi. A lato Umberto Bossi. In alto Oriana Fallaci A sinistra il sindaco di Milano, Piero Borghini. A destra Camilla Cederna H Giorgio Falck: la Cederna è severa con lui
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