Prima vittoria della dama bianca

Prima vittoria della dama bianca Uscita dal coma la compagna di Coppi, ancora cauti i medici di Novara Prima vittoria della dama bianca Può muovere la testa, sente e capisce Ora la prognosi è di centoventi giorni NOVARA. La «dama bianca» è uscita dal coma. Sette mesi in bilico fra la vita e la morte, poi la speranza che si riaccende per Giulia Occhini, 69 anni, la compagna di Coppi. Sette mesi trascorsi nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Novara, lottando contro un destino che sembrava segnato dopo l'incidente stradale, in quel tre agosto dello scorso anno. Ieri i medici hanno sciolto la prognosi. Da qualche giorno la donna è vigile, muove leggermente il capo, sente e capisce ciò che le si dice. Non riesce ancora a parlare, ma adesso la speranza di un recuoero ha un gradino in più su cui appoggiarsi. Il dottor Edoardo Zamponi, coordinatore del reparto di rianimazione, è comunque cauto: «Prima di poter dire se e come riuscirà a recuperare le sue facoltà mentali e fisiche occorrerà ancora attendere parecchio tempo. Bisogna vedere come reagirà alle cure delle prossime settimane e, soprattutto, valutare quanto hanno inciso i sette mesi di coma, quali lesioni ha subito il cervello». Adesso la prognosi è di 120 giorni, un tempo molto lungo, in cui dovrà compiersi l'ultimo miracolo, quello di un ritorno completo alla vita normale. Il primo era stato compiuto il tre agosto scorso, quando Giulia Occhini era arrivata al pronto soccorso dell'ospedale legata alla vita da un filo sottilissimo. Pochi minuti prima era stata coinvolta in uri incidente stradale, alle porte di Serrvalle Scrivia. Una giornata come tante altre: l'incontro con un amico, il giro per acquisti. Poi sulla strada del ritorno la sua «Tipo» che si scontra, quasi ad un passo da «Villa Coppi», con la «Golf» di due giovani. Un urto violentissimo, sul còrpo della «dama bianca» i segni del dramma: ha un trauma cranico, un trauma toracico e la frattura di sei costole. Cominciano le ore di attesa e di lotta contro la morte. Solo fra l'otto ed il ventidue agosto il bol¬ lettino medico stilato ogni giorno dall'equipe del professor Giuliano Pelosi, direttore del servizio di rianimazione, lascia aperta qualche speranza: la paziente reagisce agli stimoli, viene definita «vigile e collaborante». Poi il tracollo. Il 23 agosto Giulia Occhini ripiomba nel coma. E' sottoposta a tracheotomia per ridurre il rischio di complicazioni respiratorie. Da quel giorno la situazione ha un lievissimo miglioramento, anche se la sua vita è sempre legata ad un apparecchio, il respiratore artificiale. E adesso? Si è fatta anche l'i¬ potesi di un trasferimento di Giulia Occhini a Novi Ligure. La decisione è affidata al figlio, Faustino Coppi. Sarà lui a scegliere se continuare il ricovero a Novara, dove ormai vengono eseguite terapie di routine, o trasferire la madre a Novi Ligure. Ieri Faustino ha espresso l'intenzione di lasciare la madre al «Maggiore»: «A Novara abbiamo trovato medici molto preparati, e desidereremmo che la mamma potesse restare qui». «Se è possibile - dice il dottor Zamponi - la paziente resterà da noi, comunque a questo punto la famiglia può anche decidere il trasferimento a Novi». Anche se si conoscevano già da alcuni anni, presentati dal marito di lei, la storia d'amore tra la Occhini e Fausto Coppi salì alla ribalta delle cronache neh' agosto 1953, a Lugano, quando lui conquistò la maglia di campione del mondo. I fotografi immortalarono per la prima volta la donna «misteriosa» che faceva capolino dietro le spalle di Coppi. Fu un giornalista francese che al seguito del Giro del 1954 coniò il soprannome che la seguì per tutta la vita. Durante la tappa di St. Moritz, Giuba Occhini indossava una giacca bianca e per questo il giornalista francese nel suo articolo fece cenno alla «dame en blanc». Per stare con lei Coppi aveva lasciato la moglie e la figlia. Dall'unione tra la Occhini e il «campionissimo» nacque un figlio, Faustino. Nell'estate del 1960, pochi mesi dopo la morte per malaria dell'uomo per il quale lei finì in carcere (venne infatti arrestata per adulterio, rimase in cella per 96 ore), la Occhini scrisse nelle memorie: «Sono stata l'amante, la compagna, la moglie di Fausto Coppi. Per gli italiani ho avuto, e forse ho ancora, un altro nome, un soprannome che è stato inventato da un cronista sportivo, ma pare tolto di peso da un romanzo di cappa e spada». Marcello Giordani Giulia Occhini era rimasta ferita la scorsa estate in un incidente Il figlio deciderà se trasferirla in un ospedale più vicino a casa La «dama bianca» Giulia Occhini con il «Campionissimo». In basso il figlio Faustino

Luoghi citati: Lugano, Novara, Novi Ligure