«Ponte aereo per le colf»

«Ponte aereo per le colf» «Ponte aereo per le colf» Deputato Usa: «In Kuwait gli sceicchi le maltrattano» WASHINGTON. Un ponte aereo del Pentagono per salvare le domestiche filippine, indiane e bengalesi che a centinaia si stanno rifugiando nelle ambasciate dei loro Paesi a Kuwait City, denunciando gli sceicchi-padroni per violenze di ogni genere. La proposta - senza precedenti - è nata al Congresso degli Stati Uniti, in seguito all'iniziativa della deputata-femminista Patricia Schroeder. «Penso che anche lei sia d'accordo: questo non era certo il senso dell'operazione "Desert Storm" per la liberazione del Kuwait», ha scritto la battagliera parlamentare americana in una lettera aperta, indirizzata al segretario alla Difesa Dick Cheney. A denunciare le violenze contro un gran numero di domestiche era stato nei giorni scorsi il quotidiano «Usa Today»: a volte poco più che adolescenti, le ragazze che quotidianamente cercano asilo nelle ambasciate di Kuwait City mostrerebbero segni evidenti di maltrattamenti e percosse sul volto e sul corpo. In alcuni casi - secondo alcune testimonianze raccolte dal giornale americano. avrebbero anche denunciato i loro padroni kuwaitiani di averle stuprate e messe incinte. «Sono tutte menzogne», ha smentito ieri l'ambasciatore dell'Emirato a Washington, Saud Nasir al-Sabah. Lo sceicco ha assicurato che il governo kuwaitiano ha svolto un'approfondita inchiesta e ha trovato tutte le accuse completamente infondate: «Sono le domestiche a inventare queste storie per giustificare una fuga dal loro datore di lavoro in cerca di impieghi meglio retribuiti». La situazione delle donne che in Kuwait non sono nemmeno ammesse al voto - è comunque una spina nel fianco per il piccolo Emirato del Golfo Persico e l'ambasciatore ha spuntato una lancia in loro favore: «Adesso è tempo di cambiare: il Parlamento kuwaitiano, finora, è stato un club esclusivo per maschi». Lo sceicco mal-Sabah ha auspicato che il nuovo Parlamento, che sarà eletto nel prossimo ottobre, acconsenta a modificare la Costituzione a vantaggio del sesso debole. «Non è abbastanza», ha però proclamato ieri ai microfoni della «Cbs» Rashah al-Sabah, una cugina dell'emiro kuwaitiano che si batte da tempo per la parità dei diritti delle sue compatriote. Laureata a Yale in studi italiani e definita dal suo intervistatore americano la «Gloria Steinem del Kuwait», Rashah al-Sabah ha dichiarato che le donne del suo Paese «non vogliono chiedere favori, ma vogliono semplicemente riconosciuto un diritto che è previsto dalla Costituzione». [Ansa] L'emiro del Kuwait Jaber al Sabah

Persone citate: Dick Cheney, Patricia Schroeder, Saud Nasir, Storm

Luoghi citati: Kuwait, Stati Uniti, Washington