la vendetta dell'Ira sui pendolari di Paolo Patrono

La vendetta dell'Ira sui pendolari I separatisti volevano una strage, le «teste di cuoio» avevano ucciso 4 loro compagni La vendetta dell'Ira sui pendolari Londra, bomba alla stazione: 28feriti LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Questa volta l'Ira ha mirato nel mucchio, ha cercato la strage, dopo tanti attentati clamorosi ma solo dimostrativi come quelli più recenti a Whitehall, nel cuore politico del Paese, Ieri mattina, invece, i terroristi nord-irlandesi hanno fatto scoppiare una bomba in una delle stazioni ferroviarie di Londra, nell'ora della massima affluenza. Ed è davvero un miracolo se, fra i 120 mila pendolari giornalieri della London Bridge, lo scoppip ha causato soltanto 28 feriti. Dieci minuti prima che l'ordigno esplodesse in una toilette posta tra i marciapiedi dei binari della stazione, un uomo dal marcato accento irlandese ha telefonato a una compagnia tv lanciando l'allarme. Ma l'avviso era volutamente generico e non c'è stato il tempo di far chiudere e di sgomberare la London Bridge, la quinta stazione ferroviaria della capitale sulla quale convergono i treni provenienti dal Kent e dal Sussex, le regioni a Sud di Londra dalle quali affluiscono centinaia di migliaia di pendolari. Così la bomba (un chilo del micidiale Semtex, tradizionale «firma» dell'Ira) è scoppiata mentre i marciapiedi erano affollati ed entrava in stazione un convoglio dal Kent. Il gabbiotto si è disintegrato, mentre frammenti e vetri si rovesciavano a ventaglio sui malcapitati più vicini. Poteva essere una strage. Ma solo una trentina di persone sono rimaste a terra sanguinanti, mentre gli altoparlanti lanciavano l'allarme e invitavano medici ed infermieri a presentarsi d'urgenza per soccorrere le vittime. Accorrevano la polizia, i vigili d^«8TO A.^Ptefl^ U panico si propagava in tutte, le stazióni ,'iferroviarie e nella jirietrppojj^na .che, $ve^anp, la, .«rushhour», 1 ora drpunta in cui centinaia di migliaia di persone si affrettano sui mezzi pubblici verso i posti di lavoro e le scuole. Un rito collettivo che ieri mattina si è macchiato di sangue: perché l'Ira ha deciso di colpire al cuore l'Inghilterra. Ieri sera non era ancora pervenuta la rivendicazione ufficiale da parte dell'«Esercito repubblicano irlandese». Ma, come ha detto subito il ministro dell'Interno Kenneth Baker, «non ci sono dubbi: la bomba è targata Ira». E il capo dell'antiterrorismo, il comandante George Churchill-Coleman, che colleziona ormai smacchi su smacchi, ha rivolto un pubblico appello ai londinesi perché «vigilino, stiano attenti ai pacchi lasciati nei luoghi pubblici, sui mezzi di trasporto. Siamo nel pieno della campagna del terrore». Perché l'Ira ha deciso di colpire i civili? Gli esperti dell'antiterrorismo forniscono una duplice spiegazione. L'Ira ha reagito con questa sanguinosa azione all'uccisione di quattro suoi militanti, «giustiziati» dalle forze speciali delle Sas in Ulster una dozzina di giorni fa. La strage si era consumata in meno di dieci minuti sul sagrato di una chiesa cattolica nella contea di Tyrone quando il «commando» dell'Ira era incappato nell'agguato delle «teste di cuoio». Un portavoce del Sinn Fein, il braccio politico dell'Ira, aveva accusato le Sas di aver voluto annientare quel gruppetto in fuga. «Quei quattro ragazzi potevano essere arrestati facilmente. Invece le teste di cuoio hanno voluto ammazzarli tutti». Inevitabile, come ormai accade puntualmente in questa ultraventennale lotta senza pietà, ieri è scattata la vendetta dell'Ira. Ma c'è anche un obiettivo strategico che l'Ira persegue, al di là di questo singolo episodio. Ed è quello di imporre la tragedia dell'Ulster come uno dei temi della campagna per le elezio¬ ni di primavera. Sia il governo conservatore sia l'opposizione laborista sono uniti nella condanna al terrorismo, come ieri hanno puntualmente ribadito il premier Major e Neil Kinnock. Ma la soluzione politica ristagna, impastoiata nelle rivalità tra i partiti unionisti protestanti nord-irlandesi e quello socialdemocratico di ispirazione cattolica, malgrado i ripetuti tentativi di mediazione del governò, che non sa più come uscire da questo tragico ginepraio. E malgrado la presenza di 12 mila soldati britannici non funziona nemmeno l'opzione militare in Ulster: l'Ira continua a colpire dove e quando vuole, anche sul territorio metropolitano. Nell'imminenza del voto, l'Ira torna ad alzare il tiro, nella speranza di piegare l'ostinazione di Londra. Paolo Patrono Uno sconosciuto ha telefonato per avvertire ma troppo tardi E' cominciata la «campagna elettorale» degli estremisti Ambulanze alla stazione di London Bridge. In basso le pensiline deserte [FOTO AP] ^is^^tv"; southwarkSÉ? UjATHEDRAL

Persone citate: George Churchill-coleman, Kenneth Baker, London, Neil Kinnock

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Ulster