Un video-hard per battere Bush
Un video-hard per battere Bush USA» In uno spot di Buchanan scene di orge gay: «E' un film finanziato con soldi pubblici» Un video-hard per battere Bush i&jfimidmtiali» sé^tmesfM^ colpi NEW YORK NOSTRO SERVIZIO La scena è confusa, la penombra impedisce di vedere dettagliatamente cosa sta succedendo, ma il telespettatore riesce ugualmente a intuirlo: si tratta di uomini che si scambiano «attenzioni fisiche» e per di più si tratta di uomini prevalentemente neri. In un quadratino in basso a destra, a coprire ciò che proverebbe al di là ogni ragionevole dubbio che uno dei protagonisti dell'orgia è proprio un maschio, appare la faccia di George Bush. La voce fuori campo dice: «Negli ultimi tre anni l'amministrazione Bush ha investito il denaro dei contribuenti in un'arte tanto blasfema e pornografica da non potere essere mostrata». E infatti si tratta della scena di un film realizzato col contributo del National Endowment for the Art, l'ente preposto per l'appunto al sostegno delle iniziative artistiche. «Questa cosiddetta arte - incalza la voce fuori campo - glorifica l'omosessualità, sfrutta i bambini e distorce l'immagine di Gesù Cristo». Neanche l'immagine di Gesù Cristo viene risparmiata? si chiede il bravo cittadino. Ma non fa in tempo a stupirsi che ecco un altro spot arrivare a ricordargli che l'amministrazione Bush a un certo punto è arrivata addirittura a pensare di servirsi delle liste di coloro che contribuiscono alla costruzione delle chiese per individuare gli evasori fiscali. George Bush lo sapeva che prima o poi questo problema dell'arte sarebbe stato tirato fuori da Pat Buchanan, il suo sfidante per la «nomination» repubblicana, e pochi giorni fa aveva compiuto una mossa cautelativa licenziando John Frohnmayer, direttore del National Endowment for the Art e quindi responsabile dell'uso «pornografico» del denaro pubblico. Ma dal punto di vista del suo fiero avversario e di quelli che lo seguono quella mossa di Bush è stata una specie di riconoscimento della propria coda di paglia, e loro hanno provveduto a bruciarla. I due «commercial» vengono attualmente trasmessi in Georgia, uno degli Stati in cui si vo- terà il prossimo martedì, a quanto si dice sono stati preparati da Buchanan in persona, che di televisione se ne intende visto che la sua popolarità è dovuta soprattutto ai numerosi «talk show» della Cnn in cui per anni ha portato la sua innegabile verve, e segnano la punta estrema dell'andamento «cattivo» che la campagna elettorale ha rapidamente preso. La gentilezza praticata dai candidati nel New Hampshire, due settimane fa, è ormai un ricordo. Il tema che ha dominato le «primarie» in quello Stato, l'economia, durante la marcia di trasferimento verso il Sud dev'essersi smarrito da qualche parte, e ora i giornali lamentano il subentrare al suo posto dei «vecchi sistemi» che passano sotto il nome di «propaganda negativa». Buchanan non è stato naturalmente il solo a scendere di livello. Anzi, in un certo senso la sua è una reazione. A cominciare, infatti, sono stati Bush - che ha fatto mandare in onda uno spot in cui un generale dei marines dà dell'antipatriottico a Buchanan per non avere sostenuto la Guer- ra del Golfo - e Dan Quayle che lo ha definito «non qualificato» a fare il Presidente (prendendosi la risposta «e come fa a saperlo, lui che non sa nulla?»). In campo democratico le cose non vanno meglio. La cura con cui i cinque candidati avevano finora evitato di attaccarsi troppo fra loro è stata messa da parte. Bill Clinton e Paul Tsongas si danno reciprocamente del vigliacco, Bob Kerrey rispolvera il problema del Vietnam e dell'imboscamento di Clinton, il quale a sua volta si lascia andare a un attacco furibondo contro Jesse Jackson, oltretutto per un malinteso (gli avevano detto erroneamente che Jackson appoggiava Harkin e lui gli aveva dato del «pugnalatore alla schiena», salvo poi chiedergli scusa). I fuochi sono stati accesi, e a farne le spese sono principalmente gli elettori della Georgia. In Georgia bisogna vincere a tutti i costi, si dicono tutti i candidati, e i mezzi con cui ottenere la vittoria, a questo punto, sono secondari. Franco Panta rolli
Luoghi citati: Georgia, New Hampshire, New York, Vietnam
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