Il Cocer diventa un quasi-sindacato di Francesco Grignetti

Il Cocer diventa un quasi-sindacato Nuove assunzioni, miglioramenti economici ed equiparazione carabinieri-poliziotti Il Cocer diventa un quasi-sindacato Sì della Camera ai decreti sulle forze dell'ordine ROMA. Equiparazione tra carabinieri e poliziotti, soldi arretrati, nuove assunzioni, potere negoziale dei Cocer, trattamento unificato per forze armate e polizie: la Camera, pressoché all'unanimità, ha approvato i decreti del governo. Ora i provvedimenti passano al Senato. I sottufficiali dei carabinieri hanno ottenuto quanto volevano. E questa volta non sono stati dimenticati i loro collegni della guardia di finanza, della polizia di Stato e di quella penitenziaria. In tutta velocità, è stata messa in cantiere una risistemazione generale dei dipendenti dello Stato in divisa: gli agenti delle cinque polizie, più i sottufficiali delle tre forze armate e anche i dipendenti civili del ministero dell'Interno - complessivamente sono oltre quattrocentomila persone - hanno ottenuto aumenti economici e normativi. L'innovazione principale è il nuovo ruolo «negoziale» dei Cocer. Non diventa proprio un sindacato, ancora. Ma certo i poteri negoziali del Consiglio centrale di rappresentanza sono cresciuti notevolmente. In futuro, quindi, i Cocer discuteranno di organizzazione del lavoro, rapporti economici e giuridici, impiego del personale, sanzioni disciplinari, organici, titolari di uffici e di co- mandi, diritti del personale, trattamento accessorio per servizi prestati all'estero. E ne discuteranno da pari a pari con gli stati maggiori e con i ministri. Insomma, la rivoluzione della sindacato entra nelle sacre stanze delle gerarchie militari. Tutti contenti, allora? Non proprio. Per esigenze di risparmio - difese dal ministero del Tesoro - gli unici a non aver ottenuto gli aumenti sono i sottufficiali di rango più basso, senza qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria. «Ma riprenderemo presto il discorso, per gli assistenti, per gli ispettori e per i commissari», promette Antonio Lo Sciuto, segretario del Siulp. E anche il governo ha incassato una sconfitta. Con un mini-emendamento ha cercato di assegnare un congruo aumento di stipendio ai comandanti in seconda di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Duecentocinquanta milioni d'aumento per cinque alti dirigenti - i tre vice di Parisi, quello di Viesti e quello di Berlenghi - in un anno. Ma Silva no Labriola, presidente della commissione Affari Costitu z io n a li ha invitato il governo a ritirare la proposta e il ministro Scotti l'ha fatto senz'ai tro. Francesco Grignetti

Persone citate: Antonio Lo Sciuto, Berlenghi, Labriola, Parisi, Silva

Luoghi citati: Roma