«Un anno a dir sì ai cittadini »

«Un anno a dir sì ai cittadini » Incontro con giovani del servizio civile: non si sentono solo obiettori di coscienza «Un anno a dir sì ai cittadini » Operano in centri socioassistenziali «Non siamo né ribelli, né imboscati» Li chiamano «obiettori di coscienza», ma a loro quella definizione sta stretta. Certo, tra loro ci sono anche ragazzi che non imbraccerebbero mai un fucile, neanche per scherzo, ma la maggior parte confessa «amor di patria» e la volontà di servire i concittadini in modo concreto. «Né ribelli, né imboscati, e forse neanche più obiettori» dice Roberto Valerio, 27 anni, laureando in giurisprudenza: «Ho rispetto per chi fa il militare, per l'istituzione delle Forze Armate, ma anche io sono cittadino italiano e mi sento utile alla collettività con il servizio civile». Dal 15 luglio lavora alla Croce Rossa, in via Bologna 171 : «Ho chiesto di dedicare un anno della mia vita ad attività di assistenza». Un impegno che incomincia alle 8,30 ricevendo anziani che hanno bisogno di sostegni economici, di viveri, di semplici consigli. Al pomeriggio, fino alle 18, sistema l'archivio, raccoglie fondi e materiali. Trentasei ore settimanali, per 143 mila lire il mese, la stessa paga che riceve un soldato di leva. La polemica sulla legge dell'obiezione di coscienza li ha posti all'attenzione delle cronache e i mondi in cui operano questi volontari-obbligati denunciano sorpresa e amarezza. A Torino quasi 50 mila ore lavorative vengono regalate ogni settimana a scuole, comunità, centri socioassistenziali, oratori, carceri. «Non è amor di patria?» chiede Gregorio Barila, 28 anni, ingegnere, dal 15 luglio alle Adi. «Aspettiamo oltre, un anno per sapere se la domanda è accolta - dice Barila -. Ho ricevuto i primi rimborsi solo a dicembre, e relativamente ai primi due mesi. Qui dovremmo essere in 19 e siamo soltanto in 4». Per fare che cosa? «L'orario è dalle 9 alle 13, e dalle 14'alle 18. Il mio compito è di raccogliere tutte le notizie utili per i contratti di formazioni lavoro. Nei Comuni di Alpignano e Pianezza lavoro a un'apposito sportello per i gióvani, inoltre collaboro all'organizzazione di concerti, di iniziative d'animazione, ad esempio per preparare una fiaccolata per rircordare i partigiani morti che si terrà ad Alpignano il 20 marzo». A tempo perso, in vero e proprio «volontariato», Barila raccoglie viveri e materiali da inviare a Maranaó (Brasile), ai missionari, e prepara gli incontri sulla Quaresima. Molti continuano a collaborare anche dopo il «servizio civile»: il presidente Michele Consiglio, 15 ani fa, è stato il primo obiettore di coscienza delle Adi. Qualcuno coglie l'occasione anche per «imparare» un mestiere. E' il caso di Mimmo De Gaetano, 26 anni, laureato: «Fino ad agosto ho lavorato per il Comune: ho collaborato all'allestimento della rassegna del Museo del cinema. E ora proseguo. La mia non è stata una scelta "pacifista" ma un modo per essere utile alla collettività senza perdere un anno di vita». Francesco Galeando, 21 anni, ha iniziato il volontariato presso l'istituto Santo Natale di via Pie' di Cavallo 5 bis (accudiscono bambini di famiglie disagiate) prima ancora di «partire» per il servizio civile. Ha due colleghi: Gregor Delvaux, 19 anni, che ha ottenuto dal suo Paese (la Germania) di fare l'obiettore qui, a Torino; Albino Avataneo, 21 anni, in servizio dal dicembre scorso. Anche loro rifiutano etichette di «signornò», invero dicono sempre «sì» ai cittadini che hanno più bisogno. Luciano Borghesan Francesco Galeando, Albino Avataneo e Gregor Delvaux Sotto, manifestazione di obiettori

Persone citate: Albino Avataneo, Gregor Delvaux, Gregorio Barila, Luciano Borghesan Francesco, Michele Consiglio, Mimmo De Gaetano, Roberto Valerio

Luoghi citati: Alpignano, Brasile, Germania, Pianezza, Torino