Il Genoa, un tabù da sfatare di Fabio Vergnano

Il Genoa, un tabù da sfatare Casiraghi avvisa i rossoblu, che la Juve non batte in casa da otto anni Il Genoa, un tabù da sfatare L'attaccante: tra me e Schillaci c'è un'intesa perfetta Caricola ko ma non è menisco, soltanto distorsione TORINO. La voce non c'è, le gambe chissà. Casiraghi da qualche giorno mangia pane ed Aspirina, ma oggi non salterà la sfida con il Genoa, l'avversario che da otto anni esce imbattuto dai confronti in casa della Juventus e che nelle ultime tre partite ha sempre sconfitto i bianconeri. Il bomber ha gli occhi lucidi, il volto palliduccio. Ma tiene duro. Trapattoni gli consegna una maglia da titolare e gli affida il compito di riprendere la caccia al gol. Finora ha segnato sette reti, senza battere rigori. L'ultima prodezza, di nome e di fatto, risale alla partita con il Milan. Poco? Secondo i punti di vista. Per Casiraghi sette gol non sono un'inezia: «Il mio compito è quello di segnare, ma anche per un attaccante non conta soltanto quello. Conta anche e soprattutto il gioco, conta mettersi al servizio dei compagni. Con Schillaci, nonostante quello che possa pensare la gente, c'è un'intesa perfetta in campo. Dialoghiamo come abbiamo sempre fatto nelle tre stagioni passate insieme. Quindi sono in pace con me stesso e non mi sento in debito con nessuno». Così, a muso duro. L'importante è avere le idee chiare e poco importa se poi non si dice proprio la verità. E allora non resta che verificare se tra Casiraghi e l'ex bomber con il silenziatore (Schillaci) tutto funziona con la precisione desiderata da Trapattoni ed attesa dai tifosi. A complicare loro la vita ci penserà un Genoa con la strana vocazione del rompiscatole. La squadra di Bagnoli, però, trova la Juve a metà strada tra la sconfitta di Coppa Italia e la difficile trasferta di Liverpool in Coppa Uefa. Ma nessuno si illude che possa scendere in campo al Delle Alpi come se fosse in gita turistica. Ammonisce Saggio: «Per esperienza so che in questi casi la domenica si cercano gli stimoli giusti per il mercoledì». Anche Casiraghi non si aspetta un Genoa in vena di regali e non trae motivo di conforto neppure dal momento difficile dei liguri, costretti a rinunciare a Caricola (salterà anche la trasferta di Liverpool), che si è infortunato al ginocchio sinistro contro il Parma. A proposito: sembrava che si trattasse di lesione al menisco, invece una diagnosi più attenta e meno pessimistica parla di distorsione. Adesso attendiamo spiegazioni dal presidente Spinelli, che aveva attaccato i giornalisti accusandoli di aver «strappato» un'intervista a Caricola e di averlo spedito in campo giovedì con i nervi a fior di pelle, quindi meno concentrato, dunque più esposto ad infortuni. Una teoria, diciamo così, suggestiva, che offre ai «media» nuovi ed indesiderati poteri. Una carnevalata di seconda mano che certo non sarà piaciuta ad una persone seria come Bagnoli. Alla Juve ne hanno sorriso con distacco, evitando ogni commento. Casiraghi ritorna alle cose serie: «Mi sono chiesto anch'io come mai il Genoa ci metta così in difficoltà. Le ragioni sono sostanzialmente due. La prima, scontata, è che il Genona negli ultimi anni è cresciuto in maniera notevole e oggi va considerato alla stregua degli avversari più ostili. La seconda è che è una squadra robusta, atleticamente potente e ogni partita con loro diventa una battaglia da combattere prima di tutto sul piano fisico. Quindi con tutti i rischi che la cosa comporta. Con ciò, la sconfitta dell'andata mi pare del tutto ingiusta, la più immeritata di tutte. Noi abbiamo segnato troppo in fretta e poi ci siamo sentiti al sicuro. Invece nella ripresa il Genoa ha preso il sopravvento». Ma non c'era Baggio, infortunato. Questa volta il fenomeno potrebbe prendere la Juve per mano e aUpr;a...JHa.un sussulto: «Forse non è chiaro che il mìo contributo è proporzionale a quello dei compagni» precisa. E chiude la porta in faccia alle responsabilità. Fabio Vergnano Caricola: la diagnosi di Spinelli era stata «prematura». Sotto Giorgi, tecnico dell'Atalanta

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