Baudo :nella polemica ci sguazzo di Curzio Maltese

Baudo: nella polemica ci sguazzo LA CITTA' FANTASMA Baudo: nella polemica ci sguazzo Egli artisti?Restano barricati negli alberghi B ENVENUTI a Sanremo, la città degli zombi. Qui, tra le palme immobili e il lungomare, il vento della Storia non soffia. Da quarantadue anni, tanto dura il regime festivaliero, si ripetono le consuete scene di disperazione. Ovunque, dall'Ariston alla pizzeria, dal negozio di Swatch agli alberghi dei Vip, lunghe code di umanità dolente. Misurano a lenti passi una inutile attesa. Le merci non esistono più, o sono carissime. Un biglietto per la serata finale può costare un milione e mezzo, il salario di un lavoratore medio. Se ne esistesse ancora uno. In realtà nessuno più, in questa città fantasma, svolge un lavoro normale. Sopravvivono soltanto croupiers, estetisti. maghi, discografici, faccendieri e anziane signore che portano evidenti sul viso i segni delle cliniche del terrore. Mentre il popolo soffre, gli esponenti della nomenklatura, radunata come ogni anni per il festival dell'Eterno Ritorno, esibiscono con iattanza i propri assurdi privilegi. Cantautori gavianei in limuosine, presentatori forlaniani con dacia in Riviera, portaborse demitiani con Thema accessoriata di telefonino, famigli di Reitano dotati di centinaia di biglietti omaggio. Ma quanto può durare ancora? Zombi capo. La leggenda vuole che l'idea di affidare il primo festival monocolore a Pippo Baudo sia stata presa direttamente a Piazza del Gesù, sede de, nel novembre scorso. Pippo, in qualità di esperto, aveva giudicato di scarsa presa nazionalpo¬ polare lo spot elettorale incentrato sulla figura di De Gasperi. Che ci pensasse dunque lui, Baudo, a risollevare le sorti del partito e della rete di maggioranza relativa. Baudo vanta precedenti confortanti, annate 1968 e 1987 (successi di voto e audience). Inoltre pareva l'unico dotato del carisma necessario a tenere assieme un Barnum spaccato dal gioco delle correnti politico-canterine: il solito pezzetto d'Italia ingovernabile. «Ma io nella polemica ci sguazzo» se la ride Pippo «nonostante i corvi». «Ne girano molti qui intorno - ammette il capo - corvi e corvacci. E' tutto l'anno che le reti Fininvest e le altre Rai giocano contro Raiuno, per quello che rappresenta, una rete policentrica, il volto di una certa Italia». Un altro partito trasversale? Baudo non ride: «Un'aggressione concentrica». Quest'anno però molti temono il flop: Raiuno va male, i grandi ascolti non esistono più. «Certo, i confini del successo si sono abbassati. Diciamo che lo zoccolo duro dell'audience sanremese è di dieci milioni. Oltre è un buon risultato. I 15 dell'anno scorso, sarebbero un successone». Le accuse di lottizzazione? «Mai ricevuta una sola telefonata di un politico per imporre questo o l'altro». E lei ne ha fatte? «Che significa?». Questa storia del Fuscagni dimezzato e affiancato da un suo amico, Lorenzo Vecchione. «Normale ricambio aziendale. La televisione consuma tutto». Tranne Baudo. Ma si trova bene tra tanti zombi, Orietta Berti, Reitano? «Ma chi ha stabi¬ lito che lo siano? Anche quando ho imposto Al Bano e Romina mi hanno detto che resuscitavo i morti. Hanno venduto milioni di dischi». Zombi con le gonne. Tre, in ordine di apparizione e tensione nervosa: Alba Parietti, Brigitte Nielsen e Milly Carnicci. Raccomandate da Baudo. Stavolta Pippo ammette: «Ma non ho fatto fatica a imporle. Sono belle, brave, diversissime». E Aragozzini che aveva detto: mai la Parietti a San Remo? «Davvero? Non ha fiatato. Si vede che s'era dimenticato. Un anno è lungo». Parola d'ordine: non esiste rivalità. La Parietti celia sulla faccenda di Aragozzini: «Mi è arrivato tutto in ritardo, anche San Remo». Le altre cose sono il successo, lo sviluppo del seno e i compleanni. Alba ha 29 anni. Da molto tem- P°- . ... Vita da cantanti. E ì veri zombi? Barricati in albergo: lo stress della vigilia. Per loro parlano le cartelle stampa, redatte dalle case discografiche, che nel¬ la scala evolutiva dell'umorismo stanno tra il «Chi se ne frega» di Serra e i dialoghi di Campanile. A caso. Orietta Berti: «Nella sua carriera ci sono 12 milioni di dischi venduti, con quattro d'oro e due d'argento, un'invidiabile sequenza di presenze in classifica e anche due film: "I nuovi mostri" e "Quando c'era lui, caro lei". Un curriculum invidiabile». Paolo Mengoli: «Il 1976 lo vede partecipare all'Interfestival in Bulgaria, dove vince il premio della critica come miglior interprete. In seguito a ciò, compie varie tournée in Giappone e Australia». Massimo Ranieri: «Nel febbraio di quest'anno partecipa a Sanremo con il brano "Ti penso". Dopo molto tempo, pubblica un nuovo album: "Ti penso"». Ricchi e Poveri: «Il gruppo è composto di quattro elementi. In seguito ad alcune divergenze artistiche, Marina Occhiena lascia. I Ricchi e Poveri diventano così un trio». Giampaolo Bertuzzi: «Hobbies: ha praticato a lungo il baseball. Ora ama il cinema, gio¬ care a tennis ed ad occuparsi della sua casa in campagna». Alessando Canino: «Ha poco più di 18 anni, essendo nato a Firenze il 14 settembre 1973». Gatto Panceri: «Il Q-Disc "A cento metri da casa" viene pubblicato dalla Numero Uno: poco dopo l'etichetta cessa l'attività. Dovranno passare più di sei anni per rivedere Panceri sulle scene, al Festival con il brano "Scherzi della vita"». Stefano Polo: «Ha sempre amato il mare ed ha concretizzato questa sua passione arruolandosi nella Marina Militare Italiana, raggiungendo il grado di Sergente. Un'esperienza esaltante tra le tecnologie di bordo più sofisticate». Statuto: «I loro testi denunciano ingiustizie sociali e toccano argomenti scottanti quali la piaga della droga ed i problemi razziali. La loro immagine e i loro mezzi di trasporto (lambrette e vespe ultra-accessoriate e cromate) completano il progetto». Curzio Maltese