Aguilera, una paura di nome Baggio

Aguilera, una paura di nome Baggio L'uruguaiano soffre per la crisi del Genoa e vede all'orizzonte ostacoli diffìcili Aguilera, una paura di nome Baggio «Mi è sembrato di rivedere il fantasista del Mondiale» «Ai tifosi prometto grande impegno anche col Liverpool» GENOVA DAL NOSTRO INVIATO La «terribile e passionaria» curva Nord ha salvato soltanto lui, il piccolo grande Pato Aguilera. Con quel pallone imparabile ha acceso per un quarto d'ora la fiamma della speranza: il resto non è stata colpa sua, anzi è stato uno dei pochi a battersi con la giusta rabbia, con scatti rabbiosi e improvvisi che fanno alzare in piedi il tifoso, come alla corrida. Ad Aguilera i sostenitori hanno perdonato tutto, anche il probabile tradimento di fine stagione: purché li faccia sognare ancora contro gli inglesi del Liverpool, se non proprio già domenica prossima contro la Juventus. Il giovanotto ò molto equilibrato a differenza del suo presidente che se l'è presa ancora coi giornalisti. Sceso dalla macchina, davanti al campo di allenamento, ne ha affrontati alcuni accusandoli in pratica di avere causato il grave infortunio di Caricola. «Non era lui, non aveva la testa a posto - ha gridato Spinelli -. Dopo le dichiarazioni che gli avete attribuito, era confuso e così è entrato in modo maldestro su Melli. Sono stato io ad ordinare il silenzio stampa e fra poco ne ordinerò un altro. E se insisterete, finirà che le interviste le farete in mezzo alla strada». Il contrario, dicevamo, di Aguilera, pronto ad esprimersi in modo garbato. Riferendosi al voto unanime dei tifosi, ha detto: «Sì, è la loro e la mia speranza rilanciarci subito, ma non facciamoci illusioni per la gara con i bianconeri. Quelli hanno ritrovato una condizione formidabile e poi c'è Baggio. Mi è sembrato di rivedere in televisione il Baggio del Mondiale: tonico e determinato come allora. Quando gioca così è davvero irresistibile. Sono contento per lui perché lo merita. Speriamo che domenica non sia al massimo, altrimenti sarà dura per noi rossoblu». Pato spiega il momento negativo del Genoa con argomenti validi: «Noi praticamente giochiamo come l'anno scorso tanto è vero che in classifica abbiamo appena un punto in meno. Sono le nostre avversarie ad essere più forti, più competitive. Il gioco in se stesso ha un valore relativo, sappiamo benissimo che contano soltanto i punti. Ecco perché tutto sommato il nostro bilancio non è negativo e poi siamo in corsa per la Coppa Uefa. Domenica e mercoledì dovremo mettercela tutta soprattutto per loro, per i cinquemila tifosi che ci seguiranno a Torino e per le migliaia che ci sosterranno, mercoledì prossimo, contro il Liverpool. E' un debito che dobbiamo sal¬ dare. Soprattutto in Coppa Uefa, perché domenica, ripeto, partiamo svantaggiati. Anche se in fin dei conti siamo noi quelli che hanno meno da perdere rispetto ai bianconeri». Pato Aguilera dà l'impressione di pensare soprattutto al Liverpool e forse è un errore, come si è visto anche in Coppa Italia; un Genoa più concentrato dopo il gol di vantaggio avrebbe amministrato meglio la partita. «Questo può anche essere vero però ci sono stati errori che alla distanza abbiamo pagato. Attenzione però a non fare processi a Signorini o a Braglia: stavolta abbiamo sbagliato tutti. Si perde e si vince in undici. Certo che mi ha fatto piacere sentire i cori dei tifosi nei miei confronti, ma al momento della partita devono ricordarsi anche degli altri rossoblu. Con il Parma non potevamo fare di più: è troppo forte la squadra di Scala anche se noi abbiamo giocato pure con il cuore. In questo momento credo che non ci sia formazione tanto potente come quella emiliana. Noi abbiamo perso Caricola, mentre Skuhravy ha sempre problemi ad un ginocchio ed Onorati soffre di pubalgia. Ecco perché tutto sommato il nostro bilancio è positivo e possiamo migliorarlo». Ed eccoci ad un argomento più spinoso, il contratto dell'u¬ ruguaiano. Spinelli, forse convinto di poterne fare a meno, aveva giocato al ribasso con un contratto di 280 milioni all'anno, più i premi. Una cifra ridicola, se ovviamente risponde al vero, tanto che il Torino non avrebbe avuto problemi a vincere un'ipotetica asta offrendo all'uruguagio un miliardo netto per stagione. Anzi Borsano avrebbe aggiunto 5 miliardi più Bresciani. Con pronto rilancio di Pellegrini: un miliardo e trecento milioni. Spinelli, però, ha un'arma di riserva, ovvero una scrittura privata firmata dallo stesso giocatore e dal suo procuratore Paco Casal. Un accordo per la conferma in rossoblu anche per la stagione '92-93. Che valore avrebbe davanti alla Federazione? Dunque, una domanda inevitabile sul suo futuro, sull'interessamento di Torino e Inter. Aguilera però si chiude a riccio: «Di questo non intendo parlare. Forse lo farò a fine stagione, forse. Fa sempre piacere essere ricercati da club prestigiosi, ma per ora voglio, anzi devo, pensare al bene del Genoa. Io ho due sogni e vorrei realizzarli: vincere la Coppa Uefa e segnare un gol nel derby, magari un gol decisivo. Chiedo troppo?». Giorgio Gandolf i

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