Capelli: ho fretta di battermi

Capelli: ho fretta di battermi Il neo ferrarista è il più atteso tra gli undici italiani di questo Mondiale Capelli: ho fretta di battermi «Io eia rossa, è ora di conoscerci» KY ALAMI DAL NOSTRO INVIATO La speranza - si dice - è l'ultima a morire. E l'Italia motoristica, bisogna riconoscerlo, vive ormai da decenni nell'attesa che un pilota tricolore riesca a far rivivere i fasti dei ruggenti Anni Cinquanta, quando i Farina e gli Ascari portavano a casa i titoli mondiali. La pattuglia dei piloti «tricolori» è sempra assai folta: sono undici i nostri connazionali iscritti al mondiale, più il ticinese Andrea Chiesa che ha due passaporti, ma corre con la licenza svizzera. L'elenco comprende Patrese, Capelli, Alboreto, De Cesaris, Modena, Martini, Tarquini, Caffi, Bertaggia e Morbidelli ai quali si aggiunge Giovanna Amati. Inutile nascondersi, guardando le formazioni delle squadre, che solo due fra questi attesi protagonisti avranno la possibilità di lottare al vertice della classifica: Riccardo Patrese con la Williams, prima di tutti, e poi Ivan Capelli, ammesso che la Ferrari si dimostri competitiva. Per il padovano probabilmente il mondiale che prende il via oggi con una serie di prove libere, costituisce la maggiore occasione mai avuta per la caccia al titolo. Ma è anche normale che gli occhi di tutti siano puntati sul milanese che ha avuto la fortuna di approdare a Maranello. Ivan Capelli è il ventunesimo pilota italiano che ha la possibilità di guidare una delle rosse monoposto modenesi in Formula 1. E il ventottenne corridore lombardo ha già avuto modo, in tre mesi, di rendersi conto di che cosa significhi es.sere alla Ferrari: in positivo per quanto riguarda la popolarità, la simpatia che si può suscitare; in negativo per le pressioni che si debbono sopportare. Capelli ha voluto intorno il suo «clan», parenti e amici che lo hanno sempre seguito: Il padre, la sorella («ma la mamma è rimasta a casa, perché si sente più tranquilla quando è lontana dalle piste»), il medico personale Riccardo Ceccarelli che è diventato anche il medico della Ferrari, il manager Vergani. «Mi sembrava giusto - dichiara con molta spontaneità - far vivere sul posto questo momento particolare a chi mi è sempre stato vicino. Mi sento molto sereno e nello stesso tempo caricato. L'unico dubbio riguarda la vettura, l'ho provata troppo poco. Ma sono fiducioso, spero di fare bene». Emozioni particolari, come i primi giorni a Maranello? «No, devo dire ormai che con la squadra c'è un ottimo rapporto, anche di amicizia. Credo che abbiano subito imparato a conoscermi, ad assorbire i miei scherzi, a capire che sono una piccola peste. Ma lo faccio per scaricare la tensione. La verità è che siamo tutti impazienti di sapere quanto vale la vettura che abbiamo a disposizione. Una monoposto molto particolare con un'aerodinamica sofisticata che dovrà essere esplorata a fondo prima di poterla sfruttare al massimo. Sono molto curioso di vedere come sarà il primo confronto diretto con gli altri». Si è parlato però di mesi, prima di raggiungere il massimo rendimento. «Sicuramente in FI non si inventa nulla da un giorno all'altro. Sarà necessario lavorare molto, come sostiene l'ingegner Lombardi, perché la F92A è tutta da scoprire. E' la prima volta che si adopera il monoammortizzatore. Insomma dobbiamo cercare dei dati su cui effettuare lo sviluppo futuro. Ma non sono preoccupato perché so che quando sarò in macchina darò il centodieci per cento delle mie possibilità. La coscienza è a posto». Com'è il rapporto con Jean Alesi? «Sono stato per cinque anni con Mauricio Gugelmin al¬ la Leyton House e non abbiamo mai avuto problemi personali. Con Jean la situazione è normalissima, non ci sono difficoltà. In ogni caso tra noi in questo momento c'è la miglior collaborazione possibile perché dobbiamo crescere insieme, squadra, macchina e piloti. E' normale che nel momento in cui si arriverà in pista, il primo confronto sarà con il compagno di squadra. E' normale e inevitabile». A Ivan Capelli è già capitato di sognare la sua prima gara con la Ferrari? In quale posizione si è visto? «Sono convinto che tutti i piloti sognino di essere in testa, davanti a tutti. E questo è successo anche a me. Ma bisogna soprattutto stare con i piedi in terra». Cosa le ha detto il presidente Montezemolo, prima di partire? «Ci siamo sentiti per telefono e ovviamente mi ha fatto gli auguri. Io gli ho promesso il massimo impegno». Ha sentito l'aw. Agnelli? «No». Neppure dopo Milan-Juventus, visto che lei è un grande tifoso della squadra di Capello? Almeno per lo scudetto del calcio si può sentire abbastanza sicuro... «Non saprei. Le sorprese sono sempre possibili. So che è una banalità, ma si dice che il pallone è rotondo e tutto può succedere anche all'ultimo minuto. Per fortuna anche in Formula 1 il volante è rotondo. Nel senso che sovente si parla di squadre favorite e poi vincono altre. Speriamo che sia questo il nostro caso». Cristiano Chiavegato Ivan Capelli (foto a fianco): «Tra me e Alesi (a sinistra) c'è stima e accordo perfetto» Sopra, Michele Alboreto Da sinistra, Stefano Modena, Andrea De Cesaris e Piergiorgio Martini. Sono in tutto undici i piloti italiani che domenica saranno al via della prima prova del Mondiale di FI che si disputerà sulla pista sudafricana di Kyalami

Luoghi citati: Italia, Kyalami, Maranello, Modena