Auto, un «patto forte» tra sindacati e corso Marconi

Auto, un «patto forte» tra sindacati e corso Marconi L'azienda e i rappresentanti di Fiom, Firn, Uilm e Sida gestiscono insieme gli imponenti processi di trasformazione Auto, un «patto forte» tra sindacati e corso Marconi Quest'anno meno cassa integrazione del '91, ed è esclusa quella a «zero ore» TORINO. «Abbiamo rovesciato il 1980». Con questa affermazione del segretario della FimCisl, Baretta, anche a nome di Fiom, Uilm e Sida, il 25 febbraio (cioè ieri) è entrato nel panorama del lavoro italiano come «data storica». Baretta intendeva dire che nel 1980 la Fiat affrontò la crisi mettendosi contro il sindacato per escluderlo e il sindacato, a sua volta, puntò tutto sulla conflittualità esasperata; oggi la Fiat, con il mercato che va male, ha bisogno di trasformare le fabbriche per lavorare di più e meglio, e il sindacato vuole essere dentro a questo imponente processo di trasformazione: «Tra azienda e sindacato si stipula così un "patto forte" di partecipazione invece del "conflitto forte" del 1980». E' significativo che i sindacati abbiano espresso questo giu¬ dizio al compimento del primo anno del comitato di consultazione dove i rappresentanti dei lavoratori (Mazzone della Fiom, Angeletti e Serra della Uilm, Cavalitto del Sida, Baretta e Inglisano della Firn) partecipano con i dirigenti dell'azienda (Figurati, Magnabosco, Gasca della Fiat e Gherzi dell'Unione Industriale) all'analisi dei piani aziendali. Il giudizio positivo del sindacato si basa sulla constatazione che «la Fiat cerca di superare la crisi forzando sullo sviluppo (imponenti investimenti e ristrutturazioni globali) mentre altri concorrenti sembrano più inclini ad accettare la recessione (tagli occupazionali e chiusure)». Baretta, tra l'altro, ha sottolineato che «finora le difficoltà della Fiat Auto sono state superate senza licenziamenti, che non è poco». A sua volta il responsabile del personale, Magnabosco, conversando con i giornalisti ha assicurato che «nel 1992 la cassa integrazione sarà inferiore a quella del 1991» e che «è escluso il ricorso alla cassa straordinaria a zero ore». I sindacalisti componenti il comitato sono tenuti al «segre¬ to industriale». A parlare con i giornalisti dei piani Fiat Auto è stato Magnabosco. «Mi pare che il comitato stia dando buoni risultati. Noi stiamo rispettando i tempi che ci eravamo dati per realizzare i programmi. Nel 1989 venne lanciato il piano qualità; nel 1990 abbiamo fatto le diagnosi; nel 1991 abbiamo fatto i progetti, che sono una ventina; adesso i progetti si stanno applicando». Magnabosco ha poi illustrato alcuni dei progetti più importanti. «Nel 1980 si creò produttività con l'automazione; oggi la si deve cercare con i sistemi di governo delle macchine e con gli uomini, si punta cioè alla 'fabbrica integrata". Oggi sono fabbriche integrate metà degli stabilimenti e alla fine dell'anno lo saranno tutti. Il nuovo stabilimento di Melfi sarà il fatto più vistoso. La fabbrica integrata consente decisioni più rapide e scompaiono alcuni passaggi burocratici». La progettazione delle vetture (altro punto importante) richiederà meno dei cinque anni impiegati finora per arrivare al prodotto. L'area commerciale (che i sindacati giudicano una debolezza della Fiat) sarà più vicina al cliente e l'Italia verrà divisa in quattro grandi aree. Con il progetto «logistica» si riforma il sistema di prenotazione delle auto: oggi è mensile ma diventerà settimanale per cui i tempi di consegna, che in alcuni casi erano mesi, diventeranno settimane. «Stiamo percorrendo una strada lunga e difficile - ha detto Magnabosco che non darà risultati nel breve ma che è basata su scelte coraggiose». Sergio Devecchi Maurizio Magnabosco

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