« Alla Basf 70 mila schedati » di E. N.

« Alla Basf 70 mila schedati » GERMANIA Perquisito il colosso chimico: «Stanno distruggendo documenti» « Alla Basf 70 mila schedati » Lo «Spiegel» rivela, per anni la società ha raccolto notizie confidenziali I dossier sui dipendenti con la collaborazione di polizia e servizi segreti BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Indagini riservate della «Basf» sui propri dipendenti e sui candidati all'assunzione, o semplice precauzione contro possibili infiltrazioni terroriste? Caccia alle streghe o collaborazione fra grande industria, polizia e servizi segreti allo scopo di sventare possibili attentati? L'ultimo colpo di scena, in una vicenda che da giorni agita l'opinione pubblica tedesca, è di ieri pomeriggio: quando, in seguito a una telefonata anonima, la polizia ha perquisito la sede del colosso chimico a Ludwigshafen, nel Palatinato. La segnalazione, ha rivelato il magistrato che coordina l'indagine, Klaus Puderbach, diceva di far presto perché «si stavano distruggendo pacchi di documenti», le informazioni raccolte dall'azienda sui dipendenti appunto. La perquisizione non ha dato esito, ma ha riacceso una polemica aspra sui rapporti fra la grande industria chimica tede¬ sca e il proprio personale: l'altro ieri, negli uffici dell'amministrazione della «Basf» erano stati sequestrati i dati di settantamila persone, sulla cui origine ancora sono in corso accertamenti della magistratura. La vicenda è esplosa la settimana scorsa in seguito a un articolo dello «Spiegel», secondo il quale la «Basf» ha continuato per anni a raccogliere informazioni confidenziali sui propri dipendenti. Per questo, scriveva il settimanale, l'azienda aveva ottenuto la cooperazione della polizia e dei servizi segreti federali, che le passavano dati sull'attività politica o sulle caratteristiche delle persone candidate ad essere assunte. In questo modo molte assunzioni sono state rifiutate, scriveva il giornale citando la testimonianza di un ex commissario della polizia di Ludwigshafen, che per anni avrebbe lavorato con i servizi di sicurezza della «Basf». Secondo le sue rivelazioni, questa collaborazione sarebbe stata «molto stretta». La «Basf» - che ieri ha accusato il magistrato di non aver consentito a un suo rappresentante di assistere alla perquisizione - ha respinto le accuse, sostenendo di non aver mai raccolto dati personali attraverso l'ex commissario di polizia. L'azienda ha ammesso di aver avuto rapporti di collaborazione con la polizia della città negli Anni Ottanta, ma soltanto nel quadro di un progetto che interessava allora l'intera Repubblica Federale, e che aveva lo scopo di «difendere persone che potevano trovarsi in pericolo». Se la polizia raccoglieva informazioni sui candidati all'assunzione, dunque, non le trasmetteva alla «Basf», alla quale comunicava soltanto se erano emersi «riferimenti con il terrorismo». Con queste indagini, che erano estese peraltro all'intera Germania, secondo la «Basf», si sarebbero potute scoprire azioni terroristiche prima che avvenissero, e si sarebbero potuti sventare eventuali attacchi, [e. n.]

Persone citate: Klaus Puderbach

Luoghi citati: Germania