Casalecchio paese di lunga vita

Casalecchio, paese di lunga vita Tutti in ottima salute, tra loro c'è il fondatore di una famosa loggia massonica Casalecchio, paese di lunga vita Ha il record di longevità, sei gli ultracentenari BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sei ultracentenari, un settimo che in ottobre potrebbe superare il secolo, tre nonnini morti negli ultimi due anni alla veneranda età di 101 anni. E' un primato da «guinness» quello detenuto da Casalecchio di Reno, Comune alle porte di Bologna, assediato dall'industria e dall'inquinamento dove l'età sembra sfidare le leggi della natura. I cittadini ultracentenari (quattro sono ospiti della casa di riposo «Villa Fiorita», due vivono in famiglia, assistiti dai parenti) sono ancora tutti in gamba: hanno una buona memoria, continuano a fare lavoretti domestici, mangiano con appetito. La ricetta? Nessun elisir di lunga vita, assicurano i sei vecchietti che non hanno particolari consigli da dare. Non ne ha Carlo Manelli, prossimo ai 105 anni che compirà il 12 settembre, il più famoso del circolo degli ultracentenari. Ex ispettore capo delle Fs, ancora vispo ed arzillo, Manelli è un personaggio di primo piano della massoneria che aderisce a Palazzo Giustiniani. Nel '64 fu fondatore della loggia dei professori universitari «Zamboni De Rolandis», che nel 1989 finì sotto inchiesta con l'accusa di avere violato la legge sulle società segrete. I 47 imputati (tra cui il magnifico rettore Roversi Monaco, amico di Manelli) furono tutti prosciolti. Sentito dal giudice, il vecchio «muratore», che allora aveva 102 anni, difese con orgoglio il carattere particolarmente coperto della sua loggia, tesa ad «accrescere - disse - la tranquillità e l'aura aristocratica dei suoi professori». Si permise divagazioni sul ruolo della massoneria nella rivoluzione francese, nel risorgimento, nei gruppi della resistenza come Giustizia e Libertà e il partito d'azione. E' proprio nella storia della massoneria, e delle persecuzioni di cui è stata vittima nei secoli, che Manelli (e il giudice gli diede ragione) motivò l'atteggiamento di riservatezza. Oggi intrattiene gli altri ospiti di «Villa Fiorita» ricordando i tempi della guerra e gli aneddoti di quel periodo. Continua a lavorare di cucito e ricamo la sua coetanea, Demetria Manini, 105 anni già compiuti, decana del paese. Quando è possibile alterna ai programmi televisivi una partita a carte, in particolare a briscola dove si dice imbattibile. A tavola preferisce i piatti della cucina bolognese e se lo stomaco qualche volta la tradisce aggiusta tutto con un bicchierino di grappa. Demetria Manini è bisnonna di un bimbo di un anno e lo diventerà nuovamente in maggio. Si dichiara orgogliosa di non avere mai ingerito un medicinale Elvira Raimondi, di 102 anni, vedova dall'ultima guerra. Ha una memoria di ferro, legge ancora i giornali e guarda la tv. Gode di una buona salute, unica lamentela: qualche grado di miopia che la costrinI ge all'uso «fastidioso» degli oc¬ chiali. Genoveffa Querzé, che di anni ne ha 104, dice di essere arrivata a questo venerando traguardo grazie al lavoro svolto nei campi fino all'ottantesimo compleanno. Ha avuto cinque figli, ormai tutti deceduti. Il ricordo del figlio famoso, Raimondo Venturi che fu presidente del Bologna e che ormai è scomparso da qualche anno, tiene compagnia a Ceserina Mazzoli che, il 30 novembre prossimo, festeggerà i 102 anni. Ne ha compiuti «solo» 101, invece, Veglia Gardenghi che il 2 febbraio scorso ha dato il via alla serie dei genetliaci. Una sorta di tour de force per gli amministratori locali, sempre presenti ai festeggiamenti per la foto rituale e la fetta di torta offerta dal Comune. Gli ultracentenari potrebbero diventare sette in ottobre, quando Amleto Fava raggiungerà il secolo di vita. Marisa Ostolani

Luoghi citati: Bologna, Casalecchio, Casalecchio Di Reno