Skf, il cuscinetto chiude un '91 nero di Fr. Bu.

Skf, il cuscinetto chiude un '91 nero Le perdite superano i 44 miliardi Skf, il cuscinetto chiude un '91 nero TORINO. La crisi mondiale dell'industria meccanica ha avuto pesanti ripercussioni sul mercato dei cuscinetti a sfera, coinvolgendo anche il colosso svedese Skf che ha chiuso in rosso il 1991. Il bilancio consolidato presenta un fatturato in calo di circa 520 miliardi di lire (5413 miliardi contro i 5932 del '90) e una perdita, prima delle imposte, di oltre 44 miliardi contro l'utile dell'anno precedente che aveva toccato i 350 miliardi; invariati invece gli oneri finanziari (33 miliardi di lire) che confermano la solidità del gruppo. I dipendenti sono diminuiti dell' 11 per cento. Il quadro è stato presentato ieri a Rivoli dall'amministratore delegato della Skf Industrie (la principale società del gruppo svedese in Italia), Luca Paveri Fontana, che ha sottolineato come sia comunque proseguita la politica di investimenti (366 miliardi di lire nel 1991) e di accordi internazionali che hanno consentito alla Skf di mantenere la quota di mercato (dal settore automobilistico al ferroviario, ai cuscinetti per aviazione). Il gruppo guarda ora con interesse crescente all'Oriente, dove la domanda di cuscinetti, contrariamente a quanto avviene in Europa e in America, è in crescita ( + 2,5% nel '91). In Italia il fatturato della Skf Industrie è stato di 793 miliardi di lire (-10,4 per cento rispetto al '90), mentre il risultato netto di esercizio è stato negativo (-19 miliardi) rispetto a un miliardo di utile nel '90. La società ha comunque investito quasi 40 miliardi, ha operato una drastica riduzione dei magazzini e ha adeguato struttura e organizzazione alle mutate esigenze di mercato. [fr. bu.]

Persone citate: Luca Paveri Fontana

Luoghi citati: America, Europa, Italia, Rivoli, Torino