Torna l'accoppiata Craxi-Forlani di Alberto Rapisarda
Torna l'accoppiata Craxi-Forlani Il compromesso dopsi ricompatta la maggioranza dopo un mese di scontri Torna l'accoppiata Craxi-Forlani Obiezione, la legge alla prova delle Camere ROMA. «Sì. Forlani ha un gran senso della posizione, coinè l'aveva Gianni Rivera. Ha atteso il momento favorevole e ha strappato la palla ad Andreotti» dice il de Gerardo Bianco, col tono di uno spettatore che dagli spalti ha assistito ammirato ad una bella impresa sul campo. Il contropiede del segretario democristiano sulla obiezione di coscienza è stato veramente sorprendente. «Certo, Forlani ha il senso del momento opportuno» conviene Flaminio Piccoli, quasi a malincuore. «Erano due mesi che Andreotti teneva il campo da solo» fa osservare un altro de, l'on. Bruno Stegagnini, già colonnello dei carabinieri. E prevede: «Io credo che questa legge non passa più se ci sarà l'ostruzionismo dei missini. Comunque, la de salva la sua immagine col mondo cattolico e Forlani raggiunge l'obiettivo di stoppare Andreotti. Credo proprio che, a questo punto, il presidente del Consiglio non riuscirà più a far passare il decreto promesso se non venisse approvata la legge». Di fatto, Arnaldo Forlani il temporeggiatore, in un paio d'ore di colloquio diretto con Craxi è riuscito a disfare la tela che il presidente del Consiglio, Andreotti, andava infaticabilmente tessendo a sinistra. De e psi hanno trovato ima soluzione di compromesso sulla legge per l'obiezione di coscienza dopo quasi un mese di scontro frontale e la maggioranza è tornata ad essere unita. Ora non è più determinante l'alleanza parlamentare con il pds a favore dell'obiezione di coscienza, che aveva permesso ad Andreotti di tenere botta a Cossiga e di dirigere il gioco senza trovar rivali né dentro né fuori dal suo partito. È Andreotti-che fa? Per ora tace e si limita a scrivere sulla sua rubrìca sull'Europeo che attorno all'obiezione di coscienza si è parlato «còri tanto difetto di approssimazione conoscitiva e con infelici strumentalizzazioni di piccola politica». Ma pronostica Stegagnini: «Non starà fermo a lungo. Da questo momento ne vedremo tanti di passaggi di palla tra Andreotti e Forlani». Insomma, si scalda la partita tra due dei più quotati concorrenti alla presidenza della Repubblica. Nella quale Craxi ha più interesse a facilitare l'ascesa di Forlani, se punta lui a guidare il futuro governo. Una posta alta che ha indotto il segretario socialista a rinunciare al secco no al riesame della legge da parte del Parlamento sciolto, rinuncia implicitamente contenuta nell'accordo sulla modifica di quel testo. «I socialisti si sono presentati all'incontro con noi de con grande disponibilità» conferma Paolo Caccia, relatore per la legge sulla obiezione. «Sono state apportate significative correzioni di rotta» spiega, soddisfatto, il capo dei deputati del psi, Salvo Andò. Ora tocca al pds decidere se votare a favore del testo modificato dalla maggioranza di go- verno. «Se gli emendamenti non stravolgono la legge, possiamo votarla» assicura il capogruppo del pds, Quercini. In realtà, anche Occhetto dovrà fare una «valutazione politica» per decidere se è più utile difendere il vecchio testo abbandonato ora dalla de, o mantenere il contatto con lo scudo-crociato, anche dopo la ripresa di rapporti tra de e psi. «L'impressione che io ho è che si possa ottenere una ampia maggioranza per l'approvazione della legge. La stessa che ap¬ provò la legge rinviata da Cossiga» dice il capo dei deputati de, Gava, che ha giocato negli ultimi tempi a stretto contatto con Andreotti. E pare quasi che esorti Occhetto ad optare per il «sì». Il destino della legge si gioca oggi. Se la Camera riuscirà a votare almeno un emendamento, potrà essere chiesto un dibattito abbreviato per un giorno della prossima settimana. Altrimenti, addio obiezione. Alberto Rapisarda Arnaldo Forlani, pace col psi dopo un mese di scontro frontale
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