«Fuscagni, mi spiace, ma spendi troppo» di Carlo Fuscagni

«Fuscagni, mi spiace, ma spendi troppo» «Fuscagni, mi spiace, ma spendi troppo» II direttore di Raiuno a rapporto per un 'ora da Pasquarelli ROMA DALLA REDAZIONE Il caso Fuscagni resta aperto: della decisione di dimezzare i poteri del direttore di Raiuno soprattutto per quello che riguarda le decisioni economiche, si discuterà durante la prossima seduta del consiglio d'amministrazione, dopo che ieri, fino a sera inoltrata, il direttore generale della Rai Gianni Pasquarelli ha avuto con Carlo Fuscagni un lungo faccia a faccia chiarificatore. Per più di un'ora, al termine della giornata di lavoro, i due hanno discusso del futuro della gestione della prima rete Rai. Al termine dell'incontro non sono trapelate notizie se non quella che Fuscagni, per il momento, non ha comunicato la decisione, ventilata nei giorni scorsi, di dimettersi. Pasquarelli spiegherà comunque la sua posizione in merito alla vicenda domani, durante la riunione del consiglio. La notizia dell'affiancamento del vicedirettore Lorenzo Vecchione alla guida della prima rete Rai aveva colto Fuscagni di sorpresa, all'inizio della scorsa settimana, in un momento in cui gli era praticamente impossibile reagire: Pasquarelli si trovava fuori per una breve vacanza, e gli impegni collegati alla gestione del Festival di Sanremo, avvenimento clou della stagione di Raiuno, impedivano al direttore degradato di abbandonare il suo posto su due piedi. Perciò, invece di una prevedibile lettera di dimissioni, Fuscagni aveva preferito inviare a Pasquarelli un messaggio in cui giudicava «inaccettabile» il provvedimento e affermava che era necessario risolvere i problemi sollevati dalla direzione generale in una maniera diversa. Dalla sua parte si erano prontamente schierati il direttore di Raitre Angelo Guglielmi e quello di Raidue Giampaolo Sodano; anche i consiglieri d'amministrazione del Pds avevano espresso forti perplessità circa la metodologia adottata da Pasquarelli. Il neopresidente Walter Pedullà, aveva cercato di placare la polemica riconducendo nei binari della «normalità» il comportamento del direttore generale. Un tentativo vano, vista l'assoluta eccezionalità della decisione. «Al posto di Fuscagni - ha commentato ieri il direttore di Raidue Sodano tornando sulla vicenda - avrei definito il provvedimento di Pasquarelli "irricevibile": una comunicazione del genere doveva essere inviata prima di tutto al Consiglio di amministrazione. La regola è che il direttore di rete viene nominato dal consiglio d'amministrazione e dunque deve essere giudicato da questo organismo insieme al direttore generale. Insomma, i direttori si possono cambiare, ma ci vuole un consenso. Il che è diverso dal mandare una lettera e dire "da domani tu vali la metà"». Sodano ha anche affrontato la questione degli sforamenti di budget da parte delle tre reti: alla radice del «golpe bianco» di Raiuno c'è infatti il superamento del tetto di bilancio di oltre 27 miliardi rispetto ai 230 assegnati per il 1991. «Fuscagni aveva fatto male i conti: nel consuntivo del '91 ha sforato di 27 miliardi. Una cifra considerevole fino a un certo punto poiché si deve mettere in relazione con quanto ogni rete produce. Dei 3 mila e 300 miliardi di bilancio della Rai, solo una mi' ima percentuale finisce alle reti per creare il prodotto televisivo, che poi è la ragione di esistenza di quella entrata di bilancio, ossia il canone e gli introiti pubblicitari. Le reti sono la punta di diamante dell'azienda e bisogna fare attenzione a non penalizzarle, anche perché, appunto, in relazione al «costo contatto», cioè la spesa per un programma divisa fra i telespettatori, noi spendiamo pochissimo. Per quanto riguarda Raidue "I fatti vostri" è costato tre lire e mezzo a telespettatore e "Beautiful" 5 lire». Ma il contrasto interno a Raiuno può essere ricondotto ad una guerra in casa democristiana? «Non credo - risponde Sodano piuttosto qui c'è un direttore generale che ha un compito difficilissimo e giusto, cioè far quadrare i bilanci dell'azienda». Il direttore di Raiuno Carlo Fuscagni

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