Churchill abbandonò l'Australia ai giapponesi

Churchill abbandonò l'Australia ai giapponesi Sydney vuole rompere con Londra: nuovi documenti contro la madrepatria Churchill abbandonò l'Australia ai giapponesi LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' scoppiata la «guerra fredda» tra Inghilterra e Australia. E proprio durante la recente visita ufficiale della regina Elisabetta a Sydney, il nuovo primo ministro australiano, il focoso laborista Paul Keating, ha lanciato pesanti strali contro il comportamento tenuto dalla «madrepatria» nell'ultima guerra, accusando Winston Churchill di aver abbandonato il suo Paese alla mercé dei giapponesi. A Londra lo scandalo è rinfocolato dai coloriti resoconti dei tabloid popolari che hanno rivelato ai sudditi inglesi gli sgarbi subiti dalla loro amata regina da parte dei governanti australiani. Non sono semplici infrazioni alle regole dettate dall'etichetta: questi «incidenti» hanno fatto emergere la realtà di un rapporto tra la madrepatria e l'ex colonia irrimediabilmente spezzato. Come il primo ministro Keating ha chiarito in un discorso insolitamente polemico davanti alla regina, «la prospettiva in cui si muove adesso l'Australia è quella della piena indipendenza». Ossia ambisce a diventare una Repubblica. Non è solo il sogno del nuovo premier: un sondaggio pubblicato dai giornali locali ha dato un esito clamoroso, indicando per la prima volta che una netta maggioranza di australiani (57 per cento) vuole troncare gli antichi rapporti con la Corona britannica. Perché questa ventata di polemica anti-inglese? Quasi cinquantanni dopo la fine della guerra, il premier australiano cerca facili consensi popolari rispolverando quello che i vecchi «aussie» ancora rimproverano a Londra: il comportamento inglese sullo scacchiere militare dell'Estremo Oriente. La tesi di Keating, derivata da alcuni storici australiani, è che Londra abbia compiuto pochi sforzi per difendere dagli attac- chi giapponesi la Malesia e Singapore, dove migliaia di australiani persero la vita. Promettendo rinforzi, ma non mantenendo mai gli impegni, Churchill avrebbe in realtà trattenuto sul fronte medio-orientale e poi su quello europeo il fior fiore delle truppe australiane, invece di consentirne il rimpatrio per difendere il Paese da un possibile attacco dei giapponesi. E' una tesi assurda, troppo partigiana? Niente affatto, secondo un meticoloso studio pubblicato ieri dal Guardian, tratto da ricerche inedite negli archivi americani compiute da un quotato storico inglese, il professor James Rusbridger. Queste indagini sono destinate a riaprire piaghe dolorose nella memoria storica degli inglesi e degli australiani, che detestano Churchill fin da quando, nella prima guerra mondiale, mandò inutilmente a morire sotto il fuoco turco quasi ottomila australiani nello sbarco di Gallipoli. Un memorandum segreto scovato a Washington da Rusbridger dimostra come le assicurazioni pubbliche del premier britannico ai governanti australiani sulla volontà di difendere Sin- gapore e la Malesia fossero vuote parole: perché fin dall'agosto del '40, un anno e mezzo prima del vittorioso attacco giapponese, lo stato maggiore aveva deciso che quella difesa era impossibile. Churchill si guardò bene dall'informarne gli alleati au¬ straliani. «Quel che gli interessava davvero era soltanto la salvezza dell'Inghilterra. Non importa a spese di chi», ha detto con tono desolato l'ex premier conservatore australiano Malcolm Fraser. L'Australia venne tenuta al- l'oscuro di tutto, mentre la si illudeva con la promessa di ulteriori rinforzi. Churchill decise di inviare un rapporto segreto al comandante di Singapore per informarlo della situazione reale. La nave che trasportava il documento, la «Automedon», fu però intercettata nell'Oceano Indiano dai tedeschi che si impadronirono del memorandum e lo girarono subito a Tokyo. «E' stato uno dei peggiori disastri nella guerra segreta dello spionaggio», commenta oggi Rusbridger, perché diede al Giappone e alla Germania conoscenza delle reali intenzioni inglesi. Dopo la guerra, le prove di questo tragico errore sono state accuratamente occultate a Londra. Ma il paziente lavoro da talpa dello storico inglese negli archivi americani ha dato slancio alle rivendicazioni repubblicane dell'Australia: ormai più interessata per ragioni economiche a coltivare il suo nazionalismo nell'area del Pacifico - ecco in fondo il motivo reale della querelle storica - che a mantenere i tradizionali legami con la Corona inglese e con un Commonwealth in via di disgregazione. Paolo Patrono La tesi è confermata da uno storico inglese: fin dal '40 il premier britannico sapeva che la difesa era impossibile, ma ingannò le autorità della ex colonia Sopra, il premier laborista di Sydney Paul Keating. A fianco, Winston Churchill A sinistra, truppe australiane si imbarcano durante la seconda guerra mondiale