Festa in Kuwait c'è anche Bellini

Festa in Kuwait, c'è anche Bellini GOLFO PERSICO Celebrazioni in tono minore per ranniversario, suU'Emiràto resta l'incubo-Iraq Festa in Kuwait, c'è anche Bellini Il capo della Cia: «Saddam ha i giorni contati» J 'fìrr Kfy QtTTfiW.iifov 9 Tff KUWAIT CITY. In Kuwait il primo anniversario della cacciata dell'invasore iracheno non ha raccolto grande entusiasmo. Nonostante il ponte di quattro giorni per celebrare la Festa della Nazione e quella della Liberazione, le cerimonie sono state ridotte al minimo. La parata aerea, una novità per il Medio Oriente, effettuata da 125 aerei provenienti .da 10 Paesi delle forze alleate. C'erano anche quattro Tornado italiani, a bordo anche Gianmarco Bellini, l'ufficiale fatto prigioniero assieme a Maurizio Cocciolone. L'emiro ha preferito accantonare le altre manifestazioni per rispetto verso le famiglie di quei 1400 abitanti, metà dei quali kuwaitiani, ancora detenuti in Iraq. Commemorazione anche a Washington: un giorno di gaffe. Per Quayle, che confonde l'Iraq con l'Iran. E per l'ambasciatore del Kuwait, che, forse per sollevare il morale di un Bush in difficoltà elettorale, proclama: «Se si votasse nel mio Paese, il Presidente avrebbe il 95%». La vera festa si è scatenata al- l'estero. Oltre 200.000 kuwaitiani hanno scelto di festeggiare oltre frontiera: meta preferita i night di Dubai. Gli altri hanno formato caroselli di auto per le strade della capitale, dove al suono dei clacson si sono sovrapposte salve di mitra, a dimostrazione che il programma per la confisca delle armi non è completamente riuscito. Ma il Paese non riesce a gioire fino in fondo. Ancora non si intravede il Kuwait migliore che sarebbe dovuto risorgere dalle ceneri della guerra. Saddam resta al potere. Il Paese avverte l'ostilità di molti dei suoi vicini arabi. I piccoli imprenditori non sono ancora stati risarciti per le perdite subite. Il deserto e le spiagge sono ancora infestati dalle mine che hanno fatto 1600 vittime. «La gente è frustrata» dice Granirà Al-Najjar, direttore dell'Associazione per la difesa delle vittime di guerra. Tra le note positive c'è l'inizio della campagna elettorale per le elezioni parlamentari di ottobre, le prime da quando nel 1986 l'emiro Jaber al Sabah sospese l'assemblea legislativa. Tuttavia il sovrano ha già precisato che la democrazia avrà i suoi limiti. «Crediamo nella democrazia che costruisce, non in quella che distrugge. Non saranno accettati provvedimenti che mettano in discussione la legge e le tradizioni islamiche o si pongano in contrasto con la monarchia. Intanto prosegue l'offensiva occidentale contro Saddam. Secondo il giornale arabo al Hayat, anche le teste di cuoio inglesi, la Sas, sono in azione al fianco degli americani. Il loro pianò prevede l'addestramento di ribelli sciiti, soprattutto tra i prigionieri di guerra iracheni che si sono rifiutati di tornare in patria, e l'infiltrazione di agenti alleati tra i militari di Saddam. Non a caso ieri il leader curdo Massud Barzani è stato ricevuto a Downing Street dal premier britannico John Major. Per la Cia il dittatore ha i giorni contati. L'ha detto, di ritorno da una missione in Medio Oriente, il capo degli 007 americani, Robert Gates, alla commissione Esteri della Camera dei rappresentanti. «Il Presidente iracheno verrà deposto e ciò, forse, avverrà molto presto. La fronda contro di lui sta salendo. Le condizioni di vita della popolazione sono impossibili. Al suo posto è probabile che salga al potere un altro uomo forte, ma più propenso ad accettare le richieste occidentali». [e. st.] Gianmarco Bellini è tornato in Kuwait

Persone citate: Bush, Gianmarco Bellini, Hayat, John Major, Massud Barzani, Maurizio Cocciolone, Najjar, Quayle, Robert Gates