Stalin riarmò i tedeschi

Stalin riarmò i tedeschi In violazione al trattato di Versailles: lo rivelano due storici russi Stalin riarmò i tedeschi In Urss fabbriche segrete della Reichswebr P OCHI sanno che la Reichswehr germanica potenziò le sue forze in terra sovietica tra il 1920 e il 1933, al fine di aggirare il Trattato di Versailles. Di nascosto dal mondo intero venivano create in Urss imprese comuni per l'industria di guerra e la guerra chimica, poligoni e scuole. Qui veniva addestrato il fiore dell'esercito fascista» (cioè nazista), scrivono gli storici sovietici T.S. Busueva e J.L. Djakov sul numero 12 della rivista Oktjabr (La Reichswehr e i Soviet - Un'alleanza segreta/ Documenti sconosciuti degli archivi sovietici). Malgrado la glasnost, non tutti i tabù sono spariti quando vengono affrontati problemi di politica estera. I due storici, nel denunciare il riarmo della Germania con la totale collaborazione sovietica, si vantano di aver finalmente aperto «una prima breccia in un muro di cemento armato». I documenti inediti qui pubblicati sono compresi tra il 6 aprile 1920 e il 1937 e contengono informazioni sulle Forze Armate tedesche, l'organizzazione degli eserciti polacco, romeno e ceco, verbali delle conversazioni dei marescialli Vorosilov e Tuchacevskij con i colleghi tedeschi, i testi dei contratti. Pochi anni dopo la rivoluzione d'ottobre, un anno dopo il Trattato di Versailles i due Stati potevano credere in una confluenza dei rispettivi interessi: la Germania voleva mantenere o anzi potenziare le proprie Forze Armate a dispetto delle limitazioni imposte dagli alleati, l'Urss doveva crearsi un suo esercito. Scoppiata la seconda guerra mondiale, quest'iniziativa le si ritorse contro ed essa fu distrutta dal Paese che aveva aiutato per anni a riarmarsi. L'alleanza con la Reichswehr era approvata dal vertice sovietico: da Lenin, che definiva il Trattato di Versailles «predatorio, banditesco, poiché schiavizza decine di milioni di persone tra le più civilizzate», da Trockij, Radek, Dzerzinskij, Stalin, Vorosilov, Tuchacevskij e molti altri, e da parte tedesca dal generale Hans von Seeckt, dal ministro degli Esteri W. Rathenau e da vari uomini politici e militari. Secondo von Seeckt, la Russia in caso di guerra poteva fornire alla Germania la quantità necessaria di manganese, molibdeno, nichel, cromo e altre materie prime. Già nel marzo 1921 si pianificavano il trasferimento segreto in Russia dell'industria militare proibita e la costruzione di aerei, sommergibili e fabbriche di munizioni. A Rapallo (1922) i due Paesi concludono un patto segreto: la Reichswehr ottiene il diritto di sperimentare la sua tecnica in terra sovietica e di addestrare il personale per le armi vietate dal Trattato, i sovietici ricevono un compenso annuo e possono partecipare agli esperimenti e alle manovre. La collaborazione include l'organizzazione di scuole per carristi e piloti ed esperimenti chimici congiunti. I generali tedeschi Gudenan, von Brauchitsch, Keitel, von Manstein e altri lavorano in Russia. Non si perse tempo: nel 1923 vengono firmati i primi contratti, anche se la ditta Junkers non fornisce gli aerei di metallo e non costruisce la fabbrica e la ditta Stolzenberg, incaricata di impiantare uno stabilimento per la produzione dell'iprite, inganna russi e tedeschi. Sin dalla primavera del 1919 Trockij/presa una decisione agghiacciante, aveva telegrafato a Mosca: «E' indispensabile creare la possibilità di usare i gas asfissianti. Bisogna trovare una persona responsabile per dirigere dei lavori responsabili». II più recente biografo di Trockij, il generale sovietico Dmitrij Volkogonov, commenta: «Grazie a Dio, l'esperimento della prima guerra mondiale non ebbe una sua "asfissiante" continuazione nelle pianure russe». Ma Volkogonov, che evidentemente non conosceva i documenti pubblicati ora, si sbaglia: oltre alla scuola per aviatori «Lipeck» che esistette per undici anni nella regione di Tambov e alla scuola per carristi «Kama» a Kazan, che cominciò a funzionare nel 1929, fu creata l'impresa «Tomka», in cui si sperimentavano nuovi metodi e apparecchi sia per l'uso di gas asfissianti sia per la disintossicazione delle zone inquinate. Quest'assidua collaborazione militare era protetta da rigide norme di segretezza: nulla rivelava a Lipeck l'attività della Reichswehr, che usava addirittura licenziare per la durata del loro soggiorno in Urss gli ufficiali e i meccanici in servizio attivo trasferiti a Lipeck, trasformandoli in «impiegati di imprese private». I piloti tedeschi in Urss portavano abiti borghesi, era loro vietato dire dove lavoravano e che cosa facevano; in caso di incidenti mortali i certificati venivano falsificati e le bare, rinchiuse in casse per il ritorno in Germania, venivano dichiarate come parti di aerei: «E' lecito supporre» scrivono la Busueva e Djakov «che molti piloti tedeschi, diventati celebri in seguito, fossero stati addestrati proprio qui». Il Trattato di Versailles proi- biva alla Germania di avere dei tank, ma nel 1927 il generale von Seeckt aveva dichiarato: «I tank diventeranno uno speciale tipo di arma, come la fanteria, la cavalleria e l'aviazione». Dal contratto tra «Viko» (sigla dei tedeschi) e «Ka» (i sovietici) per l'organizzazione della scuola per carristi si apprendono dei particolari curiosi: i tedeschi dirigono la scuola ed elaborano i programmi, i russi sono rappresentati da un «aiutante, chiamato così a fini cospirativi». E' lui che assume tecnici, guardie e operai. I tedeschi pagano tutte le spese. Alla scadenza del contratto i tank e gli altri beni passano alla Germania, gli stabili ai sovietici. In un documento cifrato «segretissimo», altri particolari: affinché non si sappia chi è il osto vero padrone dei corsi, al «Kama» vita e lavoro sono adeguati alle altre organizzazioni militari, il personale figura come il corpo tecnico e insegnante dei corsi dell'«Osoaviachim» (la «Società per la Difesa, lo sviluppo dell'aviazione e dell'industria chimica»), il personale tedesco quando lavora fuori dalla caserma e ai ricevimenti porta la divisa dell'esercito sovietico, ma senza mostrine. La corrispondenza in tedesco è affidata ad un messaggero speciale, i telegrammi debbono essere scritti m russo. Il settore più segreto è quello chimico, il «Tomka», nella regione di Samara. Anch'esso costituisce una violazione specifica del Trattato di Versailles, poiché una simile impresa ha bisogno dell'approvazione degli alleati. I sovietici in cambio dovevano ricevere sostanze tossiche da combattimento, strumenti e maschere. Quest'attività bellica era regolata da un contratto, firmato nel 1929 dalla «Società per azioni russa per la lotta ai parassiti e per l'uso di concimi artificiali» (sigla «M») e dalla «Società per azioni tedesca per l'uso delle materie prime» (sigla «V»). A tutti i tedeschi impegnati in questi lavori era vietato farsi degli amici tra la popolazione, nella guarnigione o tra gli stranieri. «Le conversazioni private fortuite... non sono colpite dal divieto, per le fotografie fuori servizio occorre sempre il permesso dei russi, ed è vietato fotografare gli impiegati se indossano la divisa dell'esercito sovietico». Il ruolo di Stalin in tutta quest'impresa fu particolarmente sinistro: nel 1937 il dittatore, durante una seduta del Consiglio militare, accusò molti comandanti dell'Armata Rossa, tra cui Tuchacevskij e Jakir, di essere delle spie tedesche. Dava così l'impressione di essere sta¬ to completamente all'oscuro dei contatti tra la Reichswehr e l'Armata Rossa. In realtà Stalin sapeva proprio tutto: nel novembre 1931 vi era stato un incontro di quattro generali tedeschi con il maresciallo Tuchacevskij, il quale insisteva affinché la collaborazione nei tre settori - l'aviazione a «Lipeck», i tank a «Kama», i gas asfissianti a «Tomka» - fosse estesa e intensificata. Gli appunti vennero inviati immediatamente a Stalin con la seguente nota del maresciallo Vorosilov: «Mando il testo della conversazione con (il generale) Adam. Tutto quello che ha detto Adam è stenografato... Comunicherò le mie impressioni personali quando ci vedremo». Stalin non solo sapeva tutto, ma per giunta, scrivono la Busueva e Djakov, «è evidente che nulla'veniva deciso senza che Stalin lo sapesse e l'approvasse». E così il dittatore, dopo aver contribuito al riarmo della Germania, contribuì ancora ai disastri della seconda guerra mondiale distruggendo ì quadri migliori dell'Armata Rossa. Pochi mesi dopo l'avvento di Hitler le tre imprese della Reichswehr in Urss vennero liquidate, ma il rapporto tra i due Paesi non s'interruppe: nel 1939 trovò nuove forme con il patto Molotov-Ribbentrop. Già il generale von Seeckt aveva auspicato un rapido miglioramento dei rapporti, e Vorosilov, nel 1937, aveva commentato: «I tedeschi intelligenti, anche se fascisti, non possono ragionare diversamente». Principale fautore di quest'amicizia era Stalin: in Germania il partito comunista era forte e il governo autoritario era più attraente per lui delle «marce democrazie» in Francia e in Inghilterra. «Incombeva una guerra che distrusse decine di milioni di vite» conchiudono la Busueva e Djakov «ma la collaborazione militare-politica, iniziata nel 1920, continuò a svilupparsi praticamente fino alla vigilia». UaWainsteln Tecnici e militari in «clandestinità»: rimpatriate di nascosto persino le loro bare Scuole per aviatori e carristi, poligoni di tiro, e anche un impianto per produrre gas tossici Qui accanto il maresciallo Vorosilov (l'ultimo a destra) con i suoi ufficiali di campo. Sotto, una fabbrica d'armi Stalin sapeva almeno dal '31 della collaborazione con i tedeschi. Sotto, il generale Guderian: lavorò a lungo in Russia Collaborazione dal '20 al 33 Tutto il vertice d'accordo, anche il dittatore sovietico che poi finse di non saper nulla