Lei dice sì, lo sposo è morto da un anno di Enrico Benedetto
Lei dice sì, lo sposo è morto da un anno Il Presidente commosso dal lungo amore, lui stroncato dal cancro a due giorni dal matrimonio Lei dice sì, lo sposo è morto da un anno Nozze postume in Francia, con il consenso firmato da Mitterrand PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Bernadette ha detto «oui», con un lieve sorriso, al sindaco di Champigneulles che la univa in matrimonio. Accanto - come testimone - la sorella. Ma il promesso sposo non poteva infilarle l'anello: è morto il 19 marzo 1991. Nozze postume. Un caso rarissimo negli annali della Repubblica francese, ma reso possibile dal Codice Civile, secondo cui (art. 171) il Presidente può autorizzarle a sua insindacabile discrezione qualora ne ravvisi il significato «riparatorio». E Francois Mitterrand, questa volta, si è commosso davvero ascoltando la supplica inoltratagli da Bernadette Heuzé, 49 anni, mestiere operaia tessile. Che oggi si ritrova assieme moglie e vedova di Jean-Louis Detré. La loro storia inizia tredici anni fa. Conoscenza, prime frequentazioni, quindi il «coup de foudre». Dopo qualche tempo, mettono su casa. Non essendo più ragazzini, il matrimonio può attendere. E nessuno, a Champigneulles (Meurthe-etMoselle, Francia profonda) osa criticarli: le unioni di fatto hanno grande successo Oltralpe, tanto che Parigi le legittima da tempo con un «certificato di concubinaggio» - espressione forse antipatica ma inoffensiva - estendendo per i coniugi «more uxorio» coperture mutualistiche e sgravi fiscali. Ma Bernadette e Jean-Louis scelgono alfine di regolarizzare davanti agli uomini, se non a Dio, la loro vita comune. «Assieme abbiamo conosciuto la felicità piena, vorremmo prolungarla nel matrimonio». Senonché qualche settimana dopo lui entra in ospedale. Diagnosi: un tumore ormai avanzatissimo. I medici non lasciano spe¬ ranze, eppure Jean-Louis insiste: «Sposiamoci lo stesso». Per accelerare le procedure, la coppia viene dispensata dalle pubblicazioni in municipio. Però la legge vieta cerimonie-lampo, senza gli altri, necessari adempimenti. Assistiamo così all'impari lotta tra le ragioni della vita - un'esistenza ogni giorno più fievole - e la burocrazia che uccide il loro sogno: essere marito e moglie, fosse per qualche minuto appena. Jean-Louis Detré muore il 19 marzo, antivigilia delle nozze. Bernadette, chiusa nel suo dolore, non si rassegna. Scopre che ia Chiesa ha il potere di sposare «in articulo mortis», ma l'Eliseo anche «post mortem», e rivolge l'appello supremo. Il suo legale, maitre Bloch, deposita un'istanza in tal senso, perorando il sì presidenziale. Mitterrand esita vari mesi a donare l'assenso. Occorre un'istruttoria precisa, che determi¬ ni senza dubbio alcuno la «volontà nuziale». I morti non parlano, quindi bisognava raccogliere ogni testimonianza esterna disponibile. La loro concordanza è totale: nessun vizio di consenso, nessuna riserva mentale, nessun ostacolo invalidante. Salvo, beninteso, il decesso. Ma i giuristi presidenziali hanno deciso che quest'ultimo era una circostanza fortuita e accessoria, laddove le intenzioni dei nubendi costituivano invece il vero terreno per bloc-r care o meno il dossier. Conclusione: «Questo matrimonio s'ha da fare». E' avvenuto qualche ora fa, in gran segreto. Bernadette voleva sottrarsi a flash, curiosità gratuite, speculazioni su questo sposalizio anomalo. Per scongiurare ambiguità da film horror, la cerimonia è retrodatata al 20 marzo '91. Enrico Benedetto
Persone citate: Bernadette Heuzé, Bloch, Francois Mitterrand, Jean-louis, Mitterrand
Luoghi citati: Champigneulles, Francia, Parigi
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