la Fìat decide Romiti deve restare di Ugo Bertone

La Fìat decide, Romiti deve restare All'unanimità il comitato esecutivo declina l'invito per la presidenza della Confindustria La Fìat decide, Romiti deve restare A lui pieni poteri per gestire «un momento difficile» Il sindacato: peccato, era la controparte che ci voleva TORINO. Cesare Romiti resta alla Fiat e rinuncia alla Confindustria. E Giovanni Agnelli conferma di restare alla presidenza del gruppo, a fianco di Romiti. Il vertice di corso Marconi non cambia anche perché la situazione è tutt'altro che facile. L'invito degli imprenditori italiani a Romiti, insomma, è gradito ma non può venir raccolto. Questo il senso del comunicato ufficiale emesso ieri, dopo la riunione del comitato esecutivo del gruppo torinese. «Il presidente Giovanni Agnelli - si legge - pur riconoscendo il positivo contributo che Cesare Romiti avrebbe potuto dare come presidente della Confindustria agli obiettivi ed alle necessità del sistema economico/industriale nazionale, ha comunicato la congiunta decisione che Romiti rimanga alla guida del gruppo Fiat, al fine di perseguire, unitamente al management e con pienezza di poteri, le strategie e le azioni che il difficile momento richiede». La squadra ai vertici Fiat, insomma, non si cambia. La congiuntura non consiglia staffette a nessun livello, in un momento così delicato. Non a caso, il comunicato continua così: «Giovanni Agnelli ha contemporaneamente confermato il proprio impegno a rimanere a fianco di Cesare Romiti, nello svolgimento del mandato, per riaffermare quella coesione tra presidente, azionista e amministratore delegato e management del gruppo che è stata ed è presupposto essenziale per la gestione e lo sviluppo del gruppo stesso». Il messaggio in arrivo da Torino è chiaro e si presta a diverse considerazioni. Innanzitutto, si è trattato di una scelta impegnativa che ha coinvolto i massimi livelli decisionali del gruppo. Ieri mattina, all'indomani dell'arrivo della lettera ufficiale di designazione da parte dei «saggi» della Confindustria (oltre allo stesso Giovanni Agnelli, Vittorio Merloni e Luigi Lucchini), è stato infatti riunito il comitato esecutivo, della Fiat composto da: Giovanni Agnelli, Umberto Agnelli, Gianluigi Gabetti, Mario Monti e Cesare Romiti. All'unanimità, come ribadisce la stessa nota, sono state «condivise le decisioni e gli impegni assunti». Secondo, non è stata una scelta facile perché da una parte c'erano da valutare le esigenze del gruppo, dall'altra «la più ampia indicazione da parte dell'imprenditoria nazionale» che si era espressa con vigore per una Confindustria sotto la guida di Romiti. E il comitato ha dovuto privilegiare, pur tenendo in considerazione le indicazioni in arrivo dall'Italia degli imprenditori, le esigenze del maggior gruppo industriale italiano. Terzo, l'occasione della verifica ai massimi livelli è servita per lanciare un segnale preciso sia all'interno che all'esterno della Fiat. A fianco di Romiti resta nella stanza di comando il presidente Giovanni Agnelli. Staffette per ora non sono in vista anche perché l'azione di rilancio del gruppo è in pieno svolgimento ed è importante garantire tranquillità ai manager impegnati nell'azione di rinnovamento dei prodotti e nel varo dei nuovi impianti. Le reazioni? Tace il fronte degli imprenditori dove già è scattata la ricerca per un'alternativa, in tempi rapidi, al nome di Romiti. E non è, ovviamente, un'alternativa facile. I commenti, delusi, arrivano dal fronte dei sindacati ove la prospettiva della presidenza Romiti piaceva un po' a tutti. «E' un problema - dice Ottaviano Del Turco, segretario aggiunto della Cgil - per l'autorevolezza della Confindustria. C'è da augurarsi che i saggi siano ora in condizione di proporre un nome con la stessa autorevolezza». E incalza Pietro Larizza della Uil: <(A1 sindacato non faceva paura la fama di duro di Romiti perché è meglio confrontarsi con persone in grado di decidere e assumersi le responsabilità». Una stoccata, infine, di Raffaele Morese, segretario aggiunto Cisl. «Vuol dire - commenta - che i guai della Fiat sono seri. L'esigenza di una persona di spessore in Confindustria resta, non solo per gli industriali ma anche per noi». Ugo Bertone Giovanni Agnelli ribadisce «Resto a fianco dell'amministratore per riaffermare la coesione necessaria tra presidente, socio e management» Luigi Abete e (a fianco) Luigi Lucchini i due candidati in corsa per la presidenza della Confindustria

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