Consigliere assolto non accusò il giudice

Consigliere assolto non accusò il giudice Per un esposto contro il pretore di Ciriè Consigliere assolto non accusò il giudice Pasquale Cavaliere, 0 consigliere provinciale verde imputato di aver calunniato il pretore di Ciriè, Antonio Malagnino, è stato assolto «perché il fatto non costituisce reato». L'ha deciso ieri il tribunale (pres. Ambrosini), con una sentenza che chiude, almeno per ora (il pm e la parte civile faranno appello) una storia di provincia che ha diviso il centro della cintura in innocentisti e colpevolista Il consigliere provinciale aveva presentato un esposto contro il pretore. Il giudice istruttore Gosso prosciolse però il magistrato, che a sua volta querelò per calunnia il suo accusatore. Cavaliere aveva ipotizzato una serie di favoritismi del pretore nei confronti dei titolari di un'officina di San Maurizio Canavese, suoi amici. Inoltre, il magistrato avrebbe aperto un'indagine contro i dirigenti della Torino-Ceres, per ritorsione contro una contravvenzione inflitta alla figlia che aveva la tessera scaduta. La maggior parte delle notizie nell'esposto erano confidenze del maresciallo dei carabinieri di Ciriè. Il pm Corsi e l'avvocato Festa, parte civile per il pretore, avevano chiesto la condanna di Cavaliere, sostenendo che il consigliere aveva costruito accuse velenose per vendicarsi delle condanne subite per interruzione dei dibattiti in consiglio comunale. Avevano replicato i suoi difensori: «Cavaliere era in buona fede. La fonte dei suoi sospetti, il maresciallo, era autorevole». I giudici hanno accolto questa tesi: Cavaliere non aveva alcun intento diffamatorio. Pasquale Cavaliere, consigliere provinciale verde, assolto «perché II fatto non costituisce reato»

Persone citate: Antonio Malagnino, Festa, Gosso, Pasquale Cavaliere

Luoghi citati: Ciriè, San Maurizio Canavese