Che cosa cerca il Vip in Parlamento; premio ai prof non assenteisti

Che cosa cerca il Vip in Parlamento; premio ai prof non assenteisti LETTERE AL GIORNALE Che cosa cerca il Vip in Parlamento; premio ai prof non assenteisti Se Strehler rinuncia non mi dispiace Non è mia intenzione giudicare la decisione «sofferta e ragionata» del noto regista Strehler di non candidarsi alle prossime elezioni, decisione che l'artista ha rumorosamente motivato su diversi quotidiani. Sono solo un po' preoccupata, o meglio ancora una volta infastidita, dal fatto di non riuscire a comprendere un fenomeno le cui cause sono probabilmente note a chi non si affaccia per la prima volta al mondo della politica. Perché, mi domando, personaggi famosi si candidano e (disgrazia) vengono eletti benché non ne siano all'altezza (esempi clamorosi sono il presentatore G. Scotti e la pornostar Cicciolina) e invece uomini desiderosi di migliorare le cose e di riconosciuta competenza in qualche importante ambito (economia... spettacolo...!) preferiscono rimanere fuori dalla politica attiva, pur essendo in alcuni casi secolari tesserati? Tornando al signor Strehler, è veramente solo delusione e sfiducia? E ancora, si è impegnato seriamente in passato con costanza e con l'obiettivo del bene comune? Come può lamentarsi del fatto che il suo disegno di legge per il teatro non sia stato mai discusso e come può denunciare disinteresse per il bello e il poetico, quando la situazione italiana è quella che conosciamo? Dovremmo forse essere dispiaciuti del suo rifiuto? Dunque, chi si defila da una posizione di grande responsabilità e che richiede sforzi è un individuo di rara modestia o di umana pigrizia? Le insistenti denunce del regista mi sono sembrate poco più eleganti delle risse-spettacolo in tv; questa volta ò stata la stampa il mezzo di involontaria e gratuita pubblicità. La mia ingenuità e i miei vent'anni meritano una risposta! Barbara Montibeller, Milano Anziché punire chi non lavora Leggo con molto disappunto la proposta dello Snals di premiare i professori non assenteisti. Tutto ciò come insegnante che ritiene di svolgere con il massimo impegno il proprio lavoro mi indigna e mi svilisce profondamente. L'assenteista, in quanto tale va punito e non «disincentivato», come mi sembra di capire il sindacato autonomo propone. Essere presente non significa automaticamente fornire un servizio di qualità, l'impressione che ne ricavo è quella che ancora una volta lo Stato sia più preoccupato di raggranellare qualche soldo, piuttosto che investire in un settore chiave per lo sviluppo del Paese. Ciò che non si vuole mettere in discussione sono le responsabilità dello stato di disagio in cui versa la categoria, ancora una volta a prevalere è un puro criterio quantitativo, in un settore di attività umana in cui il «prodotto» non si misura certamente in ore di lavoro. Per dirla in altre parole, l'insegnante casalinga, spesso di «lusso» (con coniuge con elevato reddito) o l'albergatore, o il professionista o chiunque esso sia, che comunque consideri il lavoro scolastico come svago o come mezzo per arrivare alla pensione, continuerà a profondere nella sua professione le stesse energie e non saranno certo il timore delle centomila lire in meno nello stipendio a fargli acquisire quel modus operandi che fa dell'insegnamento una professione al pari di tutte le altre degne di tale nome. Ancora una volta grazie, dunque, a chi, in una situazione come quella in cui versa la scuola italiana, anziché optare per soluzioni coraggiose, si limita, forse, a tamponare una falla di un sistema ormai allo sfascio. L. Magnani, Rimini Doveri e qualità di un buon arbitro L'arbitro di calcio ò un educatore, e come tale deve preveni re il manifestarsi della condot ta violenta sui campi di gioco Deve anche essere uno psico- | logo, per valutale le diverse situazioni emotive ed ambienta- ! li che possono aver portato all'azione fallosa. Molte volte alla base di tutto questo è la valutazione dell'intenzionalità del fallo, nel giudizio di tutti i fattori che possono avere indotto il giocatore a commettere l'azione fallosa. L'intenzionalità sarà valutata nei falli di «prima», nel gioco pericoloso attivo, nel fallo di mani, commesso portando il pallone con la mano, nella valutazione dell'ostruzione. Certo, anche il gioco pericoloso involontario, ma che possa danneggiare un avversario, dovrà essere punito. Molta attenzione dovrà poi essere fatta con il fallo di ma¬ ni, che è spesso l'elemento discriminante sulla volontarietà dell'azione fallosa: il mani dovrà essere punito quando «col braccio e con la mano si porta al pallone» e non quando è il pallone a colpire il giocatore nel braccio o nella mano. Su cariche, spinte, gomitate e simili il giudizio sulla volontarietà o meno è puramente teorico, dovendo in tali casi l'arbitro sempre intervenire. Il «vantaggio» non è una regola, è una norma discrezionale dell'arbitro. Quindi: percezione, intelligenza e gradualità di applicazione; questi sono gli elementi essenziali nella valutazione del «vantaggio». Marco Regaldi, Verbania arbitro di calcio Togliatti e gli italiani «mandolinisti» Essendo testé rientrato dall'estero, ho dato una scorsa alla stampa degli ultimi giorni ed ho notato, senza meravigliarmene, che si è scritto «qualcosa» su Togliatti, come se fossero novità. (Quando sappiamo benissimo di che pasta fosse il «Migliore»). Alla 3a Internazionale, tenutasi a Mosca dal 26 giugno al 13 luglio 1930, il Migliore = Ercoli alias Togliatti ebbe a pronunciare, quale Delegato del Partito Comunista, queste testuali parole: «E' motivo di particolare orgoglio per me l'avere abbandonato la cittadinanza Italiana per quella Sovietica. Io non mi sento legato all'Italia come alla mia Patria, ma mi considero cittadino del mondo, di quel mondo che noi vogliamo vedere unito attorno a Mosca agli ordini del Compagno Stalin. E' per me motivo di particolare orgoglio avere rinunciato alla cittadinanza Italiana perché come Italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla più. Come cittadino Sovietico sento di valere diecimila volte di più del migliore cittadino Italiano». Quanto sopra si può leggere a pag. 185 del resoconto stenografico del suddetto Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica. Lorenzo Destefanis Piobesi d'Alba Il papa chieda perdono per l'Inquisizione L'ultima polemica sbocciata nella stampa è indirizzata al diritto, o meno, del clero cattolico di intervenire e di influenzare le elezioni politiche italiane; con la stessa argomentazione si dovrebbe presentare il diritto della stampa laica di intervenire nelle elezioni del concistoro. E se i giornalisti cattolici si permettono di esprimere pareri, giudizi e critiche sul presidente Cossiga, i cittadini italiani hanno pure il diritto di commentare apertamente le «esternazioni» di Papa Wojtyla. Per esempio, io vorrei fare la seguente domanda. E' giusto chiedere perdono per lo schiavismo inventato dagli europei occidentali laici (e per le crociate e la Inquisizione inventata dalla Chiesa, è mai stato chiesto il perdono?). Vi sono stati 6000 schiavi deportati, con 3000 morti. Oggi però i risultati sono questi; negli Stati Uniti d'America vivono e prosperano 30 milioni di negri, che sono i discendenti africani più avanzati del mondo, dal punto di vista sociale, economico, professionale, educativo, dell'assistenza sanitaria ecc. (Molti non approfittano delle opportunità offerte, ma quella non è una colpa dei bianchi). Come vivrebbe oggi questa moltitudine, se i loro antenati fossero rimasti in Africa? ing. Vindice Vanzo St. Petersburg Florida (Usa)

Luoghi citati: Africa, Italia, Milano, Mosca, Stati Uniti D'america, Unione Sovietica, Usa, Verbania