E l'Atalanta ci riprova di B. P.

E l'Atalanta ci riprova E l'Atalanta ci riprova Giorgi: Sacchi mi ha spiegato il Milan MILANO DAL NOSTRO INVIATO Il ricordo dell'impresa più sensazionale dell'anno scorso accompagna l'Atalanta a San Siro. «Li battemmo per uno a zero, e loro andarono in tilt». Bruno Giorgi, seconda stagione sulla panchina bergamasca, pesa con realismo la possibilità di un nuovo colpaccio in casa del Milan: «Nel calcio si debbono sempre tener presenti i due poli di una partita. Nel caso, le nostre forze e quelle degli uomini di Capello». E nel suo gruppo manca Caniggia, squalificato, perdita importantissima. La settimana è stata burrascosa per l'Atalanta, avvolta da sparute ma pesanti contestazioni dei tifosi dopo il pareggio in casa con la Cremonese. Quel colpo di testa da pareggio del portiere Rampulla ha divertito mezza Europa ma non i fans orobici. E giovedì, alla partitella di metà, settimana sul campo di Zingónìa,, ha assistito Arrigo Sacchi. Come una ciliegina non gradita su una torta già riuscita (quella della partita con la Cremonese, appunto). «Torni a casa» hanno gridato dalla tribùnetta all'ospite. E «andate a la¬ vorare» ai giocatori di casa. «Scaramucce - minimizza Giorgi - di gruppetti che non vogliono rendersi conto dei nostri valori. L'obiettivo era e resta la salvezza, la zona Uefa dalla quale non siamo ancora esclusi uno splendido optional. L'Atalanta '91-92 è squadra di età medio-alta che sta chiudendo un ciclo con alti e bassi. Una buonissima partita contro la Juve, una scadente contro la Cremonese. Ci siamo persino scusati con i tifosi, ma adesso siamo ad un'altra partita, sul campo del Milan. Le trasferte ci giovano (12 punti fuori e 11 in casa nel torneo in corso, ndr), perché offrono più spazio a Caniggia e Bianchezi, molto validi negli affondo. Le cose vanno in modo diverso a Bergamo, dove dobbiamo condurre la partita», La sorpresa bis è sempre nei sogni, ma il Milan non illude Giorgi. «Lo conosco bene, ormai. Parte a pressione per togliere il fiato all'avversario ed aprire varchi, in attacco. Cerca di andare in vantaggio per mettere la partita sulla tattica risparmiando energie. Non è come la Juve che gioca spesso sul filo del risultato dovendo lottare sino all'ultimo minuto. Noi l'altra domenica avevamo infilato la Juventus con un gol annullato ma valido. Avrei proprio voluto andare in vantaggio per vedere come sarebbe andata a finire». Dalle valutazioni sulle due squadre-leader fatte dal tecnico bergamasco i giochi per lo scudetto sembrano già fatti. Nessuna possibilità quindi per l'Atalanta a San Siro malgrado il Milan sembri aver perso efficacia in zona gol? «Nessuna partita è chiusa in anticipo, di certo per noi ci sono solo degli spiragli». Intanto Giorgi ha approfittato della presenza di Sacchi a Zingonia per saperne ancora di più sul Milan. «Ho chiesto ad Arrigo come mai la squadra rossonera per tradizione faccia pressing a tutto campo contro tutti e insista con le partenze lanciate, quando ha giocatori che potrebbero comandare molte partite faticando ancora di meno. Mi ha spiegato che è il presidente Berlusconi a pretendere questo. Che non si accontenta del risultato ma vuole spettacolo e gol». E voi spettatori, stavolta? «Cercheremo le contromisure adatte, senza stravolgere le nostre qualità nel gioco di rimessa. Qualche accorgimento è d'obbligo contro avversari di qualità». L'Atalanta è costretta a puntare solo su Bianchezi, oggi, e sul movimento del suo centrocampo. E nella carica che Stromberg ha ricevuto dalla visita del vice allenatore della nazionale svedese, squadra che punta sul biondo leader atalantino per il ruolo di libero nelle finali dell'Europeo. «Vorrà dire - Glen sorride - che rimanderò, ma di poco, l'addio al calcio. Chiudere la carriera in Nazionale mi alletta». Giorgi invece non è allettato dall'idea di guidare l'Atalanta '93 senza Stromberg e senza Caniggia. «Piano con le anticipazioni, l'argentino era già dato come partente la scorsa estate... Comunque per il rinnovo del mio contratto, che mi è già stato offerto, decideremo in base a programmi ed offerte della società. Per il futuro puntiamo sui giovani. Fra gli allievi c'è una punta che vale: Savoldi, figlio d'arte. Putroppo per noi e per fortuna sua è troppo giovane per proporsi presto in prima squadra. Intanto pensiamo al Milan, con le forze a disposizione», [b. p.]

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