« Metta la mini e l'assumo»

« Metta la mini e l'assumo» Dossier della Cgil sulle discriminazioni nei posti di lavoro « Metta la mini e l'assumo» Ancona, chiesto da un assicuratore a una ragazza: ai clienti le gambe piacciono Imprenditore non pagava contributi alla disabile: accontentati dell'impiego ANCONA. Si va dal caso della ragazza invitata dai dirigenti dell'assicurazione presso cui lavora, ad Ancona, a indossare la minigonna «per attirare i clienti», a quello di Donatella, handicappata che, concluso il tirocinio in un'azienda metalmeccanica artigiana di Agugliano, raggiunge una qualifica per la quale il datore di lavoro rifiuta di pagarla perché dice - «è già stato tanto buono» nell'assumerla. Questi ed altri episodi emergono da un dossier presentato dai responsabili della Cgil di Ancona, prendendo spunto dalla vicenda delle lavoratrici del Maceratese richieste di impegnarsi per iscritto a non sposarsi e a non avere figli. La Cgil ha inteso mostrare quali sono i meccanismi utilizzati nella piccola impresa per non ottemperare alle normative contrattuali. Sono cominciate a sorgere - stando a quanto riferito dal segretario della Camera territoriale del lavoro, Oscar Barchiesi - società di intermediazione (una è già stata denunciata dal sindacato) tra datori di lavoro e lavoratori, le quali fanno stipulare a questi ultimi, dietro compenso, contratti come prestatori d'opera occasionali. «Un altro fenomeno che si sta allargando - ha detto Barchesi - è quello di far comparire i dipendenti come soci dell'azienda con contratti di compartecipazione agli utili, in modo da non pagare loro i contributi». Spesso avviene anche - hanno proseguito i rappresentanti sindacali - che le aziende cambino ragione sociale, licenziando i dipendenti e azzerando così il dovuto per le liquidazioni, per poi riassumerli, dopo aver trasferito la titolarità dell'impresa a qualche parente. Oppure come in una fabbrica di Filottrano (Ancona), dove un imprenditore tessile tiene le lavoratrici a casa senza far domanda di cassa integrazione nei periodi in cui si lavora meno, per non pregiudicare l'immagine dell'azienda. Secondo Barchiesi «siamo di fronte a nuove, moderne forme di caporalato che si aggiungono alle vecchie. L'importante è avere ben presente che non si tratta di fenomeni isolati, come si vuol far credere, ma di un sistema vigente, generalizzato e perfettamente funzionante». A dimostrazione di quanto affermato, è stato comunicato che l'ufficio vertenze della Cgil di Ancona istruisce circa 500 pratiche l'anno, l'ottanta per cento delle quali riguardano piccole imprese. E questo avendo iscritti ai sindacati, nella provincia di Ancona, soltanto il dieci per cento dei dipendenti. «Quanto agli ispettorati del lavoro - ha concluso Barchiesi - il loro apporto per stroncare queste situazioni è scarso per mancanza di personale». «Più verifiche - ha concluso il rappresentante sindacale vengono fatte dall'Inps, che però si cura soltanto del versamento dei contributi e non indaga su quanto i lavoratori percepiscono nelle buste paga». [Ansai

Persone citate: Barchiesi, Oscar Barchiesi

Luoghi citati: Agugliano, Ancona, Filottrano