«Ambiente Italia» di 1. Car.

Con la tv fra i guasti della Terra «Ambiente Italia» Con la tv fra i guasti della Terra TORINO. Hanno resistito alle Olimpiadi di Albertville, agli slalom di Tomba, alle medaglie del fondo: argomenti che, proprio in quella fascia oraria, riempivano il video di eccitazione. Ad «Ambiente Italia», tutti i sabati alle 14,40 su Raitre, sono orgogliosi dei 900 mila affezionati «con punte di un milione - dice Mario Berardi, ìcaporedattore dei servizi giornalistici della Rai di Torino -. Il nostro è un discorso televisivo portato avanti senza en-1 fasi e ruffianerie, ma confezionato con stampo cronistico perché lo spettacolo della natura e i suoi problemi non hanno bisogno di forzature, sono grandiosi o interessanti per loro conto». «Ambiente Italia» segue lo stile di Tgl Sette: una serie di argomenti girati in ogni parte del mondo, Amazzonia, Europa, Oriente. Oggi si parlerà di vivisezione ed esperimenti sugli animali, del problema Acna, dei lupi che vivono sul Gran Sasso, dell'Abruzzo, e dei danni provocati dalla guerra nella zona attorno a Dubrovnik. «C'è chi preferisce trattare di ecologia cercando aspetti avventuroso-spettacolari, come ha fatto Ambrogio Fogar con il suo "Jonathan". Sono state proposte imprese clamorose, a volte affrontate solo per amore del rischio. Noi invece non ci rivolgiamo a persone che intendono misurare se stesse, ma a gente che cerca di capire cosa stia succedendo, e dove il pianeta Terra può andare a finire». Oltre ai grandi problemi planetari (per esempio il buco dell'ozono e gli interventi sui ghiacciai) vengono affrontate le difficoltà di tutti i giorni, quelle che si incontrano sotto casa: le città ammorbate da strani odori o i campi che producono ortaggi agli anticrittogamici. «Per questa ragione un servizio sarà dedicato all'Acna di Cengio e alla lite, ormai trentennale, fra liguri e piemontesi. Sarà trasmessa l'opinione del vescovo di Alba, secondo cui l'inquinamento dell'ambiente, provocato da certi interessi, può far ammalare le anime». Continua Berardi: «Credo che la gente abbia il desiderio di conoscere i fatti. Sappiamo tutti che la tv, se usata dalla parte dello spettatore, è un formidabile strumento di divulgazione. Il nostro mestiere è quello di raccontare, di spiegare. Quando prepariamo un servizio la nostra strada è volutamente in salita, proprio per essere in grado di aiutare chi ci segue a rifare lo stesso percorso comodamente. Almeno ci proviamo». Fino a quando durerà il vostro viaggio? Ci sarà un'evoluzione? «Andremo avanti senza paura, inoltre la nostra sede di Torino sta già pensando a un grande telegiornale scientifico che servirà a tenere viva l'attenzione su certi problemi, ma certamente non a risolverli». «Non vogliamo essere degli estremisti - conclude -. Non consideriamo la natura un bene assoluto, da salvaguardare a scapito di tutto il resto. Comprendiamo che rappresenta un tesoro da tutelare, però nel contesto di una società avanzata, che non può regredire a livelli preindustriali». [1. car.]

Persone citate: Ambrogio Fogar, Berardi, Mario Berardi, Tomba

Luoghi citati: Abruzzo, Alba, Cengio, Europa, Italia, Torino