Tre Grazie ma col trucco di S. N.

Tre Grazie ma col trucco Tre Grazie ma col trucco I «segreti» di Alba, Birgitte eMilly SANREMO. Chissà chi le ha truccate, e pettinate, le Tre Grazie che hanno scortato Pippo nella guida del Festival. Se lo saranno chiesto in tanti, in salotto davanti alla tv. Si fa in fretta a saperlo, basta aggirarsi nella hall del lussuoso Hotel Royal, che in questi giorni formicola di personaggi più o meno pittoreschi. C'è anche il parrucchiere del Festival Rolando, sa tutto: Birgitte Nielsen e Alba Fatale Parietti si truccano da sole. «In quanto ai capelli, la Nielsen li ha così corti che ha imparato ad acconciarseli, e la Parietti ha sotto una permanente: deve solo buttare giù la testa, scompigliarli, laccarli». Le due Femmes Fatales, dunque, sono autonome. Non lo è invece (proprio lei, così semplice, chi l'avrebbe mai detto) Mamma Milly Carlucci, che si è fatta seguire dal parrucchiere e truccatore personale, per bombare quell'onda morbida Anni 40 de¬ stinata a far moda. Milly Carlucci è stata raggiunta in questi ultimi giorni di Festival dal distintissimo e bel marito, l'industriale Angelo Donati, impeccabile in completo grigio anche nel bel mezzo dell'assolatissima giornata di ieri. Nel finale del Festivalone, tutte e tre le Grazie sono apparse trionfalmente accompagnate dai partners: Alba Fatale è stata raggiunta dal suo compagno, il filosofo bolognese Stefano Bonaga, Birgittona Nielsen il maritino ce l'ha con sé fin dall'inizio: è un ragazzino smilzo che sembra suo nipote, alto anche lui ma piccolissimo in confronto a lei. Cammina sempre qualche passo dietro, si capisce che Birgitte potrebbe prenderlo in braccio senza troppa fatica. Con quei muscoli. Nella hall brulicante dell'Hotel Royal, meta abituale di principi decaduti e della ricca borghesia, nel pomeriggio di ieri si poteva incontrare chiunque: ad un tavolo, c'era il mago di Arcella con il suo medaglione/pataccone al collo che intratteneva con magie varie un gruppo di amici; da un'altra parte Adriano Aragozzini, un poco defilato dagli altri organizzatori del Festival, in seno alla famiglia con moglie e figlia; la giovane figlia giornalista di Biagio Agnes, Lucrezia, s'intratteneva con il figlio di Ciriaco De Mita, Luigi, vestito di scuro come un adulto avanzato; Tony Renis, che ha fatto venire fin qui la Nielsen, se ne prende qualche volta cura: l'autore di «Quando quando quando» gira con il codino come molti businessmen dell'ambiente musicale, è allegro e scatenato. L'altro giorno ha lasciato Sanremo per partecipare, a Modena, al pranzo di Pavarotti con Craxi: «Pavarotti mi ha detto di aver preferito, al Festival, la canzone di Irene Fargo, "Come una Turandot". "Sarà perché mi è familiare", ha detto...», [s. n.]

Luoghi citati: Alba, Modena, Sanremo