E ora la Lombardia tifa per Lucchini di A. Z.

E ora la Lombardia tifa per Lucchini E ora la Lombardia tifa per Lucchini Tra i papabili prende quota il re del tondino Pirelli, tanti consensi ma Leopoldo non ci sta MILANO. Tace Luigi Lucchini, bresciano, re del tondino, predecessore di Sergio Pininfarina alla guida della Confindustria. Il suo nome, sussurrato nelle province del grande Nord imprenditoriale, circola: sarebbe lui, Lucchini, il «grande saggio», l'uomo che alla fine potrebbe chiudere la corsa per la Confindustria. Anzi, a dar retta al sotterraneo tam tam che va da Brescia a Varese, da Vicenza a Monza, da Mantova a Bologna, l'ipotesi Lucchini, vista dal grande Nord, assume mille significati e mescola insoddisfazione politica (che qualcuno interpreta come voglia di leghismo) al desiderio di una rappresentanza forte alla testa della categoria in un momento tanto delicato. Tra elezioni dall'esito quanto mai incerto e l'urgenza di riforme indispensabili per restare agganciati all'Europa, il candidato Lucchini acquista insom¬ ma il peso e il senso dell'uomo al di fuori e al di sopra delle parti. L'uomo giusto - mormora il tam tam - in grado di guidare una specie di summit confindustriale, di praticare una gestione ponte, di transizione verso un cambio generazionale che molti auspicano apertamente. Ipotesi campata in aria? Lucchini tace. E poco o nulla dice il suo braccio destro, Ugo Calzoni. «Il cavaliere di nuovo a Roma, alla guida della Confindustria?» risposta secca, diplomatica, furba: «Non ne so nulla». Caduta l'ipotesi Romiti, il candidato più gettonato, l'identikit del prossimo presidente della Confindustria vive nuovi momenti di incertezza. L'iter, per arrivare alla nuova designazione, ha tempi precisi. Oggi l'ultimo incontro tra i tre «saggi», Giovanni Agnelli, Vittorio Merloni e lo stesso Lucchini, e i rappresentanti degli imprenditori. Domani la riu¬ nione, forse quella decisiva, tra i saggi e i rappresentanti delle principali associazioni territoriali, i cosiddetti «grandi elettori». Nell'attesa del grande responso, molte bocche cucite: quella di Gianfranco Nocivelli, quella di Giancarlo Lombardi, quella di Ennio Presutti. E solo ipotesi. Su Lucchini presidente, ma anche su Leopoldo Pirelli. Chi, come, dove sia nata la candidatura Pirelli, nessuno lo sa. L'ingegner Leopoldo, dice chi qualcosa sa nel quartier generale della Pirelli, «non ha mai ricevuto una simile proposta». Per anni e anni, aggiungono nell'entourage di Leopoldo, l'ingegnere ha volutamente evitato incarichi di questo tipo: improbabile, molto improbabile che abbia cambiato idea proprio adesso, proprio mentre la sua Pirelli sta imboccando la strada del cambio generazionale al vertice. [a. z.]

Luoghi citati: Bologna, Brescia, Europa, Lombardia, Mantova, Milano, Monza, Roma, Varese, Vicenza