Berlusconi indossa la bombetta, Zandano il gonnellino di Guido Carli

Berlusconi indossa la bombetta, Zandano il gonnellino I NOMI E eu Berlusconi indossa la bombetta, Zandano il gonnellino Una volta tanto il presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, non è solo. Sia il ministro del Tesoro Guido Carli (in partenza per la campagna elettorale a Genova) che il governatore di Bankitalia, Carlo Azeglio Ciampi, sono d'accordo con lui: «Non si può andare avanti così. I conti del Paese non tornano». L'allarme è serio. Questo scorcio di legislatura sembra fatto apposta per varare leggi e leggine che, sommate, mandano a gambe all'aria ogni previsione di Finanziaria. La cosa non è incomprensibile: tira brutta aria per onorevoli e senatori in scadenza. Non solo per via degli umori mutati della gente, delle leghe e delle casalinghe che Ciampi incalzano, ma vede nero anche per il meccanismo L'economista della prefe- Mario Monti renza unica. I conti dell'Italia affondano, ma la campagna elettorale continua a ignorarli. Ancora una volta, l'unico programma-appello, nero su bianco, è venuto da due cittadini privati, seppure famosi: gli economisti Mario Monti e Luigi Spaventa. Hanno preso carta e penna ed hanno stilato un documento di proposte, quello che bisogna assolutamente fare per restare in Europa. Nessun politico ha, finora, risposto. Paolo Cirino Pomicino, però, ha deciso di dare una mano al progetto Imi-Cariplo che sembrava morto e sepolto. E di questo ha subito approfittato il presidente della Ca'de Sass, Roberto Mazzotta, che ha fatto approvare in fretta e furia dal suo consiglio l'offerta per il 21% del capitale dell'istituto guidato da Luigi Arcuti. Mazzotta conta sul disperato bisogno di danaro del Tesoro, tiene le dita incrociate e spera che, per la convergenza astrale di motivi disparati, questa sia la volta buona per varare il matrimonio tanto sognato. Perfino Giovanni Goria aveva un piano, sempre in vista del fatidico aprile. Sperava che Giuseppe Gennari ce la facesse nell'impossibile quadratura del cerchio: convincere Giuseppe Auletta Armenise a firmare la cessione del suo impero bancario. Il che avrebbe permesso di muovere le acque della intricatissima vicenda Federconsorzi. A una settimana dal «giallo Bna», i punti chiave Il monito di Spaventa della storia Pomicino restano oscu- tira dritto ri. Qualcuno sostiene che la transazione per il passaggio dell'imperò Auletta nel-, le mani di Gennari non fosse sui titoli Bonifiche Siele, ma sulla finanziaria di famiglia del conte nella quale è il controllo a cascata di Bonifiche e Bnl. Per molte ragioni, non ultime quelle fiscali. Di qui motivi di non comunicazione a Bankitalia. Tempi di «surplace» anche per le privatizzazioni. I grandi gruppi nel mirino, come Iri e Eni, hanno già iniziato manovre diversive. Sia Franco Nobili che Gabriele Cagliari hanno inviato delle letterine spiegando le loro ragioni e le loro perplessità. Teoricamente, sta per scoccare l'ora della verità. Luigi Cappugi ha consegnato il dossier privatizzazioni al ministro del Bilancio Pomicino, e sarà lui ora a decidere se presentarlo al Cipe così com'è, o se apportare modifiche. La sensazione, tuttavia, è che le privatizzazioni slitteranno al dopovoto. Perché, infatti, irritare i grandi manager di Stato? Silvio Berlusconi, invece, non vuol irritare gli inglesi. Punta a Channel 5, la nuova rete televisiva che andrà all'asta a Londra entro due mesi, e che dovrà essere operativa per la fine del 1994.1 sudditi britannici sono divisi: alcuni sperano in una scossa alle tetre trasmissioni domenicali per famiglie, altri temono che, con il «made in Italy» varchino la Manica gli spogliarelli delle casalinghe e vallette scosciate. Sul- Il blitz lo «stile Berlu- di Mazzotta sconi», il Paese sta avviandosi ad una accesa disputa ideologica. Mentre re Silvio insegue un disegno planetario (in settimana avrà risposte anche da Parigi), il fratello Paolo si occupa più modestamente di cucinacasalinga, non per questo meno importante. Si racconta che, nei giorni scorsi, sia andato al «Giornale» con Ugo Finetti, notabile socialista in Lombardia. E questo non sarebbe piaciuto troppo a Indro Montanelli. Tornando a Londra, oggi grande presentazione del San Paolo in vista del collocamento. Dopo l'incontro in Germania presso la Deutsche Bank, e in Francia presso Suez, stamani Gianni Zandano sarà alla Hambro's, la banca d'affari di cui il San Paolo è il maggiore azionista singolo con una quota del 14%. E sarà il presidente Charles Hambro a fare gli onori di casa. Domani, San Paolo, Hambro's e Warburg saliranno invece a Edimburgo, per incontrare i responsabili dei grandi fondi scozzesi, l'elite degli investitori istituzionali. Se all'estero andrà la fetta già prenotata, ovvero il 40% circa dell'offerta, con un 8% circa nelle mani di investori stranieri l'istituto guidato da Gianni Zandano sarà il secondo grande gruppo bancario italiano più estero-posseduto dopo la Comit, che già oggi ha più il 20% del capitale oltre confine, come sottolinea lo stesso presidente Sergio Siglienti. Valeria Sacchi Per Zandano aria di City Ciampi vede nero L'economista Mario Monti Il monito di Spaventa Pomicino tira dritto Il blitz di Mazzotta I misteri di Gennari Per Zandano aria di City