Baltico, affiora la morte chimica di E. N.
Baltico, affiora la morte chimica I russi: quelli che vengono a galla sono i gas nazisti affondati dopo la guerra Baltico, affiora la morte chimica Sui fondali 400 mila tonmllate di granate tossiche Gigantesche bolle all'arsenico minacciano i litorali BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Nel Baltico si rischia il disastro ecologico, avverte uno scienziato russo, Piotr Barbolian: 400 mila tonnellate di gas tossici - contenuti nelle armi e nelle munizioni della «Wehrmacht» che sono state disperse in mare, dopo la seconda guerra mondiale, dagli alleati e dalle autorità dell'ex Ddr - potrebbero dilagare lungo le coste dei Paesi bagnati dall'Ostsee: dalla Germania alla Polonia, dalla Danimarca alla Lituania. Il primo, allarmante segnale, avverte Barabolian, è una «bolla di gas» lunga quasi 400 metri, scoperta vicino all'isola di Bornholm, a 85 metri di profondità. E' la prima volta che in mare si trovano tracce così estese di un gas, assicurano gli esperti: ma si tratta davvero delle sostanze tossiche contenute nelle granate e nelle altre armi chimiche dell'esercito di Hitler? A Mosca si prende sul serio l'allarme, rilanciato dal settimanale «Frankfurter Allegemeinen Sonntagszeitung»: il mese scorso, il governo di Boris Eltsin ha inviato una preoccupata lettera alle autorità lettoni nella quale si prevedeva perfino la possibilità di una «catastrofe ecologica entro tre anni». La Russia, assicura la lettera, sta lavorando per ripescare i relitti. Maggiori perplessità, invece, hanno sollevato le rivelazioni del giornale fra gli esperti tedeschi e danesi. Qualcuno, come Horst Gal del servizio federale di idrografia marina, parla di «assolute sciocchezze»: sono i sedimenti rocciosi della zona di Bornholm a provocare la formazione di gas, sostiene Gal in una intervista all'agenzia «Dpa»; le armi chimiche usate nella seconda guerra mondiale erano fatte in modo tale da garantire la decomposizione delle sostanze tossiche, una volta arrivate a contatto con l'acqua marina. E' accaduto così per la maggior parte delle armi e delle munizioni scaricate in mare, che hanno liberato i gas dopo l'usura delle protezioni. Secondo esperti dell'Istituto per l'ambiente di Amburgo, una istituzione che lavora anche per l'Onu e per Greenpeace, esiste invece «una possibilità» che nella bolla scoperta nel Mar Baltico ci siano davvero residui tossici. Di certo, il Mare del Nord e il Baltico sono un cimitero delle armi: non soltanto gli americani e gli inglesi vi hanno sepolto granate e munizioni residuati dell'ultima guerra; anche il governo dell'ex Ddr ha scaricato una enorme quantità di materiale della «Wehrmacht», secondo testimonianze concordi: bombe, granate e munizioni con gas tossici sono state scaricate ancora nel 1965. Il giornale cita, a questo proposito, documenti confidenziali del ministero degli Interni, secondo i quali il governo tedesco orientale ha affondato numerose navi cariche di materiali velenosi con una serie di operazioni segrete. Secondo un tossicologo di Lipsia, il professor Karl Heinz Lohs, residui pericolosi per la salute erano stati ritrovati già negli Anni Cinquanta lungo le coste del Mecklenburgo. Anche pescatori danesi e tedeschi hanno trovato più volte tracce di arsenico nelle acque del Baltico, sostiene un tossicologo dell'università di Kiel, Her¬ mann Kruse: «Un segnale preoccupante, certo, che però non è stato mai chiarito, perché tracce di arsenico si trovano anche nei residui industriali». Dopo la mobilitazione delle autorità russe, tuttavia, anche il segretario di Stato al ministero della difesa tedesco, Otfried Hennig, ha sollecitato il recupero delle granate sospette: «Una ricerca congiunta da parte della marina tedesca e della flotta russa.del Baltico non sarebbe soltanto di grande significato simbolico, ma anche di grande importanza politica e ambientale», ha detto. Anche se i costi sarebbero altissimi, molti milioni di marchi. [e. n.]
Persone citate: Boris Eltsin, Hitler, Horst Gal, Karl Heinz Lohs, Kruse, Piotr Barbolian
Luoghi citati: Amburgo, Danimarca, Ddr, Germania, Kiel, Lituania, Mosca, Polonia, Russia
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