II giallo del bambino-fantasma

II giallo del bambino-fantasma I genitori lo seppellirono 8 anni fa, ora sospettano che non fosse loro figlio II giallo del bambino-fantasma Un uomo ha rivelato: «Adottai il vostro piccolo» Ma lui non si trova, la procura di Napoli indaga NAPOLI. La trama è quella di un romanzo d'appendice. Uno scambio di neonati, due genitori disperati per il figlio morto, uno sconosciuto che si presenta dopo otto anni e annuncia: «Il bambino è vivo, io sono il padre adottivo». Ma la storia è datata 1984 e a raccontarla sono oggi due coniugi napoletani al centro di un «giallo» su cui sta già indagando il Tribunale per i minori. Protagonisti della vicenda sono Gennaro Cicciotti, 39 anni, e la moglie Maria Rosaria Capitale, 30 anni. Abitano a Casoria, un paesone a pochi chilometri da Napoli dove lui fa il muratore e lei bada ai tre figli, Antonella, Marilena e Bruno. Il 23 febbraio di otto anni fa, nell'ospedale San Gennaro del capoluogo campano viene al mondo il primogenito della coppia, Salvatore. Il parto, dopo appena sei mesi di gravidanza, è a rischio: il bimbo, prematuro, viene trasferito subito in una struttura più attrezzata, l'ospedale Annunziata. I genitori 10 intravedono appena, poi tre giorni più tardi ricevono un telegramma: il piccolo non ce l'ha fatta. E' il padre, che ora mostra interdetto l'atto di morte rilasciato dal Comune, a occuparsi della sepoltura: «Ho guardato quel corpicino, era terreo, credevo proprio fosse mio figlio. Eppoi, perché avrei dovuto avere dubbi?». «Dopo tre anni - continua - c'è stata la riesumazione e 11 bambino è stato sistemato in una nicchia del cimitero». E' il tempo a lenire il dolore. Poi arrivano, uno dopo l'altro, tre figli che aiutano a continuare. Ma un mese fa, ecco il colpo di scena in quel che pareva un semplice dramma familiare. E' la madre di Salvatore a raccontare: «Un giorno hanno bussato alla porta, mio marito non c'era. Mi sono trovata di fronte due uomini, uno era vestito da carabiniere. Signora, mi ha detto quello in borghese, otto anni fa ho adottato vostro figlio. Quel bambino è vivo e io l'ho cresciuto. Ma ora mia moglie è morta e non posso più accudirlo. Dovete riprendervelo, deve stare con la sua vera madre». La donna quasi sviene, chiede di saperne di più, ma i due sconosciuti non vogliono aggiungere altro: «L'uomo che dice di aver preso mio figlio spiega Maria Rosaria - non mi ha detto neppure il suo nome. Ha soltanto aggiunto che se non ci pigliavamo di nuovo il bambino ci avrebbe denunciato per abbandono di minori». Quando Gennaro torna, la moglie gli riferisce l'accaduto: i due non sanno che cosa fare, hanno paura. Eppoi c'è quella tomba, c'è il certificato: com'è possibile che Salvatore sia ancora vivo? E chi è allora il bambino sepolto? A ingarbugliare ancor di più la storia, arriva il 10 febbraio una citazione consegnata dai carabinieri a Maria Rosaria Capitale: deve presentarsi davanti al pretore di Afragola «per fatti che la riguardano». Tre giorni più tardi, i due coniugi chiedono l'estratto dell'atto di morte di Salvatore che ora mostrano sconcertati. E lunedì un messo giudiziario consegna un'altra citazione in cui si specifica l'orario dell'udienza, fissata per ieri, e si spiega che la donna dev'essere ascoltata come teste a carico del marito. I due coniugi credono che il procedimento sia una conseguenza delle minacce del presunto «padre adottivo», una denuncia per mancata osservanza degli obblighi familiari. Ma ieri mattina in Pretura un altro inghippo viene ad imbrogliare ulteriormente la vicenda. Il fascicolo del procedimento non è stato trasmesso dalla procura circondariale di Napoli, l'udienza viene rinviata. Gli atti, però, non si trovano neppure negli uffici che avrebbero dovuto spedirli ad Afragola: di che cosa è accusato Gennaro Cicciotti? Nel frattempo marito e moglie si sono presentati alla caserma dei carabinieri del paese per raccontare della «rivelazione» dello sconosciuto. L'indagine si è messa in moto e il Tribunale per i minori ha chiesto l'acquisizione degli elenchi di tutti i bambi¬ ni nati nell'ospedale San Gennaro nel febbraio dell'84. Se scambio ci fu, infatti, bisogna presumere che in quei giorni nacque anche un bambino poi morto e consegnato come loro figlio ai coniugi Cicciotti. Chi imbastì la trama e con quali complicità? Mentre il misterioso uomo che avrebbe «adottato» oppure acquistato Salvatore resta nell'ombra e del bimbo «resuscitato» non c'è traccia, gli investigatori non nascondono qualche perplessità, avanzando l'ipotesi che Gennaro e Maria Rosaria abbiano messo su un castello di bugie per nascondere qualche loro inconfessabile colpa. Nel «giallo» spunta l'ultimo mistero: pochi mesi dopo la nascita del bimbo, la madre fu chiamata dalla procura dei minori. La donna non si presentò. Mariella Cirillo Maria Cicciotti con il marito Gennaro, a fianco il certificato di morte di Salvatore [PHOTOSUD]

Persone citate: Gennaro Cicciotti, Maria Rosaria, Mariella Cirillo Maria, Marilena

Luoghi citati: Afragola, Casoria, Napoli