Nella notte misteriosa la chiacchiera fa show

Nella notte misteriosa la chiacchiera fa show TIVU'&SANREMO Nella notte misteriosa la chiacchiera fa show IO qui sono il "primus inter pares"», dice Pippo Baudo durante il talk show che viene dopo le canzoni. Modesto, Baudo. D'altronde ormai 10 dicono tutti che il vero vincitore del Festival è lui, che lui ha ottenuto il miracolo dell'audience, che lui ha fatto compiere a Sanremo una virata di 360 gradi: dall'improvvisazione degli ultimi anni alla perfetta professionalità di questa edizione. Pippo quindi non è soltanto il <<primus inter pares», è molto di più. E' il motore di tutta la rassegna, è 11 padrino, è il compositore della diatriba fra la trimurti organizzatrice, è tutto quanto. E' più forte delle polemiche dei cantanti, più forte della concorrenza. Più forte di Ippoliti. Ippoliti doveva dominare il talk show con la sua tecnica di smontaggio televisivo, ma dopo i primi due giorni di trasmissione, sembra che qualcosa si sia inceppato, nel meccanismo. Ippoliti può smontare tutto, ma non la gara: quando mercoledì sera si è messo a urlare, davanti al pubblico dell'Ariston e davanti a sedici milioni di telespettatori, che avrebbe vinto Mia Martini, è stata come una dichiarazione di guerra alla macchina. E la macchina è Pippo Baudo. Che non è certo disposto a cedere neanche un centimetro del suo territorio. Comunque non funziona male, il talk show di commento e raccordo post-canoro. Dimostra che gli italiani sono insaziabili. Dopo aver assistito in oltre sedici milioni alla prima serata del Festival, in oltre quindici milioni alla seconda, ecco altri quattro milioni di spettatori mercoledì e cinque giovedì calamitati dal video dove, nella notte misteriosa, ancora si parla di canzoni e cantanti, si fanno pettegolezzi, si ricevono elogi telefonici, si esibiscono gambe, seni e bocche, si gioca a fare Frassica. Gli scambi di battute Baudo-Frassica so*"- limitati al Nino Frassica cliché della citazione latina o greca (Baudo) che viene interpretata in buffi modi (Frassica). De Crescenzo dice che se il silenzio degli Aeroplanitaliani fosse stato praticato a Napoli, non si sarebbe salvato dal pernacchie Ciotti vuole la Nielsen come madrina, Mollica racconta aneddoti molto carini. Poi ci sono i poveri eliminati, altro bel campionario di umanità: chi è patetico (Mino Reitano), chi arrabbiato (Nuova Compagnia di Canto Popolare), chi rassegnato (i giovani delle «novità»), chi distaccato (Ricchi e Poveri). Chi non si presenta. Predica una strofa di Arbore: «Dicono che son solo canzonette, ma poi le cantano un po' tutti». E tutti, ma proprio tutti, sulle reti della Rai, Grande Organizzatrice (unica un po' defilata è Raidue) se le cantano e se le suonano. Neppure Enzo Biagi, nella sua «Una storia» si è lasciato sfuggire l'occasione: e l'altro giorno l'ha anzi sfruttata da par suo con Arbore, discettando su «Ba-ba-baciami piccina sulla bo-bo-bocca piccolina» e via sillabando, per controllare l'evoluzione dei testi. La grande offensiva Rai ha dunque dato i suoi frutti, almeno in quantità. Vedremo stasera come andrà a finire. Nella collana di perle del talk show «Dopofestival», è giusto segnalarne una più luminosa delle altre. Si chiama «Il coraggio di presentare», l'ha inventata, guarda caso, Ippoliti, che la regala ogni sera a Pippo Baudo. E' un florilegio Anni Ottanta, epoca in cui sul Festival non erano ancora calati gli artigli della Rai Grande Organizzatrice. Così abbiamo rivisto Andrea Giordana e Isabel Russinova, abbiamo ripercorso l'annata dei presentatori (digli di»: figli di Celentano, Tognazzi, Quinn, Dominguin. Puro teatro dell'assurdo, se li vedeva Ionesco, tornava a scrivere. Alessandra Co mazzi zzi ]

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