la mina Bna sulla Consob nuova formula di Ugo Bertone
La mina Bna sulla Consob nuova formula Liquidazione in ribasso, listino contestato: la commissione di Bruno Pazzi si congeda da Piazza Affari La mina Bna sulla Consob nuova formula Ma Goria si fida del piano Gennari MILANO. Non è un giorno qualsiasi in Piazza Affari. C'è la liquidazione di fine mese, ci sono i bilanci in arrivo ma, soprattutto, c'è da archiviare una Consob e festeggiare (con il massimo rispetto per chi se ne va) l'arrivo di un'altra commissione. E tutto questo capita mentre la «grana» Bna è più viva che mai. Da lunedì, ai vertici della commissione di via Isonzo, ci sarà Enzo Berlanda, veronese ma bergamasco di adozione, de ma acclamato anche dagli avversari politici. E lui («Gli auguri? - dice - ne ho bisogno») già ha elaborato il suo piano di battaglia: più attenzione alla sede «secondaria» di Milano, più presenza con i protagonisti del mercato finanziario. Nessuno «strappo» con la tradizione né alcuna cordata politica. Ma Enzo Berlanda, senza voler favorire il partito di origine, sa che occorre ricucire certe tensioni tra finanza e industria del Nord e partiti tradizionali, de in testa. Basti considerarze, per quel che vale, il sondaggio tra gli operatori condotto dal mensile «Gente Money» (riportato nel grafico) per aver un'idea dei ricordi in rosa di Piazza Affari, che la sua stagione migliore l'ha vissuta negli anni della presidenza Craxi. E il nuovo vertice Consob deve fare i conti con l'affare Gennari-Auletta, più intricato che mai. La cronaca, innanzitutto. La Consob, si è saputo ieri, si occupa di Gennari non solo per la sua fresca lite con il conte proprietario della Bonifiche Siele. Da fine gennaio è in corso l'iter di un'indagine relativa alla Fidifin, commissionaria in titoli e valori, di proprietà di Giuseppe Gennari che, almeno secondo quanto denuncia l'Assorisparmio, avrebbe svolto attività di sollecitazione del pubblico risparmio (in particolare nella provincia di Piacenza) senza le opportune autorizzazioni. E l'accusa parla di operazioni non cristalline, attraverso il meccanismo dei riporti. Gennari non reagisce (almeno per ora) ma mette-a segno un colpo da novanta nei confronti del conte Giovanni Auletta Armenise. In campo scende, addirittura, il ministro dell'Agricoltura Giovanni Goria. «Gennari spiega il ministro - sa di finanza e di diritto e da anni conosce il conte Auletta. Devo immaginare che abbia assunto un'iniziativa a ragion veduta?». E lo stesso Goria, circondato dai cronisti a Milano, ricorda di esser stato sempre favorevole a iniziative che coinvolgano i creditori nella gestione della Federconsorzi. «Mi pare - aggiunge - che Gennari proponga per l'appunto di associare ad un'azione di gestione del patrimonio Fedit anche un'operazione di integrazione del medesimo in una grande struttura finanziaria». Né, ha aggiunto Goria, Gennari è il solo ad aver aggredito in questo modo il problema Fe¬ derconsorzi. «Nella direzione di un riconoscimento - spiega il ministro - del ruolo centrale dei creditori si è mosso anche Pellegrino Capaldo. Non so a che punto sia e mi auguro che il suo tentativo possa andare a buon fine. E lo stesso discorso vale anche per Roveraro». In questo clima, non resta che da registrare la prossima assemblea della Bna, legata all'aumento di capitale che dovrà finanziare l'acquisizione del 45% della controllata Sielefin, ovvero l'uscita di Steno Marcegaglia dalla partita per il controllo della banca. Marcegaglia, infatti, controlla il 45% della Sielefin attraverso la Fingem e, a sua volta, la Sielefin è determinante per la maggioranza assoluta della Bonifiche Siele. In tutto un rompicapo da 47 miliardi da cui, a cascata, dipende assai di più. Tutto in regola? Forse nulla, anche perché come avverte Emilio Renzetti della vigilanza di Banca d'Italia, l'acquisto di una holding da cui dipende una banca dovrebbe esser preceduto da un'informativa a via Nazionale. Ugo Bertone Intanto parte un'indagine su una società del finanziere Berlanda vuole più Milano nei programmi di via Isonzo In basso Bruno Pazzi presidente uscente della Consob e, in alto, Enzo Berlanda FINO ALLE EIEZIONI LA BORSA AVRÀ UN RIALZO? SI, E SARÀ SUPERIORE AL 10%
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