De Michelis aggredito al «suo» Carnevale

De Michelis aggredito al «suo» Carnevale Successo della festa di Venezia, gran folla alla rappresentazione-scandalo di Tinto Brass De Michelis aggredito al «suo» Carnevale In strada, da corteo di protesta VENEZIA DAL NÒSTRO INVIATO Il principe Vincenzo Gonzaga, baldanzoso e irridente, si apparta con la giovane vergine venuta dalla Toscana, le tende si chiudono sull'alcova dove, presenti quattro servitori muti e due guardia donne, il nobile giovane dovrà dar prova della sua virilità. Con poca fortuna: fra i lazzi e gli scherni della folla, il principe ne esce scornato, mentre la vergine ripete sconsolata: «Non è successo niente, ho ancora la mia verginità». E' accaduto sabato notte in Campo San Maurizio dove la «Compagnia della Calza I Antichi» con questa «Momaria» ha riproposto in chiave ironica un fatto storico di cui fu protagonista nel 1583 il principe Gonzaga, costretto a dimostrare la propria gagliardia maschile prima di impalmare Eleonora de' Medici. Infine al terzo assalto il nobiluomo riesce nella bisogna e il cavalier Belisario, al secolo Tinto Brass, regista di film erotici, può gridare alla folla che la «festa» è stata fatta, mentre gli spettatori che assiepavano la piazza si affrettano a sciamare verso gli altri appuntamenti di questo Carnevale veneziano. Il carnevale targato Fininvest era nato fra mille polemiche, «ma siamo a Venezia e la polemica qui è di casa», dice l'asses- sore alla Cultura Fulgenzio Livieri. Ieri la polemica è degnerata: un corteo di CarnevaleAltro, che stava dimostrando contro l'affidamento della manifestazione a Berlusconi, ha intercettato per puro caso il ministro De Michelis che, a piedi, si stava recando a pranzo all'Hotel Monaco, poco lontano da casa sua sul Canal Grande, e lo fa fatto bersaglio di sputi, monetine e accendini; c'è stato un intervento della polizia, e il corteo si è disperso. Episodi d'intolleranza a par¬ te, il successo è senza precedenti, la città è assediata dalla folla. Dopo le contestazioni dei primi giorni, quando il comitato «Venezia a misura d'uomo» aveva criticato «la svendita della città al cavalier Berlusconi», i veneziani, o almeno la gran maggioranza, hanno mostrato di apprezzare quanto è stato fatto per riportare il Carnevale ai fasti di un tempo e l'hanno vissuto in prima persona, protagonisti e non comparse di una manifestazione che ha tenuto conto delle loro esigenze, della neces¬ sità di non relegarli al ruolo di spettatori infastiditi. Damine incipriate con abiti sfarzosi di piume e crinoline, cavalieri con parrucche e tricorni, eunuchi, odalische, costumi floreali, ispirati a quadri celebri, maschere di tutti i tipi, grottesche, paurose, comiche, classiche, avveniristiche hanno dato vita ad una kermesse popolare, con 758 concerti e spettacoli in ogni angolo della città. Davide Rampallo, il direttore artistico, ha inondato Venezia di musica portando 130 com- plessi e solisti di fama internazionale senza tralasciare il doveroso omaggio alla musica classica del Settecento e dell'Ottocento, con i «Concerti degli ambasciatori», brani classici eseguiti da quartetti famosi arrivati da ogni parte d'Europa. Il simbolo del Carnevale '92 è una maschera che fonde il volto del Sole e della Luna. «Dies e Noctes - spiega Rampallo -, il tempo inteso come "continuum", non più vissuto in maniera quantitativa, segnata dai giorni e dalle ore, ma in manie- ra qualitativa, secondo il ritmo e lo scorrere delle emozioni». E infatti i giorni e le ore non sembrano più aver senso in questa città dove, dal 20 febbraio, si vive in una dimensione onirica, «recuperando il concetto del gioco e del riso come elementi propiziatori del ritorno alla vita». Dice il vicesindaco Livieri: «Mi pare di poter affermare che quest'anno il Carnevale è riuscito. Il direttore artistico ha tenuto conto delle indicazioni che sono venute dalla città, non ci sono stati intasamenti, rumori, problemi di coesistenza fra i "foresti" e gli abitanti. Altro fatto positivo, il Carnevale non è costato una lira al Comune e quei soldi (3 miliardi, ndr) potranno essere utilizzati per opere sociali». Hanno pagato gli sponsor: la Reebok, scarpe sportive, e la Swatch, produttrice dei famosi orologi di plastica. In una tenso-struttura da 4 mila persone, il «Palareebok» al Tronchetto, Alberto Barozzi ha animato le serate per i teenagers all'insegna del rock e del rap. Mentre il tempo del divertimento veniva scandito dagli orologi umani della Swatch che si aggiravano in piazza San Marco fra turisti schiamazzanti e piccioni così appensatiti dal troppo cibo offerto da non riuscire più a levarsi in volo. Francesco Fornari Le spese (3 miliardi) sostenute dagli sponsor Organizzati in città 758 concerti con 130 complessi Gran duello tra musica classica e il nuovo rap Tinto Brass (a fianco) e Mercer Ellington figlio di Duke due attrazioni del Carnevale di Venezia li ministro Gianni De Michelis è stato oggetto di contestazioni nella «sua» Venezia

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