Italia i conti in rosso

Italia, i conti in rosso La bilancia valutaria chiude in passivo per 574 miliardi Italia, i conti in rosso Ma nei commerci si riscuote l'export MILANO. Un 7% di aumento, a gennaio, delle esportazioni delle aziende italiane. E un contemporaneo calo del 3,8% delle esportazioni. Risultato: un saldo ancora negativo (3141 miliardi) della bilancia commerciale nel mese di gennaio ma in netto miglioramento rispetto a dodici mesi prima quando il deficit era stato di 4996 miliardi, 1855 in più. Una buona notizia nel saldo import-export. Un'altra dal fronte valutario dove, sempre a gennaio, il rosso è stato di 574 miliardi, meno dei 794 del gennaio 1991. I primi dati d'inizio d'anno, forniti dall'Istat e dall'Uic, cominciano ad affluire. E il quadro dell'industria e dell'economia comincia a delinearsi: ripresa degli ordini dall'estero, aumento dei movimenti di capitale. Un primo segnale di ripresina? La parola ai numeri. Che, almeno nel caso dell'andamento di import ed export, nascondono parecchie sorprese. Tanto per cominciare dal dove e come si è verificato il su e giù dei 19.588 miliardi di importazioni (il totale di gennaio) e dei 16.447 miliardi di export. Da quanto comunicato ieri dall'Istat si scopre che il +7% delle esportazioni è maturato in tutti i settori, escluso quello energetico, con i maggiori aumenti di valore nei prodotti metalmeccanici, in quelli agricoli, alimentari, chimici e nelle industrie manifatturiere. Dal punto di vista geografico, l'export italiano è cresciuto di un 4% nell'area Cee (con punte del 23% in Gran Bretagna) e del 12% nei Paesi terzi. Ovviamente opposta la situazione importazioni. Qui il calo è stato fortissimo nel settore energetico (-32% in valore le importazioni di olii greggi di petrolio), un po' meno nei minerali ferrosi e non ferrosi, nei prodotti chimici e in quelli metalmeccanici. Aumentate, invece, le importazioni di mezzi di trasporto, di prodotti alimentari. E, particolare niente affatto positivo per l'industria tessile italiana: in aumento anche a gennaio continuano a essere le importazioni di prodotti tessili e dell'abbigliamento. Luci, ma anche qualche ombra. Sicuramente positivo l'aumento della penetrazione di prodotti italiani nella Cee e in alcune aree nuove extraeuropee. «E' la conferma che esistono le condizioni perché le nostre imprese possono sfruttare adeguatamente le opportunità di crescita in termini di fatturato e di occupazione», è il commento del ministro del Commercio estero, Vito Lattanzio. Decisamente negativa la conferma della frenata di alcuni comparti forti del made in Italy, a cominciare dal tessile e dall'abbigliamento. E non del tutto positiva la lettura che dà il presidente dell'Ice, Marcello Inghilesi, quando dice: «Il calo delle importazioni va interpretato anche come una riduzione degli acquisti dall'estero di materie prime, beni intermedi e macchinari, quindi può essere un segnale di una ridotta attività economica da parte dell'economia italiana». Insomma, guai a tirare affrettate conclu- sioni su una positiva inversione del trend. Vietato illudersi, insomma. Di strada da fare per uscire dal tunnel ce n'è ancora molta, per di più in salita, visto che i concorrenti sono agguerriti e il Sistema Italia è quello che è, inefficiente. Conclusione di Francesco Paolo Mattioli, direttore centrale Fiat (relatore al convegno milanese su «Strategie per l'Europa: il posizionamento competitivo dell'Italia»): «Nessuno può chiamarsi fuori, lo sforzo per modernizzare il Paese dovrà interessare tutti, imprese, classe politica, burocrazia, sindacato». Armando Zeni L'INTERSCAMBIO DELL'ITALIA PRODOTTI AGRICOLI ENERGIA MINERALI FERROSI E NON MINERALI NON METALLICI CHIMICA METALMECCANICA MEZZI DI TRASPORTO PRODOTTI ALIMENTARI TESSILE E ABBIGLIAMENTO ALTRI -1.013 -2.618 -1.108 +256 -1.486 +700 •645 •860 +1.610 +166 SALDO GEN. 1991 [MILIARDI DI LIRE] -987 •1.964 -836 +276 -1.231 +1.322 -817 -804 +1.592 +308 | SALDO GEN. 1992 j I [MILIARD1 m^^^J

Persone citate: Francesco Paolo Mattioli, Luci, Marcello Inghilesi, Vito Lattanzio, Zeni

Luoghi citati: Europa, Gran Bretagna, Italia, Milano