«Rispetto la Costituzione» di Francesco Santini
«Rispetto la Costituzione» IL PRESIDENTI: NON PARLO PIÙ' DI POLITICA INTERNA Il Capo dello Stato a Parigi per congedarsi da Mitterrand «Rispetto la Costituzione» Cossiga: «Le affermazioni del Presidente della Camera non si riferiscono a me» «De Mita si preoccupa delle liste elettorali? E' un uomo saggio, avrà i suoi motivi» PARIGI DAL NOSTRO INVIATO All'ultimo momento hanno spedito un cuoco in limousine per un acquisto che è rimasto segreto. L'auto ha lasciato la sede dell'ambasciata italiana guidata da un gallonatissimo chauffeur fendendo la folla di telecamere e cronisti nel bivacco di Rue de Varennes, in attesa della solita esternazione presidenziale. Il cuoco, in giacca bianca, ha sorriso e subito si sono spenti i riflettori. Nessuna esternazione, ma una volontà decisa di affidare dopo le elezioni l'incarico di governo. L'appuntamento è rinviato a stamane, al Grand Palais, per la mostra di ToulouseLautrec, dove annunciano un incontro meno protocollare di quello concesso ieri all'Eliseo da un Francesco Cossiga inaspettatamente «minore». S'è conclusa così la giornata parigina del Presidente italiano in congedo dal Capo di Stato francese. Una sosta rapida davanti ai microfoni. Presidente le prime «picco- nate» sono cominciate a Parigi due anni fa. Di allora non ricordo niente, sono molto invecchiato, ha risposto con un sorriso. Ha continuato la sua riflessione sulla repubblica presidenziale? Di politica interna non parlo, silenzio su tutto. La lotti ha detto che la Costituzione va rispettata, dagli alti gradi dello Stato, fino all'ultimo cittadino. La cosa non mi riguarda perché io ho sempre rispettato la Costituzione. Presidente, ha visto, De Mita è preoccupato per le liste elettorali e lei? Ci mancherebbe altro che io mi occupassi delle liste. Se De Mita si preoccupa, essendo un uomo saggio, avrà i suoi motivi. E' una fortuna che lei non debba partecipare alla campagna elettorale: venendo dalla sinistra de avrebbe corso il rischio di non trovare un posto. Cossiga sorride soddisfatto e aggiunge: «E' una fortuna gran¬ dissima. Pensate, quando sono stato eletto presidente della Repubblica, la prima cosa che ho pensato è stata che dopo il mandato sarei diventato senatore a vita». Francesco Cossiga ha illustrato, quindi, il coloquio con Mitterrand. Una visita di congedo, ha detto, «d'accordo con il governo», perché, per quanto si sia trattato di una visita di cortesia, «sono sempre visite nelle quali si parla di politica». I due statisti hanno toccato l'argomento «Maastricht» e Cossiga ha commentato: «I tempi, probabilmente, saranno sfalsati: i francesi riusciranno ad avviare la discussione prima di noi che abbiamo le elezioni, la formazione del governo e la nomina del presidente della Repubblica». Qui Cossiga ha scandito i tempi istituzionali riconfermando la sua determinazione a conferire l'incarico, dopo il voto, di formare il nuovo governo. Non ha lasciato tempo ad una domanda sull'appello di Bankitalia e il governo che denuncia chi predica lo «sfascio». E' passato subito al processo di unificazione europea «anche nell'interesse dei Paesi dell'Est», quindi alla Jugoslavia e al punto di vista italiano alla luce del referendum di Sarajevo. L'aspetto più intenso del colloquio si è avuto sui temi della sicurezza e della difesa nazionale ed europea «in rapporto ha sottolineato - alla nostra comune appartenenza sia all'alleanza atlantica, alla Comunità europea ed all'Unione europea occidentale». Il Presidente italiano ha chiesto a Mitterrand «spiegazioni» sullo spirito della «Brigata franco tedesca» che presto diventerà un «corpo d'armata». Ho chie¬ sto, ha precisato, i motivi «strategici» e «politici» della Brigata e di più non ha voluto aggiungere. Ha lasciato l'Eliseo per trasferirsi in ambasciata. A sera, un giro nelle librerie che gli sono più care ed una visita alla scrittrice Maria Antonietta Maciocchi, sua «vecchia» amica. Cena in ambasciata, finalmente riscaldata dopo un noioso guasto all'impianto di climatizzazione. Menù top secret anche se non s'è visto l'uomo sardo del «postino» Chiambretti addetto ad assaggiare i piatti destinati al Cossiga «picconatore». Francesco Santini Due Presidenti: Francesco Cossiga e Francois Mitterrand
Luoghi citati: Jugoslavia, Parigi, Sarajevo
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