E' un rischio il riposo della terra di Gianfranco Quaglia

E' un rischio il riposo della terra Fenomeno in continua crescita, nella Cee è l'Italia ad avere il record di domande E' un rischio il riposo della terra L'assetto idrogeologico vittima del «set aside» MILANO. Oltre 600 mila ettari di terreno, dalla Sicilia alla Pianura Padana, sono stati messi a riposo nel 1991. Il «set aside» è una pratica sempre più diffusa in Italia, ma rischia di creare grossi problemi all'assetto idrogeologico e agli stessi agricoltori. Adottata tre anni fa dalla Cee, all'inizio aveva destato qualche perplessità; poi, via via, parecchi proprietari hanno optato per questa alternativa, al punto che ora il 40 per cento delle domande presentate a Bruxelles è di provenienza italiana. Nella Cee complessivamente ammontano a 1.305.403 ettari le terre a riposo. Rispetto all'Italia gli altri Paesi concorrono con un ettarato modesto: la Francia con 166 mila ettari, la Gran Bretagna con 129 mila, la Germania con 293 mila, l'Olanda con 14 mila, 740 il Belgio, 1766 l'Irlanda, 84.000 la Spagna, 250 la Grecia, 85 il Lussemburgo, 5550 la Danimarca. Proprio in relazione a questo fenomeno, che tocca in particolare l'Italia, si leva un grido d'allarme dalla pianura, dove le as- sociazioni irrigue temono che l'insieme delle «terre a riposo» possa stravolgere l'intero sistema d'irrigazione. Non solo: se la pratica del «set aside» assumesse proporzioni ragguardevoli potrebbero derivarne conseguenze dirette sulla salvaguardia della falda idrica profonda utilizzata anche a scopo potabi¬ le. Infine, gli agricoltori che non ricorrono al provvedimento di aiuti comunitari, ma continuano nelle coltivazioni, sarebbero penalizzati anche sotto il profilo economico. L'ingegner Sergio Baratti, direttore dell'Associazione irrigua Est Sesia, è intervenuto con una denuncia speci¬ fica e un appello alle autorità comunitarie: «Se il set aside dovesse estendersi oltre certi limiti, la diminuzione delle superfici irrigate porterebbe a un progressivo abbassamento della falda freatica e alla riduzione o alla scomparsa delle acque provenienti da risorgenze e fontanili. In tale caso sarebbe l'intero sistema irriguo a entrare in crisi. Insomma, un'indiscriminata applicazione del set aside può anche lasciar privi d'irrigazione terreni che i conduttori vorrebbero normalmente coltivare». Un secondo aspetto negativo è rappresentato dagli oneri economici che graverebbero in modo pesante sugli agricoltori. Spiega Baratti: «Con le terre a riposo gli organismi preposti all'irrigazione vengono a trovarsi con lo stesso cumulo di spese e una superficie contributiva ridotta su cui ripartirlo: di conseguenza ci sarà un'impennata del costo d'irrigazione a carico di coloro che intendono proseguire nelle coltivazioni». Gianfranco Quaglia

Persone citate: Sergio Baratti