CAPITAN SQUALO Il mistero della foresta sotto vetro

CAPITAN SQUALO Il mistero della foresta sotto vetro In pellegrinaggio a «Biosfera Due»: nel deserto d'Arizona la Terra dopo la catastrofe CAPITAN SQUALO Il mistero della foresta sotto vetro 7^1 TUCSON (Arizona) L| E uscite dalla città di Tum cson, in Arizona, e arida - I j te verso Nord, nel deserai to, circa quaranta miglia dopo l'ultimo insediamento, che è l'albergo Ventana Canyon, vedrete di fronte a voi una costruzione trasparente. Poiché il deserto è in salita, l'immagine di vetro e di acciaio vi appare magica, in alto. Se arrivate al tramonto potete vedere le strisce rosso fuoco del cielo al di la delle pareti trasparenti. Vi confonde la dimensione del paesaggio, la larghezza dell'orizzonte. Da vicino la costruzione, più che una cattedrale nel deserto, vi appare come una città coperta da strutture belle e bizzarre, a piramide, a cupola. Avvicinarsi non è proibito. Costa 40 dollari in macchina, 9,50 a piedi, c'è un casello per l'esazione del pagamento. E' un'esperienza faticosa nei giorni di fine settimana, come andare a una fonte miracolosa. Immensi parcheggi, code di autobus. La visita vera e propria si fa a piedi. Si formano gruppi intorno a bandierine di plastica di diverso colore. Vicino a ogni bandierina, una guida. Tutto quello che vedete attraverso i vetri, è una foresta, un mini universo sigillato nel quale, vi dicono, vivono otto persone (quattro uomini e quattro donne fra i 29 e i 64 anni di età), 3800 specie animali, un mini oceano, un mini fiume, una mini Amazzonia. Una delle persone sigillate dentro il mini pianeta (che misura un ettaro e mezzo) è medico, uno è sociologo, uno è musicista, una è ecologa. Le loro credenziali - vi dicono - sono impeccabili. Perché gli sperimentatori vengono, dal «Ranch Sinergia», vicino a Santa Fe. Oppure da uno dei due «Istituti di ecotecnica»,. quello di Londra oppure quello dislocato qui accanto, fra le colline del deserto. Anche il villaggio che fa da «base terrestre» per il pianeta sigillato si chiama «Ranch Sinergia». La mattina del 29 settembre dal «Ranch» sono usciti, sotto l'occhio curioso di decine di telecamere, gli otto sperimentatori del nuovo eco-sistema artificiale. II presidente di «Ranch Sinergia» John Poli Alien - detto «Delfino», quarantenne laureato ad Harvard, dove ha reclutato i suoi primi collaboratori, fra cui Edward Bass, detto «Squalo» -, ha rivelato alla stampa il nome del mini pianeta. E' «Biosfera Due». C'è stata, ha spiegato, una «Biosfera Uno», che però non era sigillata e separata dal mondo come questa. Vestiti come in Star Trek, la famosa serie di film di fantascienza, gli otto «tecnici dello spazio» sono apparsi scortati da una tribù di indiani Navaho con piume e tomahawk, che, per 5600 dollari, hanno eseguito una «danza del sole» (questa, dicono al Pueblo San Idelfonso, due miglia lontano, è la tariffa turistica per la cerimonia completa, con le piume). Più tardi gli uomini e le donne vestiti da fantascienza e gli indiani con le piume hanno partecipato alla meditazione, guidata da un monaco tibetano. L'aria purissima del deserto favorisce questo tipo di manifestazioni. I colori sono intensi come in una, allucinazione, cose e persone sembrano più grandi o più piccole del reale, l'intensità dell'ossigeno spinge a una lieve euforia che rende inclini ad accettare, approvare, ammirare. La luce inoltre è adatta alle riprese televisive. L'America, in quei giorni, è stata inondata di splendide immagini della cerimonia del «sigillo» di «Biosfera Due». E' stata anche inondata di comunicati stampa che spiegavano il senso sociale e scientifico dell'evento. Due anni di vita in condizioni completamente artificiali, come su Marte. Come in un mondo reso invivibile da una sciagura nucleare. Il percorso di una sopravvivenza perfetta, in un ambiente puro creato a immagine e somiglianza della natura. In altre parole: il futuro. Il progetto è apparso grandioso, anche per il suo costo, quasi due miliardi di dollari. Dentro «Biosfera Due» tutto - ci dicono è vero, piante, animali, acqua di mare e acqua dolce. Ci sono le condizioni per creare la pioggia e il susseguirsi delle stagioni. Non si deve dimenticare - ci raccomandano - che il processo sarà quello della natura. Ciascuno mangerà ciò che riuscirà a coltivare nel pianeta sigillato. Ma, d'altra parte, all'interno di «Biosfera Due», tutto è artificiale, dal pompaggio dell'acqua alla produzione dell'aria, tenuta pura.e ricambiata da macchinari sotterranei che ricordano il film Metropolis. E qui l'opinione americana, che è affascinata dalla scienza, ma anche dall'ostinazione di sapere come stanno davvero le cose, si è scontrata con il morbido ed efficiente servizio stampa del «Sinergia Ranch». Se tutto è puro, naturale e perfetto, perché continua a spargersi cattivo odore nella valle, perché quando il vento attraversa il deserto l'immagine bellissima del pianeta trasparente è accompagnata da miasmi insopportabili? Le macchine che producono aria pura per gli «spazionauti» ma espellono odori e scorie stanno funzionando per tenere vivi gli eco-tecnici. Funzionano in luogo della promessa che il pianeta avrebbe prodotto da solo, con i suoi alberi, la sua erba e la sua acqua, l'aria pura necessaria al nuovo habitat. Era stato anche promesso che gli otto sperimentatori sarebbero rimasti nel pianeta sigillato per due anni, separati da tutto, come se fossero stati su Marte, come se il mondo, intorno, fosse davvero inabitabile. Ma quando la più giovane dell'equipaggio, la ventinovenne Jane Poynter, si è ferita a una mano, in dicembre, subito è sta¬ ta portata fuori dal perfetto ecosistema, in un vicino ospedale. La ferita per fortuna era lieve. E la Poynter è ritornata verso sera al pianeta sigillato. Ma è ritornata dopo avere fatto la spesa, portandosi «dentro» alcune cose che aveva dimenticato. E frutta fresca. Non c'erano testimoni quando la giovane esploratrice è uscita e ritornata dal luogo in cui avrebbe dovuto vivere, senza interruzione, per due anni. Ma queste cose si vengono a sapere, e creano imbarazzo per chi non le ha dette subito. Conferenze stampa, comunicati e inviti a giornalisti televisivi amici del progetto non hanno cancellato il problema. Chi sono gli uo' lini e le donne di «Ranch Sinergia»? Che credibilità ha il loro esperimento? Quale cultura li guida? L'ultima domanda è la più insidiosa, perché il mondo scientifico americano ha mostrato di avere dubbi su «Biosfera Due». Nessuna fra le grandi scuole e i grandi laboratori che studiano le condizioni di vita nello spazio, o i problemi dell'eco-sistema, è stata invitata. Nessun nome noto nella comunità scientifica ha lavorato al progetto, lo ha visto, o ne è stato informato. «Biosfera Due» sembra figlia di se stessa, della cultura di «Ranch Sinergia», di John Poli Alien detto «Delfino», di Edward Bass detto «Sharkey». Del secondo, di Bass, si sa molto. E' amico di Alien ed è il quarto rampollo (quello «poetico», dicono a Dallas) di una ricchissima famiglia texana. Plagiato o persuaso, è Bass che ha fornito di tasca sua, o ha trovato presso le banche, centinaia di milioni di dollari per iniziare l'esperimento. «Non è un esperimento, al massimo è una esperienza», dicono con diffidenza le voci scientifiche più autorevoli. Le due prove fatali sarebbero l'entrata e l'uscita della signorina Poynter, dopo che indiani e tibetani avevano apposto il sacro sigillo al pianeta. E la necessità di ricambiare l'aria al motore, consumando immense quantità di energia, producendo inaccettabili scorie. E quell'odore. Ma opinione scientifica e opinione comune sono anche più incerte sulla vera natura dell'esperimento e della sua cultura. Si dice che tutto cominci con la forza visionaria del «Delfino», che riesce a guidare con pugno di ferro i suoi amici, riesce a dominare la comunità di Santa Fe con la tirannia di un culto, riesce a persuadere ragazzi e ragazze ricchi a devolvere a «Ranch Sinergia» le loro risorse che, spesso, sono notevoli. Vi rispondono a Santa Fe che il «Delfino» non è un profittatore, è un profeta. Ha avuto questa visione: una ecatombe atomica richiederà di saper cominciare di nuovo la civiltà del mondo, di costruire da capo la natura. L'idea della «colonia su Marte» sarebbe venuta dopo, per giustificare agli occhi dei media la costruzione di un'arca di Noè tecnologica. La visione di Alien detto «Delfino», infatti, è alquanto elitaria, va oltre il darwinismo economico dell'era di Reagan. E' ispirata dall'idea della sopravvivenza di un «gruppo perfetto» in un ambiente perfetto, in cui l'uomo torna a imparare tutto dalla natura. Ma nel nuovo rapporto con la natura, è l'uomo ovvero pochi uomini e donne «puri», adeguatamente preparati per la sopravvivenza - a regolare il funzionamento della natura. Ora che il controverso esperimento è in corso, c'è chi vorrebbe parisi'? con il «Delfino» ma non lo trova. Si scopre che John Poli Alien non è mai stato disponibile per la stampa. Non ci sono recenti interviste a lui, ci sono poche fotografie. Come nei «culti», ha nominato una «presidente» di «Biosfera» che sostiene di essere la sola persona autorizzata a prendere decisioni. Come nei culti, c'è un legame ferreo fra discepoli e leader, anche se il gruppo originario è formato da ex compagni di scuola. E ci sono tradimenti, rivelazioni, documenti che arrivano ai giornali e indicano cifre immense rese disponibili per progetti non chiari. Per esempio, se anche l'esperimento «Biosfera Due» fosse scientificamente corretto, se si potesse approvare dal punto di vista di una nuova ecologia, come spiegare investimenti privati così grandi? Quando, in che punto dell'esperimento, dovrebbe venire il profitto? Da quali clienti? Se guidate per quasi due ore a Nord di Tucson, in Arizona, oltrepassate l'albergo Ventana e il Pueblo San Idelfonso (dove non mancheranno di parlarvi dell'odore di «Biosfera»). Se pagate il biglietto, potete vedere la costruzione bellissima. Potete vedere le ombre degli uomini e delle donne sigillati all'interno. Potete vedere le strisce rosse del tramonto nel deserto attraverso le immense vetrate. Potete sentire il ronzio e il tremore delle macchine che cambiano l'aria. Potete sentire l'odore. Ma non riuscite a capire il perché. A meno che il culto abbia altri progetti, e non sia ancora venuto il momento di rivelarli. Furio Colombo Mini Amazzonici Perotto ricercatori: un Oceano, un fiume e3800 specie animali. Le strane «fughe» di una esploratrice Gli abitanti del pianeta simulato (uomini e donne fra i 29 e i 64 anni). In alto: la grande costruzione in vetro e acciaio nel deserto.