Terrore firmato dal racket

Terrore firmato dal racket Bombe a Tortona, distrutti il commissariato e un negozio Terrore firmato dal racket Vendetta della mafia dopo la condanna dei taglieggiatoti La caserma era vuota: pochi agenti, così la sera chiude MESSINA NOSTRO SERVIZIO Il racket sfida il coraggio. Nel Messinese la mafia è tornata a farsi sentire con due azioni clamorose che non hanno più il senso di messaggi intimidatori ma assomigliano ad una vera e propria strategia del terrore contro centinaia di commercianti, stretti nella morsa delle organizzazioni malavitose. Mercoledì notte alle 2,30 una bomba ha fatto saltare in aria il posto di polizia di Tortorici. Gli attentatori hanno collegato l'esplosivo ad una bombola di gas piazzata al centro dei locali del commissariato. Un paio di stanze al primo piano di una palazzina di nuova costruzione che ospita anche la biblioteca comunale. A Tortorici da tempo la notte il commissariato viene chiuso per mancanza di personale. Gli unici quattro poliziotti in servizio non sono sufficienti, infatti, per tenere sotto controllo il paese 24 ore su 24. Così per i mafiosi che «lavorano» di notte è stato semplice minare la palazzina di via Fiume. All'esplosivo è stata collegata una miccia a lenta combustione, l'esplosione è stata violenta. I vetri delle palazzine adiacenti sono andati in frantumi, decine di macchine sono rimaste danneggiate. Completamente distrutta la biblioteca al piano terra dell'abitazione presa di mira dal racket. Il posto di polizia nel paesino di diecimila abitanti attaccato ai Nebrodi è stato istituito lo scorso anno dopo una plateale protesta dei cittadini contro «l'assenza» dello Stato. A Tortorici appartiene il numero più alto di lupare bianche. Lo scorso anno furono dieci i «desaparecidos» della mafia nel paesino messinese. Sono di Tortorici i maggiori esponenti del clan dei Nebrodi, i mafiosi estorsori finiti in carcere grazie alle accuse dei commercianti di Capo d'Orlando. Ad un'ora di distanza dal primo attentato, a pochi chilometri da Tortorici, la mafia è tornata in azione. A Sant'Agata di Militello un incendio doloso ha distrutto il negozio di ferramenta di Calogero Cordici, un commerciante impegnato in prima linea contro l'anonima estorsioni. Cordici, segretario e consigliere comunale del pds, è il vicepresidente dell'Acis, l'associazione antiracket dei commercianti di S. Agata di Militello. Gli attentatori entrati da una finestra laterale e da una saracinesca, hanno avuto tutto il tempo per vuotare le taniche di benzina sugli scaffali del negozio di piazza Duomo. Ufficialmente i due attentati, a poche ore e a pochi chilometri di distanza l'uno dall'altro, non sono collegati tra loro, ma la tecnica di esecuzione e altri particolari fanno pensare ad un unico disegno criminale. Chi ha agito sapeva bene che i due attentati quasi in contemporanea avrebbero reso più complicato il lavoro delle forzo dell'ordine. Il negozio di Calogero Cordici è stato quasi interamente distrutto dalle fiamme, i danni ammontano a quattrocento milioni. Quando i vigili del fuoco sono stati avvertiti stavano ancora lavorando a Tortorici. A S. Agata di Militello la notizia dell'attentato contro uno dei commercianti dell'Acis si è diffusa nel giro di pochi minuti. Calogero Cordici è molto conosciuto in paese e non solo per la sua attività politica. Da due mesi aveva aperto in una zona centrale della cittadina messinese il negozio di ferramenta. In quella attività aveva investito tutti i suoi risparmi, nonostante il racket lo avesse già avvertito una prima volta. A gennaio la mafia gli aveva distrutto una falegnameria. Un «invito» a mettersi in regola al quale il commerciante di S. Agata di Militello aveva rispo¬ sto con coraggio. In Consiglio comunale, proprio due giorni fa, Cordici si è battuto per far aumentare il fóndo di solidarietà istituito dal Comune per le vittime delle estorsioni. Un commerciante in prima linea, insomma, uno dei tanti coraggiosi che a S. Agata di Militello stanno cercando di bissare la vittoria dell'Ario. Uno dei primi a sapere dell'attentato contro il negozio del commerciante messinese è stato Tano Grasso, l'ex presidente dell'Acio di Capo d'Orlando. «Mi ha svegliato di notte la moglie di Cordici - ha raccontato Grasso - per dirmi cos'era successo. Per un attimo ho avuto un po' di paura, ma la paura poi, per fortuna, passa. È lo sanno bene tutti quei commercianti che hanno deciso di combattere una battaglia difficile». Per portare loro la testimonianza dello Stato e coordinare le prime indagini, oggi sarà qui anche il capo della Polizia, prefetto Vincenzo Parisi. Nicola Savoca Il commerciante nel mirino collabora con Tano Grasso Per coordinare le indagini oggi arriva il capo della polizia Il posto di polizia di Tortorici dopo l'attentato dell'altra notte e Tano Grasso, presidente dei commercianti antiracket di Capo d'Orlando

Luoghi citati: Messina, S. Agata Di Militello, Sant'agata Di Militello, Tortorici