«San Paolo, avrai un esercito di soci» di Ugo Bertone

«San Paolo, avrai un esercito di soci» L'amministratore Giuseppe Mazzarello racconta gli obiettivi della maxioperazione da 1600 miliardi «San Paolo, avrai un esercito di soci» Congiuntura difficile, ma nel '92 il risultato lordo crescerà LO STRATEGA DELLA BORSA TORINO. Londra, New York, Francoforte, Vienna e via dicendo. In tutto dodici capitali della finanza che conta. Un tour, insomma, da far invidia a un cantante di grido. Ma il collocamento del San Paolo spa, al via il 16 marzo, un affare da almeno 1500 miliardi di lire, merita queste fatiche, vero dottor Mazzarello? «Certo, ma il difficile verrà dopo. Quando si chiedono quattrini al mercato si assumono nuove responsabilità, scatta l'obbligo di pagare i dividendi». Giuseppe Mazzarello, 52 anni, gran nocchiero del nuovo gruppo San Paolo dalla sua poltrona di amministratore delegato, è fatto così. Sente la banca, la sfida dei numeri e dei risultati in tempi rapidi. Non lo dice, ma l'idea di confrontarsi anche con i soci privati, e non solo con gli azionisti pubblici gli piace assai. State per lanciare la mag- gior offerta pubblica della storia della finanza italiana... Oggi è necessario avere mezzi per finanziare lo sviluppo. Occorre investire in tecnologia, professionalità, nel potenziamento della rete. E poi dovete recuperare i quattrini spesi per il Crediop... Anche. Siamo reduci da uno shopping intenso, che ha dato buonissimi risultati. Si entra in una fase di consolidamento? No, questo non lo voglio nemmeno sentire. Il San Paolo è abituato a crescere, marciamo a un ritmo di 50 nuovi sportelli all'anno e voglio che questi sportelli diano reddito in tempi rapidi. Quanti azionisti vuole? Vogliamo un azionariato diffuso. Già abbiamo fatto una scelta imponendo un minimo di cento azioni e un tetto di 50 mila per i soci privati. Il che vuol dire, dato che il prezzo unitario oscillerà tra le 12 e le 14 mila lire, un tetto tra i 600 e i 700 milioni. La banca, se teniamo conto anche del Lariano e Provinciale Lombarda, copre il 7% del mercato, più di un milione di famiglie. Mi auguro che i soci siano centinaia di migliaia. E all'estero? Le garanzie dall'estero coprono il 40% dell'emissione. Noi vorremmo che la quota italiana fosse superiore al 60%. Ma ci faremo quotare subito al Seaq londinese. Perché Mediobanca guida il consorzio di collocamento? Per un fatto di trasparenza. Il San Paolo non ha nulla da nascondere. I grandi gruppi? Ci interessano alleanze in alcuni campi, come quello assicurativo. E poi siamo disponibili a tante collaborazioni anche con la grande impresa. Ma la nostra forza è la qualità del rapporto con la piccola impresa. Più sofferenze, forti investimenti e una congiuntura economica nera. Non è che i conti nel '92 peggioreranno? Non credo. Stiamo rispettando il budget e prevediamo una crescita del risultato lordo di gestione. Per le sofferenze, gli accantonamenti non dovrebbero aumentare granché, se si fa eccezione per il caso Federconsorzi. Anche voi avvertite il calo della raccolta, come buona parte del sistema? No, nient'affatto. Noi cresciamo assai più della media del sistema. La raccolta, del resto, è ormai una conseguenza della qualità dei servizi. Fate disinvestire dai Bot per comprare azioni San Paolo? Rispondo con le cifre: in gestione noi abbiamo 103 mila miliardi, che salgono a 140150 mila con le altre banche del gruppo. Con questi numeri non si presentano grossi problemi anche perché abbiamo formidabili capacità di collocamento. Del resto, il valore veniale del titolo per gli agenti di cambio è di 16.500 lire e noi lo offriamo a un prezzo più basso, senza far pagare una lira di avviamento. E dopo? Ci saranno aumenti di capitale? Toccherà al Crediop? Per il Crediop non abbiamo ancora deciso. No, non credo che occorreranno aumenti di capitale. Il patrimonio è solido e sufficiente a finanziare il nostro sviluppo. Ugo Bertone «L'estero vuole il 40% dell'offerta Ma è meglio avere più italiani» Giuseppe Mazzarello, amministratore della holding

Persone citate: Giuseppe Mazzarello, Mazzarello