Due cuori, una casa e la pensione minima
Due cuori, una casa e la pensione minima I NOSTRI SOLDI Due cuori, una casa e la pensione minima IAMO due coniugi di 57 e 56 anni, senza figli, abitiamo in una casetta di nostra proprietà alle porte di Torino (valore commerciale approssimativo 200 milioni) e, al momento di ritirarci dalla vita attiva, potremo contare su due pensioni minime, per complessivi 16 milioni annui, e su un capitale di 120 milioni, da investire. Ed è proprio su questo impiego che vorremmo un consiglio, perché totalmente digiuni in materia. Pur non pretendendo la botte piena e la moglie ubriaca, vorremmo che ci indirizzasse al meglio, sia come rendimento che come tranquillità futura. Ci è stata proposta una formula di gestione mobiliare che, al momento, ci pare la soluzione migliore. Che ne dice?». Suggerirei al signor A. T. (lettera firmata), di San Mauro (Torino), di farsi precisare la «performance», il rendimento, negli ultimi 12 mesi di quella gestione e di accettare la proposta se il rendimento dei capitali ad essa affidati è stato tra 1' 11,5 e il 12,5 per cento netto, e cioè pari a quello che mi risulta sia stato per le gestioni personali proposte da altri gruppi bancari. Ma, se c'è chi può amministrare con professionalità il vostro capitale, solo voi potrete gestire le vostre spese, dalle quali dipende in gran parte la vostra tranquillità futura. A questo scopo vi ricordo la necessità di reinvestire ogni anno quella parte del rendimento che corrisponde al tasso d'inflazione. Oggi siamo ancora intorno al 6 per cento, il che significa che di quei 13-14 milioni che il vostro capitale potrà rendere, dovrete destinare non più della metà al bilancio domestico (in aggiunta alle pensioni), e il resto dovrete affidarlo alla gestione patrimoniale che avrete scelto. Solo così, il nostro lettore potrà conservare la «botte piena» (il potere d'acquisto intatto del suo capitale), nonché garantire alla moglie (e a sé stesso) non certo di ubriacarsi, ma quanto basta per dissetarsi. A proposito di pensioni, il signor E. R. (lettera firmata) di Arona (Novara), vorrebbe sapere quanto dovrebbe essere oggi una pensione liquidata nell'aprile 1973 in 6 milioni 600 mila lire annue, se avesse avuto l'aggiornamento corrispondente all'annuale svilimento della nostra lira. «Sono un pensionato "d'annata" (oggi ottantaquattrenne) - aggiunge - e, prima ancora che'fosse emanata, mi sono fatto la I convizione che la legge 27 I febbraio '91 non avrebbe ri¬ solto il problema dell'adeguamento della mia pensione». Ignoro, ovviamente, se il pessimismo del lettore sia stato smentito, oppure, purtroppo, confermato. Posso solo dirgli che dovrebbe percepire circa 57 milioni, quanti, cioè, oggi sono necessari per acquistare ciò che si poteva comprare con la pensione liquidatagli nell'aprile '73. Non di pensioni, ma sempre di adeguamenti si tratta in questa lettera (firmata) del signor L. M. di Torino, che scrive: «Nel 1967 ho prestato a un parente 20 milioni, con l'intesa che me li avrebbe resi a mia richiesta al valore del giorno, più un congruo interesse. Quale somma deve versarmi oggi? Nell'87 gli ho prestato altri 10 milioni alle stesse condizioni: anche la domanda è la stessa». Il primo prestito equivale a 228 milioni di lire correnti oggi, il secondo a 13 milioni. Mentre per il primo non chiederei l'aggiunta d'interesse, dato che l'inflazione degli anni Settanta e dei primi anni Ottanta è stata tale che la rivalutazione del capitale supera largamente un interesse medio annuo del 10 per cento, per il prestito dell'87 mi sembrerebbe giusto aggiungere un interesse del 10 per cento, che porterebbe la somma da restituire a 17 milioni. Infine, la signora P. C. (lettera firmata), anch'essa di Torino, vorrebbe essere confortata nella decisione di acquistare un alloggio al figlio, «maggiorenne, sposato, che lavora, ma non può permettersi questo acquisto». Allo scopo, venderebbe delle obbligazioni Bei in valuta, dei titoli di Stato in scadenza, ai quali potrebbe aggiungere una somma in contanti. Il mio consiglio è di procedere all'acquisto, perché siamo in un momento di paralisi del mercato immobiliare, e penso che si possa comprare oggi quello che domani potrebbe costare sensibilmente di più. Tenga presente, però, che la fretta è spesso una cattiva consigliera: scelga, pertanto, con calma l'alloggio, perché, in questo campo, non c'è una regola precisa, salvo quella del gusto personale e delle proprie esigenze. 1 Mario Salvatorelli Bili
Persone citate: E. R., L. M., Mario Salvatorelli Bili, P. C.
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