I campioni del furto graziati per vincere

I campioni del furto graziati per vincere La Roma schiera 6 degli 8 giocatori denunciati I campioni del furto graziati per vincere VIAREGGIO. Nel calcio, che cosa non si fa per vincere. Uno straordinario esempio di come il risultato sia più importante di tutto e ad esso tutto vada sacrificato, anche la rispettabilità, è offerto dalla Roma impegnata nel torneo intemazionale giovanile di Viareggio. Ieri, la squadra ha mandato in campo sei degli otto ragazzi che il giorno precedente la polizia aveva denunciato: «Sono topi di boutique». C'era il Parma da eliminare, bisognava accedere alle semifinali (come poi è accaduto): tali imperativi categorici hanno consigliato la società giallorossa a rimangiarsi la decisione di spedire subito a casa i giovanotti che tra una partita e l'altra, stando alla questura, hanno rubacchiato 10 milioni di felpe e tute nei negozi viareggini. Dietro questo desolante comportamento, però, c'è il grottesco. Pur di continuare a far giocare i ladruncoli, o presunti tali, la Roma ha deciso che la polizia ha preso lucciole per lanterne, che solo due degli otto denunciati hanno avuto le «mani lunghe». E questi due, guarda caso, sono i più giovani della compagnia, gli unici minorenni. Particolare fondamentale: sono riserve la cui assenza nulla incide sul rendimento della squadra. «Sono i soli responsabili - recita il comunicato del club - li abbiamo esclusi dall'organico». Frasi che sanzionano un fatto ecceziona¬ le: la «Primavera» della Roma è l'unica équipe al mondo in cui comandano i più giovani. Però, in questa triste vicenda il grottesco abbonda. Mercoledì, deflagra la notizia delle denunce, l'accompagnatore giallorosso Francesco Trancanelli è amaro: «Questi ragazzi, che disperazione: se pretendo il rispetto di certe regole mi chiamano fascista, dobbiamo insegnar loro anche come ci si comporta a tavola». Dalla capitale, il presidente sommo della società, Ciarrapico, tuona: «Saremo inflessibili. Ho disposto una nostra inchiesta». E' affidata a Gildo Giannini, padre del capitano della squadra di serie A. Giannini piomba in Toscana, restituisce i capi rubati, interroga i «topi di boutique», tiene consiglio con Trancanelli e l'allenatore Spinosi, vecchia glo¬ ria del pallone, che appena era scoppiato il caso aveva detto: «E' stata una ragazzata». Povero e profetico Spinosi. Povero perché dall'Urbe lo folgorava l'ordine del presidente: «Gli otto tornino subito a casa». Profetico in quanto Sua Maestà il risultato costringerà Giannini al ridicolo del comunicato: «Tutta questa storia è solo un brutto scherzo di Carnevale». La polizia di Viareggio non la prende bene, il commissario Blengini ribadisce: «I ladri sono otto». Intanto, il critico Trancanelli non risponde nemmeno se gli si chiede l'ora. Zitti i giovani, invisibili i minorenni sui quali è stata scaricata la colpa collettiva. E poi si dice che lo sport educa. Claudio Giacchino li presidente della Roma Giuseppe Ciarrapico ha promesso severi provvedimenti nei confronti dei giocatoci finiti nei guai a Viareggio

Persone citate: Blengini, Ciarrapico, Claudio Giacchino, Giannini, Gildo Giannini, Giuseppe Ciarrapico

Luoghi citati: Toscana, Urbe, Viareggio