Respinto il fascio littorio di Pisano di Francesco Grignetti

Esclusa Rifondazione comunista I simboli elettorali al Viminale: 116 accettati, 106 i respinti, 24 sospesi Esclusa Rifondazione comunista Perché ha scritto sul contrassegno: «partito comunista» Garavini contro ilpds: ci boicotta, dov'è la libertà? ROMA. Rifondazione comunista esclusa dalle elezioni, almeno finché non cambia il simbolo dove campeggia la scritta: «Partito comunista». Fuori anche il simbolo «Italia del sì» che Mariotto Segni aveva presentato all'ultim'ora, forse nell'intento di contrastare il passo a quell'altra «Lista referendum» presentata da Massimo Severo Giannini (ammessa). E poi bocciature in massa per le infinite leghe tutte uguali, con minime variazioni formali - presentate da Umberto Bossi per scongiurare il rischio di una qualche Lega pirata. L'ufficio elettorale del Viminale ha terminato il suo faticoso lavoro di scrematura sui 246 simboli presentati: sono 116 i contrassegni accettati, 106 quelli ricusati, 24 quelli sospesi per irregolarità formali. E' clamorosa la decisione che riguarda Rifondazione comunista. La partecipazione alle elezioni, per la formazione di Garavini e Cossutta, adesso è in pericolo. L'ufficio elettorale ha rifiutato non tanto il simbolo - la vecchia bandiera rossa con una strisciolina verde-bianco-rossa al fondo - quanto la dicitura, perché «troppo simile a quella del vecchio pei». In effetti il partito di Garavini aveva cambiato emblema qualche mese fa: e ora, al di sopra della bandiera, non compare più la scritta «Rifondazione comunista», ma direttamente «Partito comunista». I dirigenti del partito sono furibondi e chiedono un immediato incontro con il ministro Scotti. «E' una inammissibile violazione dei diritti di libertà - sostiene Garavini -. La decisione è stata presa su istanza dei dirigenti del pds che avrebbero inteso "difendere" l'immagine del vecchio pei. Ma noi vogliamo andare alle elezioni con il nostro simbolo, che richiama il nome di partito comunista. Ed è gravissimo che questa contestazione venga dal pds, che ha dichiarato la sua soddisfazione per non chiamarsi più comunista». C'è anche un giallo, sulla decisione del Viminale. Alle 14, infatti, il simbolo sembrava averla fatta franca. Alle 17, invece, era «ricusato». E' stato visto un funzionario mentre materialmente staccava il simbolino dalla bacheca degli ammessi e lo affiggeva tra gli scartati. Spiegano al Viminale che sì, in effetti c'è stato un ripensamento. Adesso Garavini e i suoi, che parlano di «decisione pilotata», hanno 48 ore di tempo per modificare il simbolo o per ricorrere in Cassazione. E saranno in tanti, i ricorsi. Mai come questa volta è proliferata un'irresistibile voglia di elezioni; il Parlamento che verrà si presenta all'insegna della frammentazione fin dai primi passi. Numeri record di contrassegni presentati e di quelli ammessi: nel 1976 erano 46, nel 1979 diventarono 59, poi 87 ed erano 88 alle scorse elezioni politiche. E ogni volta si è gridato all'eccesso. Tra i cento ammessi, ci sono il Partito dell'amore, con la faccia di Moana Pozzi in bella vista su un cuore rosso. Non mancano i cacciatori, gli automobilisti, gli ecopacifisti, le casalinghe. E c'è un buon drappello di leghe - se ne contano 35, tra associazioni di pensionati, casalinghe o cacciatori - che fanno arrabbiare il senatore Bossi: «Per evitare confusioni e fraintendimenti dice - faremo ricorso alla Corte di Cassazione. Evidentemente quest'opera di ostruzione nei confronti della Lega era già preordinata». Non finiranno tutti sulla scheda elettorale, però, i 116 simboli che ieri hanno superato il primo scoglio. Entro il 2 marzo, infatti, i rappresentanti legali dovranno presentare i candidati e le firme dei cittadini che sostengono le Uste. E allora si vedrà quali sono i bluff e quali gli astri emergenti. Che fine farà, ad esempio, quel partito della Rinascita italiana, che porta come simbolo un'effige del condottiero Giovanni dalle Bande Nere? Oppure il paitito cristiano della democrazia, che disegna una colomba bianca su fondo giallo e mappamondo? O la Lega Sud, con un bronzo di Riace sullo sfondo di Sicilia e mezzo Stivale? Ce l'ha fatta anche il partito Europa 2000. Quello presentato dal mago Otelma, famoso per i vaticinii televisivi, che «cavalca» il problema delle case chiuse. Lo slogan di Otelma è lì in bella posa: ((Aboliamo la legge Merlin». Non ci sono limiti, comunque, alle dimensioni della scheda elettorale. E se sarà necessario fare spazio a cento simboli, voteremo su piccoli lenzuoli di cellulosa. Francesco Grignetti Sergio Garavini. Nel simbolo ha inserito la dicitura «partito comunista»

Luoghi citati: Europa, Italia, Riace, Roma, Sicilia